Bitume e “vapore acqueo”. La questione arriva in Consiglio Regionale
SCARPERIA E SAN PIERO – La consigliera regionale Monica Pecori, presidente del Gruppo Misto Toscana per Tutti, ha dato seguito all’impegno che aveva preso con il Comitato dei cittadini di Massorondinaio. Così ha presentato una interrogazione a risposta scritta evidenziando tutte le irregolarità e le inadempienze che gravano sulla conduzione dell’impianto di bitume in quell’area.
Avevamo seguito il suo incontro con il Comitato dei cittadini di Massorondinaio che, con determinazione, lottano per la loro qualità di vita a ridosso di un impianto dannoso per la salute pubblica. Era una fredda mattina dello scorso mese di febbraio. La consigliera regionale Monica Pecori arrivò da Livorno con la sua utilitaria, interessata alla questione, senza alcun tornaconto elettorale, distaccata da ogni strumentalizzazione politica o di partito. Unica, o unico, che dir si voglia, esponente istituzionale a farsi carico, con un atto scritto, delle istanze di questa cospicua fetta di popolazione. Di altri non sappiamo.
Nel suo curriculum professionale ci troviamo l’essenza di questa suo attivismo mirato alle problematiche ambientali, alla prevenzione degli infortuni ed alla sicurezza dei luoghi di lavoro. Tutto ciò, più che politica è coscienza civica. Ebbene, con quell’incontro prese visione dello scenario promiscuo che obbliga la convivenza fra una zona residenziale e quell’impianto di produzione del bitume. Una storia vecchia, con problemi evidenziati da tempo, cui è necessario dare una soluzione. Subito.
Sicché Monica Pecori ha stilata un’interrogazione (clicca qui per file originale) che, partendo dalla segnalazione dei cittadini residenti nella zona, ripercorre le vicende sviluppatesi attorno a questa attività. Ha raccolti i moniti e le prescrizioni di Asl e Arpat, evidenzia difformità e incongruenze fra normativa e processi produttivi attuati dall’azienda che gestisce l’impianto. Emergono le ragioni della popolazione, poco propensa a credere che i fumi generati durante gli orari di lavoro possano essere riconducibili a “vapore acqueo”.
Il documento di Monica Pecori chiede espressamente una presa di posizione da parte della Regione Toscana, dei propri uffici e settori deputati al controllo di queste tematiche. Soprattutto, domanda alla stessa Regione se non sia “opportuno, alla luce delle criticità evidenziate e al disagio a cui i cittadini sono sottoposti, di provvedere, per quanto di sua competenza, alla chiusura dell’attività fino a che la medesima non abbia ottemperato alle prescrizioni formulate e non risulti indenne da emettere sostanze nocive alla salute dei residenti.”.
Il tempo per le parole e per i carteggi, fra autorizzazioni concesse e messe in discussione, fra analisi sulla qualità dell’aria forse valide o forse no, dunque è finito. Ora in tanti, residenti e non, aspettano i fatti.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 maggio 2018