MUGELLO – Non è facile, ai giorni nostri crescere un figlio, il costo della vita è aumentato ed una famiglia monoreddito difficilmente riesce ad arrivare a fine mese. Per questo ci si affida agli asili nido che però, secondo una lettrice di Scarperia in Mugello non sono sufficienti e, per la maggior parte, prendono bambini che abbiano almeno un anno d’età.
A quasi quattro mesi sono diventata mamma, abito a Scarperia e vi scrivo perché credo si debba parlare del disagio che vive una coppia di lavoratori con un figlio piccolo. Sarei già dovuta rientrare al lavoro, ma ho scelto di rimanere a casa con la bimba e sfruttare il congedo parentale, ma fra qualche mese dovrò riprendere a lavorare. E la bambina? I nidi mugellani sono insufficienti, e solo a Barberino e Borgo accettano lattanti prima dei 12 mesi.
Mi piacerebbe poter stare a casa con lei fino a un anno di vita, ma purtroppo il congedo non è sufficientemente lungo e c’è anche chi, per motivi economici, sceglie di rientrare subito dopo la maternità obbligatoria, a tre mesi. Credo che la questione nidi debba interessare maggiormente i sindaci, soprattutto in un momento in cui ci si chiede come mai il tasso lavorativo delle donne italiane è così basso. Se non si ha l’aiuto dei nonni, diventa impossibile gestire un bambino così piccolo.
Oltretutto il bando del comune di Scarperia permette di partecipare al bando per i nati fino a settembre 2022, quindi mia figlia, che è nata a dicembre, potrà partecipare al bando del prossimo anno e, ammesso di trovare posto, visto che sembra impossibile, entrerebbe al nido quasi a due anni compiuti.
Spero che possiate pubblicare un articolo su questo tema in modo che possa far riflettere le amministrazioni comunali.
( Rubrica Dai Lettori – Lettera firmata da Scarperia e San Piero)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 Aprile 2023
5 commenti
E dopo il nido le materne e le elementari hanno orari non compatibili con il lavoro. È la chiusura estiva di 3 mesi. È tutto un arrangiarsi e quindi i giovani non fanno più figli.
non è vero che è necessario aspettare il bando dell’anno successivo, però è comunque necessario che ci siano posti vacanti dopo il compimento dell’anno di età
Ci siamo passati tutti. Ne ho due 24 e 21. Tutti e due lavoravamo fuori comune genitori molto anziani e lontani, priticamente SOLI. Abbiamo pagato una signora con relativi sacrifici anche dopo per la materna, l’elementari. Abbiamo fatto sacrifici, molti, economici importanti, abbiamo sacrificato tante cose ma i ragazzi sono cresciuti bene educati rispettosi per gli adulti e per chi ha loro insegnato. SACRIFICIO una parola ormai in disuso per le nuove generazioni.
Bravo Alessandro, Lei ha detto, educatamente, tutto…
Condivido le riflessioni della Signora e’ difficile conciliare lavoro e figli piccoli, gli amministratori mugellani dovrebbero accellerare su questo fronte. Gli asili nido sono servizi essenziali che dovrebbero essere garantiti per tutti. Come sempre in Italia siamo fanalino di coda . Le nuove generazioni e l articolo della Signora lo evidenzia , chiedono di poter lavorare , vogliono che si lavori per la parita’ di genere , congedo di paternita’ piu’ ampio ecc.