Crinali Liberi risponde al sindaco Carlà Campa: “Non accettiamo l’assolutismo del sì”
VICCHIO – Riprende forza il dibattito sull’impianto eolico di Vicchio-Dicomano. E il comitato “Crinali liberi” contrario all’opera, polemizza col sindaco di Vicchio e pone dubbi e obiezioni.
Caro Sindaco,
a volte un immagine dice più di tante parole come questa foto con Lei seduto sotto una delle pale vicino all’uscita del autostrada di Rivoli Veronese. Perchè non si è fatto fare una foto sul crinale di Villore/Corella? Dove poteva poteva esprimere comunque le sue opinioni, ragioni,c onsiderazioni e convinzioni per le quali è favorevole al progetto industriale sul nostro crinale. Siamo d’accordo che “molti parlano senza sapere di cosa stanno parlando“ ma forse questo vale per tutti. La Germania, USA e sicuramente anche la Svezia e la Danimarca si trovano d’avanti a migliaia di tonnellate di pale vecchie fatte di materiali composti, non riciclabili. Magari nei prossimi anni si svilupperanno nuove tecnologie ma non sarebbe più saggio aspettare di essere sicuri per non creare più problemi, invece di ostinarsi a costruire ad ogni costo? A proposito: Perchè paragonare la Danimarca, il mare del Nord e i suoi venti con la situazione del vento in Italia? Forse in Italia dove sia possibile, sui tetti di capannoni e case, e lungo l’autostrade- i pannelli solari darebbero un risultato meno impattante, come proposto da Italia Nostra. È anche vero che l’International Renewable Energy Agency (IRENA) ha calcolato che il raggiungimento nel 2050 degli accordi di Parigi sul clima comporterà lo smaltimento dei vecchi pannelli che rappresentano più del doppio del tonnellaggio di tutti gli attuali rifiuti di plastica globali.Sullo smaltimento di vecchie pale non si sono espressi, ma costruire abbastanza turbine eoliche per fornire metà dell’elettricità mondiale richiederebbe quasi due miliardi di tonnellate di carbone per produrre cemento e acciaio, insieme a due miliardi di barili di petrolio per produrre i
materiali compositi delle pale. La “crisi climatica” è un problema globale e non abbiamo “la soluzione” in tasca, ammesso che esista. Il comitato si appella a principi di sensibilizzazione e la divulgazione per approfondire questo progetto nel nome della tutela di uno dei pochi posti rimasti sani e integri del nostro territorio. Potevamo parlare di tutto e di più, ma Lei ha preferito scansare i banchi info tenuti più volte sotto le Logge a Vicchio dichiarando che fossimo arroganti! È davvero cosi “arrogante” informare e ricordare alle le persone che le energie “pulite e rinnovabili”sono fatti di risorse NON rinnovabil? E che gli alberi oggigiorno non crescono come le erbacce? E che l’acqua è un dono prezioso? Ci piace ricordare che siamo ospiti futili e inutile per questo pianeta (ma esageratamente numerosi e ingombranti) e non padroni. Facciamo il possibile per non sacrificare l’ambiente almeno per le future generazioni. Anche noi abbiamo sentito il bisogno di capire, di ascoltare e di studiare , argomenti da gestire come questi – ed è doveroso ascoltare anche le critiche e i dubbi sia sull’argomento in generale che in particolare. Noi non pensiamo di sapere tutto di tutto, chi potrebbe pretenderlo? E non abbiamo – come da Lei detto -la pretesa di rappresentare tutti gli ambientalisti, ma pensiamo che un bravo sindaco dovrebbe rappresentare TUTTI i suoi cittadini e che è poco corretto parlar male e offendere la parte che gli è scomoda. Lei non ha mai sentito una proposta vera, nessun progetto? Ma come mai la proposta in consiglio di Comune di formare una commissione che studia le alternative all’ impianto proposto non è stata accolta? Non si ricorda le varie volte che si è parlato di piccoli impianti controllati dagli stessi produttori in comunità che vanno a utilizzare l’energia prodotta per un futuro responsabile dal punto di vista energetico? Anche nell’inchiesta pubblica!
Durante l’inchiesta ben 2 volte, il Signor Giusti dichiarò “che a breve tutto l’Appennino dovrà diventare un impianto eolico industriale”. Ma ha capito che significa che la valle del Mugello e l’ingresso di Corella sono il trampolino per istallare altri aerogeneratori? Come fa a chiamare un impianto industriale, che dopo 25 anni diventa un monte di spazzatura, una risorsa vera? O forse sarebbe meglio chiedere per chi? Ha pensato che anche la rimozione dell’impianto significa la riapertura della allargata viabilità? E un consequente abbattimento della nuova vegetazione dopo soli 25 anni? Ha pensato che il modesto previsto rinverdimento potrebbe rivelarsi difficile di fronte ad un clima e tempo sempre meno prevedibile e che l’attecchimento delle piante non è garantito? La invitiamo di riflettere sui danni della TAV prima di permettere che la ricchezza d’acqua potabile sul territorio venga compromessa tramite interventi non controllabili. Inoltre ha visto che i fotomontaggi del DVD5 delle integrazioni mostrano le solite foto dello stato attuale come “post operam”. Le sembra realistico? E non Le sembra che se i cittadini volessero cartelli e un nuovo bivacco sarebbe realizzabile senza far diventare il crinale una zona classificata “industriale”? Chiediamo cortesemente anche una risposta e maggior informazioni su come e chi ha scelto i candidati della Commissione Paesaggio del Comune? Poi volevamo chiedere quali e quanti e per quanto tempo ci sarebbero i posti di lavoro creati “grazie” all’impianto?
Non abbiamo la pretesa di essere stati esaustivi sull’argomento ma restiamo sempre a disposizione al dialogo e in attesa delle sue risposte.
Il Comitato per la Tutela dei crinali Mugellani
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 febbraio 2021
Cari amici che volevate, nel vostro Consiglio Comunale, la “Commissione per lo studio delle alternative energetiche” (o come diavolo la volevate chiamare), davvero pensavate che AGSM e i suoi amici si sarebbero prestati a tale proposta?
Dai, su, un po’ meno di ingenuità…
Anzi, un po’ più di senso pratico.
Le argomentazioni che scrivete sono anche giuste, perbacco, e anzi vi siete documentati, ma avete dei volponi come controparte: magari la prossima volta, per non offrire loro il fianco, correggetele un po’ prima di mandarle via: perché non ricordavo che il Comitato si lasciasse scappare certi strafalcioni. Purtroppo i volponi si attaccano anche alla forma per zittirvi, e così tutte le ragioni che potete avere… vanno perse.
Non vale la pena di inca…ponirsi troppo: fate fatica due volte, e gli date una soddisfazione che non meritano.
Vi riferisco un detto veneto, cioè della terra dell’ing. Giusti: non offendetelo, perbacco, è ingegnere, mica solo “sig.”! E si vede da come coordina i progetti, dimenticandosi nel loro testo i messaggi trasversali a un certo, fantomatico, “Stefano”.
Il detto veneto descrive il “fabbisogno per intraprender liti” che sarebbe: “aver rason, saverla espor, trova chi l’intenda, chi la voglia dar, e debitor che possa pagar”.
Ecco, su chi stia rischiando di trovarsi debitore, in questa strana faccenda, è cosa che, una volta chiarita, darebbe risultati sorprendenti…