DAI LETTORI – Dal Nord Italia a Barbiana. Il racconto di Giancarlo e Gigliola
VICCHIO – Siamo cresciuti nella Romagna Toscana, ma ben presto la nostra strada si è allungata per farci vivere a scuola e di scuola in Trentino e in Veneto.
Ogni estate torniamo nella nostra terra di origine per trascorrere le vacanze e giovedì 20 agosto abbiamo deciso di seguire la via che conduce a Barbiana, alla scuola di Don Milani, conosciuta grazie allo studio e alle nostre esperienze.
Ci ha accolto Agostino Burberi, il suo primo alunno. Lo ha fatto guidando noi e un gruppo di dodici persone con sapienza e passione scoprendo uno a uno i valori, i principi di quella esperienza.Lo ha fatto con semplicità in modo sincero, smorzando i toni, senza enfasi.Eravamo arrivati a piedi alla canonica, assieme a Emma, lasciando la macchina al lago Viola, mentre Pietro e il babbo Primo, partiti in bici da Palazzuolo, ci hanno raggiunto poco dopo.
I ragazzi non sbuffavano, seguivano attenti, si rivolgevano a noi adulti per chiedere conferme su quel mondo sorprendente che, grazie ai racconti di Agostino, si apriva davanti a loro.Noi lì, immersi nella natura, tra mobili e libri del secolo scorso, condividevamo quella forte emozione come se quel salto nel tempo fosse reale. Barbiana regala tutto questo. Il silenzio, il paesaggio, la bellezza, il tempo andato, l’essere lontani dal mondo, dai falsi bisogni creati dal consumismo. Barbiana regala il tempo della riflessione sui diritti riconosciuti dalla Costituzione tanto cara a don Lorenzo, il valore della parola che rende uguali, il diritto al riscatto sociale.
Da anni si sente parlare del viaggio lento e consapevole inteso come un modo di vivere la vacanza che permetta, grazie al contatto a al rispetto dell’ambiente e a ritmi naturali, di riscoprire i beni paesaggistici, artistici, culturali ma anche i valori umani e sociali che hanno intriso la Storia del nostro Paese.
Ecco noi crediamo che quello che merita di Barbiana sia proprio, in questo luogo segnato dalla Resistenza, che si possa riscoprire il messaggio lanciato negli anni ’50 dal priore fiorentino, una parola di uguaglianza, di riscoperta dei diritti, del valore dello studio, dell’impegno,della responsabilità, della partecipazione dei “cittadini sovrani”.
La Fondazione don Milani e le amministrazioni locali hanno così il severo compito di vigilare affinché ciò continui ad avvenire senza snaturare i luoghi, l’ambiente e il messaggio stesso, evitando facili scorciatoie che portino al turismo di massa e allo sfruttamento di ciò che potrebbe divenire un “fenomeno”.Che ciò continui ad avvenire, come diceva Alex Langer, conservandosi “pIù lenti, più soavi, più profondi”.
( Rubrica Dai Lettori – Giancarlo e Gigliola )
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 Settembre 2020