Caterina, da commessa a Tattoo artist, adesso vola a Shanghai
BORGO SAN LORENZO – Caterina è giovane, ma con una forza difficile da trovare. Testarda e sicura di sé si è fatta strada in un modo non facile, sicuramente lontano dal cosiddetto “posto fisso” e con le sue sole forze.
Come ti sei avvicinata al mondo dei tatuaggi? Beh quando dico che mi sono sempre piaciuti è così. A partire dai “trasferelli” che si trovavano nelle patatine, e ho sempre amato disegnare, anche se poi non ho seguito un percorso di studi “artistico”. A 18 anni, quando mi sono fatta il primo tatuaggio, mi si è aperto un mondo e da lì ho deciso di informarmi sugli step da fare per diventare tatuatrice. La cosa fondamentale era partecipare ad un corso professionale per diventare “Tecnico qualificato in tatuaggi” che mi avrebbe dato la possibilità di esercitare o aprire uno studio. Mi sono informata ed ho scoperto che, oltre ad essere molto costoso, ogni regione ha un suo regolamento specifico e che il corso toscano era uno dei più lunghi, dura circa un anno, ed è composto da una parte teorica e da uno stage in uno studio. Nel 2012 ho iniziato a lavorare all’Outlet di Barberino mettendo da parte i soldi, e frequentando il corso nei giorni e nelle ore libere.
Una volta ottenuto l’attestato sei diventata una tatuatrice? Sulla carta sì. Dovevo però farmi “le ossa” ed ho avuto la possibilità di farlo, all’inizio, grazie allo studio Back to Black di Borgo San Lorenzo, dove ho guardato ed imparato le diverse tecniche ma, soprattutto, mi sono resa conto di quale fosse effettivamente la vita che mi accingevo ad intraprendere. Nel frattempo si è venuta a creare la possibilità di collaborare con lo studio Ma.Fia a Pontassieve, perciò facevo la commessa a Barberino e ritagliavo il tempo libero tra i due studi. Non è stato facile, specie nell’anno in cui ho lavorato full time, ma alla fine sono riuscita a trovare un equilibrio. Poi la passione e la voglia di farcela era più forte di qualsiasi momento “no”.
Poi, finalmente, sei diventata una tatuatrice a tempo pieno…Esatto! A maggio di quest’anno ho lasciato l’Outlet per potermi dedicare al 100% alla mia passione che mi ha dato anche la possibilità di farmi conoscere molte persone nuove. Tra queste c’è Gabriele Comiotto, un tatuatore milanese che ho conosciuto a Colonia, in Germania, e che mi ha “aperto le porte” di Shanghai.
Parlaci delle convention? Cosa sono? Innanzitutto si tratta di una sorta di fiera dedicata al mondo del tatuaggio dove professionisti ed appassionati si riuniscono ed è un potpourri di esperienze, storie, percorsi, stili ed orientamenti diversi che rendono ogni “opera” unica: dalla più “Fashion” alla più rudimentale senza l’utilizzo della macchinetta. Non solo tatuaggi. In queste fiere è possibile assistere a spettacoli, mostre fotografiche, concerti….
Ci sono ancora pregiudizi verso chi ha tatuaggi? Sì. A mio parere, il problema è l’idea che si ha del “tatuato”. Mi spiego meglio. Anche se ormai tatuarsi è di moda, c’è ancora una certa chiusura mentale. Purtroppo i pregiudizi sono ancora molti.
E tu? Ne sei stata vittima? No…il massimo che mi è capitato è esser guardata storta, o rispondere alle solite domande:”Ma perché? Quanti ne hai? Quanti te ne fai? Ma ancora?”. Però, ecco, nessuno si è mai allontanato da me o ha evitato di fare la fila dal fornaio!
Parlaci della Shanghai tattoo extreme expo. Sono molto emozionata e finché non farò le valige, anzi finché non sarò lì non ci crederò! Partirò il 21 agosto per la Germania dove sarò ospite nello studio di Gabriele, dopodiché il 26 partirò per la Cina e dall’1 al 3 settembre parteciperò a questa convention dove rappresenterò me stessa e lavorerò lì, insieme ad tantissimi altri tatuatori veramente eccezionali da cui, spero, di poter imparare qualcosa. Un’altra cosa bella di partecipare a questi eventi è che viene fuori l’arte di arrangiarsi, mi spiego: in studio hai tutte le comodità possibili come il poggia braccio, la luce giusta, il tempo di studiare ed elaborare il lavoro insieme al cliente…Lì invece è tutto “cotto e mangiato”, sei in un luogo che non conosci e senza comodità. Non vedo l’ora!
Al di là dell’intervista vorrei che passasse un messaggio a cui tengo particolarmente. Oggigiorno lasciare un lavoro sicuro fa paura, lo so per certo. Ti ritrovi a fare un vero e proprio salto nel buio: da domani potrei non piacere più, non avere più clienti ed andare a vendere panini.
Però le occasioni non vengono a bussare alla porta, devi conquistartele, provarci, fino in fondo come ho fatto io! Non posso dirci di esserci riuscita, ho appena iniziato, ma almeno ci ho provato. Il problema è che ad oggi famiglia, la società, la televisione…ti spingono ad inseguire il mito del “posto fisso”, che poi non è così sicuro. Personalmente mi sono posta questa domanda:” Quanto vale la mia felicità? Mille euro sicuri?” e mi sono risposta che posso vivere anche con 100€ ma svegliarsi ogni mattina e realizzare i miei sogni è impagabile. Quello che è fondamentale è avere degli obbiettivi: che sia lavorare nelle vendite, fare l’astronauta o la tatuatrice. Come me.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 agosto 2017