C’era una volta un centrosinistra…
MUGELLO – Continua il dibattito post-elettorale in Mugello, e l’analisi del voto. Ora è la volta di Giacomo Bagni, già segretario Pd di Borgo San Lorenzo.
C’era una volta il centrosinistra riformista, laboratorio di idee per modernizzare il paese, affrontare i temi della complessità di un tempo difficile da decifrare e da gestire. C’era una volta un centrosinistra fortemente radicato nell’idea di Europa come motore di sviluppo e di pace. C’era un centrosinistra legato alla difesa dei diritti personali e collettivi e all’idea di giustizia sociale nella libertà di intraprendere di ciascuno.
Questo centrosinistra è evaporato nel tempo, vittima di se stesso, delle sue contorsioni, della difficoltà nel leggere gli eventi e l’evoluzione della società italiana, troppo preso dal senso di responsabilità. Un eccesso di zelo che ha tramortito le idealità, le idee trainanti, quelle che, se anche un po’ venate di utopia, trascinano le persone, rendono viva la speranza: la linfa vitale della politica.
Avvitarsi nella logica della gestione del potere fine a se stesso e nella resa dei conti permanente al proprio interno, ha reso il PD progressivamente opaco e incapace di guardare fuori, sul mondo, sulla vita delle persone.
Adesso c’è modo e tempo per svoltare? Io credo di sì. Oggi come non mai c’è bisogno di speranza e di una politica che la sappia interpretare. I valori sui quali è nato il Partito Democratico sono lì a richiamare tutti quanti ad un nuovo impegno. Parafrasando un’efficace formula, direi che abbiamo bisogno di un “partito in uscita” che non guardi però al passato che non creda di cavarsela riesumando vecchie formule autoconsolatorie, che sappia allungare la vista oltre l’illusione di una presunta superiorità morale.
Altro che nuovi segretari! Auspicabile uno o due passi indietro di tanti che in questi anni hanno contribuito a fare del PD alle volte un partito di “asini raglianti”. Agire consapevoli che da ora in poi si va senza rete di protezione, che si fa politica per prefigurare il nuovo, che si agisce per essere rappresentanti capaci di decidere con competenza. Testa tra le nuvole e piedi nel fango, idee e pragmatismo, rappresentare interessi e interpretare ideali. Colmare il senso di vuoto e di sfiducia.
La destra ha vinto compattandosi tatticamente e lanciando messaggi semplici o semplicisti illudendo gli elettori così di risolvere problemi complessi facendo spesso leva su paure e precarietà. Ha saputo toccare i tasti giusti pur con soluzioni per lo più discutibili. Concretamente alla fine se si guardano i dati alla coalizione di destra sono andati 12 milioni e 300.000 voti contro i 12 milioni e 150.000 del 2018. Recuperando qualcosa dal voto in libera uscita dei 5S ha praticamente tenuto il proprio bacino elettorale. Fuori da questo lo smarrimento, la divisione, il populismo e la disillusione dell’astensione.
C’è parecchio lavoro da fare e adesso tocca governare finalmente ad un governo “politico” che avrà l’onere di gestire uno dei periodi più difficili della storia repubblicana. Dobbiamo solo augurarci che sia all’altezza del compito, senza demonizzazioni pregiudiziali. Certamente i loro valori, quelli rappresentati soprattutto da una destra che mantiene aspetti di ambiguità rispetto al passato, non sono i nostri, ma questo non basta. La dialettica democratica dovrà essere assunta con senso responsabilità mentre fuori dal parlamento ci si dovrà impegnare a ricostruire un partito e un progetto politico che abbia una visione di società, consapevole delle paure e della complessità. La giustizia sociale passa dalla libertà inclusiva e non da scorciatoie ideologiche. Speriamo di saper avviare un cammino di rifondazione.
Giacomo Bagni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 settembre 2022
bravo hai fatto un discorso logico e razionale è una cosa rara nel partito che rappresenti , AUGURI .
Lorenzone della Gratella.