DAI LETTORI – Il valore del giudizio
MUGELLO – Un lettore ci invia una sua considerazione sul tema del giudicare, da lui definito come “essenziale”.
Si sente spesso dire che “giudicare” è sbagliato, è una brutta cosa, non si fa.
Si dice “non giudicare”, “mi hai giudicato”, “chi sono io per giudicare”.
In realtà giudicare è essenziale. Ognuno giudica di continuo qualsiasi situazione. Se non giudicassimo non avremmo la possibilità di interagire. Le relazioni sociali non sarebbero.
Resta che nella consapevolezza comune un certo tipo di “giudizio” è considerato offensivo.
L’offesa c’è quando il giudizio è totalizzante, riguarda l’interezza della persona. Non lo è se riferito a singole azioni o cose. Se dico “mi hai deluso” esprimo un giudizio assoluto, sprezzante. Se dico “il tuo discorso mi ha deluso” esprimo invece un giudizio particolare. Il primo è un giudizio forte, molto offensivo. Il secondo è un giudizio non riferito alla persona nella sua interezza, bensì a un singolo comportamento, quindi non offensivo ma solo disapprovativo.
Ci servirebbero due parole diverse per definire i due diversi casi. E’ strano che una lingua come l’italiano, così ricca, non differenzi, come invece fa il tedesco.
E’ già difficile esprimersi adeguatamente, in modo da consentire di essere giudicati correttamente.
A complicare le relazioni intervengono due aspetti ulteriori: la ricezione e il contesto.
Non basta dire parole giuste, comporre le frasi correttamente per essere valutati come ci si aspetta.
Non basta che l’emittente si esprima adeguatamente, serve anche, e forse soprattutto, che chi trasmette la comunicazione si ponga il problema di come la comunicazione arriva al destinatario. Come l’interlocutore si rappresenterà, giudicherà la comunicazione che riceve.
Senza che questo ulteriore passaggio sia fatto come si deve si rischia un dialogo fra sordi.
Ma neppure questo basta. Serve prendere in considerazione anche il contesto.
Le stesse identiche cose dette da una medesima persona a un’altra medesima persona, con le medesime modalità, con il medesimo stato stato d’animo ed enfasi, possono non riscuotere lo stesso giudizio quando dette in contesti diversi: in un luogo di lavoro, in ambito sportivo, politico, ludico, ecc.
Anche il contesto conta, e non poco. E va tenuto nella giusta considerazione.
(Rubrica: Dai Lettori – Lettera Firmata Marco Nardini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 marzo 2024