DAI LETTORI – Le proposte rimaste inascoltate per la crisi del latte in Mugello
MUGELLO –
Parliamo di latte di qualità pagato troppo poco. Il che porta alla chiusura di molte aziende come sta accadendo.
Dal 2022 la politica purtroppo ha snobbato le proposte. Potrei dire che non c’é peggior sordo di chi non vuol sentire…
Però ancora oggi sono attuali e attuabili.
Nel 2022 con lo scopo di dare un contributo al comparto e favorire concrete soluzioni all’attuale stato delle cose cercammo di voler capire in primis la problematica che vivevano, allora, gli allevatori mugellani.
Questi erano, a dir nostro, gli OBIETTIVI da perseguire nel breve, e poi una rapida analisi:
- La tempestiva gestione della situazione emergenziale individuando idonee destinazioni ai quantitativi di latte in surplus. Si tratta, con l’apporto delle istituzioni (specie la Regione) e con il contributo di tutti gli attori della filiera, di elaborare un Piano di allocazione di tutti i quantitativi in surplus per un periodo di non meno di 120/180gg.
- Definizione di una strutturale intesa tra mondo della produzione primaria e trasformatori per la nascita di una “LOCALE” e veritiera filiera Mugello sul latte bovino.
- Inoltre sarebbe auspicabile, sentendo anche la voce di alcune sigle sindacali, puntare sulla produzione di latte coinvolgendo i trasformatori locali, sia di latticini freschi che di formaggi stagionati, che risultano aver capacità di lavorazione e stagionatura.
Tutte queste ipotesi però avrebbero richiesto e richiedono un significativo, concreto e coordinato impegno da parte della POLITICA locale e regionale oltre del Ministero competente che possano salvaguardare gli allevatori e le strutture di trasformazione per valorizzare le materie prime provenienti dal nostro territorio.
Nel concreto in particolare 2 SOLUZIONI:
- Agli allevatori che si impegnano a rispettare un disciplinare di produzione concordato con i caseifici e trasformatori locali aderenti disposti ad utilizzare il marchio “SOLO LATTE MUGELLO O TOSCANO”, dovrebbe essere riconosciuto un INCENTIVO produttivo da stabilire con le parti;
- Ai caseifici e aziende trasformatrici che lavorano il surplus di latte proveniente dalla filiera SOLO LATTE MUGELLO o TOSCANO, dovrà essere riconosciuto un RICONOSCIMENTO economico per i maggiori oneri di lavorazione, trasformazione e stagionatura nella misura forfettaria da stabilire con le parti. Sgravio economico?
Poi superata questa fase emergenziale sarebbe auspicabile intervenire con azioni puntuali per rafforzare l’intero sistema lattiero caseario Mugello ancorando le relazioni tra i soggetti economici ai seguenti 3 punti di riferimento:
- Raggiungimento di standard qualitativi omogenei, attraverso la realizzazione di protocolli produttivi condivisi con tutti gli attori della filiera e modulati in funzione delle richieste del mercato o delle tendenze dei consumi;
Un punto di partenza può essere rappresentato da ulteriori parametri qualitativi da definire oltre quelli convenzionali (da ritenersi già acquisiti, quali proteine, carica batterica, grasso, cellule somatiche). - Riconoscimento della peculiarità del latte vaccino locale, attraverso la valorizzazione di un marchio di proprietà regionale. Questo marchio sarà messo a disposizione dei caseifici regionali che aderiscono alla filiera e che saranno disponibili volontariamente a tracciare il loro prodotto finale.
- Aggregazione dell’offerta attraverso forniture di materia prima omogenee, di qualità, certificate e tracciate.
Del resto Mugello è sinonimo di qualità, gusto ed eccellenza.
Perché non abbiamo lavorato tutti insieme per questo?
Fino ad oggi abbiamo visto solo piangere sul latte versato.
Rubrica: Dai Lettori – Claudio Ticci
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 5 gennaio 2025
Con grande tristezza vedo nei supermercati avanzare le bottiglie di latte del Mugello, mentre altre marche vengono pressoché esaurite con estrema rapidità. Il consumo di latte nostrano è spesso residuale, perché i prezzi purtroppo non sono alla portata di tutti. Talvolta la differenza sfiora 1 euro al litro… inconcepibile! Non capisco perché ad una maggiore produzione, non corrisponda un calo del prezzo, anche se di poco. Vedo proliferare solo surrogati (soia, riso, ecc.) e latte di bassa qualità, solo perché il prezzo è più basso. Il latte è un bene primario, come il pane e l’acqua, non può costare tanto…
Salve, io penso che alla politica, sia di ds che di sx,non interessa delle aziende agricole mugellane e di conseguenza del latte del Mugello, altrimenti avrebbero già fatto incontri con gli interessati e trovato le soluzioni ed oggi non saremmo qui a leggere della crisi del latte. Perché non si uniscono all’azienda di Barberino?
io credo che la gente che spende quattrini a farsi le unghie finte, comprarsi il telefonino nuovo, macchina elettrica etc… decide dove spendere i propri soldi.
Il cibo di qualità si paga. Ha un costo piu’ alto e un valore inestimabile.
“L’uomo è cio’ che mangia”