Alternanza scuola-lavoro in Mugello. Come sta andando
MUGELLO – L’alternanza scuola-lavoro Γ¨ una recente innovazione in ambito scolastico, mirata ad avvicinare i giovani al mondo del lavoro. Ne parliamo col professor Lorenzo Falli, del liceo “Giotto Ulivi”, che spiega meccanismi e anche problemi di questa nuova proposta che si configura come una vera e propria materia di studio, obbligatoria.
“SΓ¬, l’alternanza Γ¨ considerata una materia curricolare a tutti gli effetti, e quindi valgono le regole della frequenza nelle varie materie. Per acceder all’esame di stato bisogna aver frequentato almeno i 3/4 delle ore previste, altrimenti non si puΓ² essere ammessi”.
Falli continua: “Le ore di alternanza sono obbligatorie per il ragazzo. La scuola mette a disposizione una serie di progetti, ma poi qualcosa lo studente deve fare, non puΓ² dire ‘non mi piace nulla’. Il ragazzo Γ¨ responsabile. Equivale al venire o non venire a scuola. Il ragazzo non puΓ² non farlo. Noi aprendo i progetti apriamo ai ragazzi la possibilitΓ di partecipare. Possono scegliere, ma devono fare loro il conto delle ore che servono. C’Γ¨ una responsabilizzazione del ragazzo, e anche delle famiglie che dovranno fare attenzione a questo aspetto.
Alla fine dell’anno facciamo il calcolo delle ore effettuate da ciascun studente e gliele comunichiamo, e magari si sollecita chi Γ¨ indietro con le ore. Noi non possiamo obbligarlo a fare le attivitΓ . Il ragazzo deve essere consapevole di quello che fa.
Ancora il sistema ha dei difetti: “Siamo ancora in una fase sperimentale, non ci sono regole precise, il Ministero non ci ha mandato elenchi di aziende. CosΓ¬ le singole scuole devono organizzarsi e cercare le attivitΓ che possono essere svolte. Quest’anno sono state fatte convenzioni con l’Unione dei Comuni, con diverse associazioni.
Di per sΓ© questa attivitΓ , che prevede sia la formazione che l’attivitΓ pratica, Γ¨ piΓΉ adatta agli istituti professionali e tecnici rispetto al liceo, dove manca la tradizione di un’interfaccia con le aziende. Qui al “Giotto Ulivi” siamo partiti da zero, e il problema maggiore Γ¨ l’organizzazione iniziale, ma alla fine il primo anno di esperienza Γ¨ andato benino: i ragazzi hanno fatto un numero sufficiente di ore, in vari luoghi”.
La norma prevede 200 ore per gli studenti liceali e 400 ore per gli studenti dei tecnici e professionali. “Le attivitΓ -nota Falli- dovrebbero essere il piΓΉ possibile legate alla tipologia di scuola che stai frequentando. Ad esempio ci chiedono di mandare i ragazzi all’outlet, ma per i licei non Γ¨ il massimo, magari il liceo linguistico ci puΓ² stare, per gli altri Γ¨ un po’ forzato. Si tende anche a considerare le specificitΓ e gli interessi dei ragazzi, e cerchiamo su richieste mirate di collocarli anche in questi ambiti. PiΓΉ in generale la scuola cerca di organizzare progetti di classe, adatti all’indirizzo frequentato”.
L’anno appena concluso era il secondo per l’alternanza scuola-lavoro e l’obbligo riguardava erze e quarte. Le ore vanno impiegate nel triennio finale, ma in quinta d’estate non si puΓ² ovviamente fare: “La quinta -spiega Falli- dovrebbe essere un residuo, contenuto di ore, perchΓ© interferirebbe nella preparazione dell’esame. Quindi il grosso verrΓ svolto in terza e quarta”.
PerchΓ© le attivitΓ si possono fare durante il periodo scolastico ma anche nel periodo estivo, non c’Γ¨ alcun limite temporale.
Praticamente come funziona? “Il Consiglio di classe sceglie vari progetti, ai quali chiede ai ragazzi di aderire. Non ci sono vincoli stretti, se per le piΓΉ varie ragioni non puoi entrare in quel progetto, anche per impegni personali, se ne trova un altro. Poi viene svolto il programma previsto: sono previste alcune lezioni di formazione, e talvolta la formazione Γ¨ piΓΉ lunga della pratica. Poi ci sono alcuni progetti obbligatori, propedeutici a tutte le attivitΓ fatte all’esterno, come i corsi sulla sicurezza”.
Come sta andando, qual Γ¨ stata finora la risposta del territorio? “La risposta delle aziende Γ¨ stata abbastanza buona, c’Γ¨ una buona disponibilitΓ ad accogliere gli studenti. Il problema semmai Γ¨ la burocrazia. Problemi soprattutto per le norme sulla sicurezza, perchΓ© la legge non Γ¨ chiara, e alcune aziende non hanno voglia di rischiare perchΓ© hanno preso uno stagista”.
Β© Il Filo β Idee e Notizie dal Mugello β 9 gennaio 2018