DAI LETTORI – Terremoto ed It-Allarm. Qualcosa non ha funzionato
BARBERINO DI MUGELLO – In questo fine settimana il territorio di Barberino di Mugello ha vissuto un altro dei suoi momenti di incresciosa apprensione, per alcuni, e di autentico terrore, per tanti altri.
Quando si è sentito quel boato sordo, nella notte del 27 Aprile, alle ore 00:38, insieme alla folata di vento e alla simultanea scossa di terremoto, che ha fatto vibrare le nostre abitazioni, tutti siamo ripiombati nel panico, memori di quanto era successo soltanto pochi anni prima con il terremoto del Dicembre 2019.
Molti di noi si sono fiondati sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dove alcuni minuti dopo sono apparse le coordinate dell’epicentro del sisma, l’ora esatta della rilevazione, la sua profondità e la magnitudo in scala Richter. A questa prima scossa, di magnitudo 2.9 ne sono seguite diverse altre di simile entità che ci hanno tenuto svegli per diverso tempo ed hanno determinato le decisioni più diverse: chi è andato a dormire in macchina, chi è sceso per strada, chi è restato nella propria abitazione senza andare a dormire e pronto per qualunque decisione. E purtroppo si è verificato anche che una signora è stata stroncata da un malore dopo essere scesa in strada con il marito per la paura delle scosse sismiche.
Dal sito INGV si è anche potuto verificare che lo “sciame sismico” era in atto già dalle 16.00, circa, del giorno precedente, il 26 di Aprile, con scosse di lieve entità che nessuno di noi aveva avvertito, tanto che quella più consistente, delle 00.38 del 27 Aprile, ci ha colto totalmente di sorpresa.
Quindi si sapeva che era in atto uno sciame sismico che riguardava un territorio ben definito e con possibilità di valutazione, secondo gli studi effettuati ad esempio dall’Università Federico II di Napoli abbastanza attendibile per quanto riguarda la durata dell’evento, mentre per quanto riguarda la pericolosità “i risultati sembrano indicare che, nonostante le apparenti differenze, i modelli di pericolosità considerati siano confrontabili quando valutati alla luce dello scuotimento in terremoti passati”.
Perché, allora, nessuno ha valutato l’utilità di avvertire in qualche modo la popolazione del territorio interessato dallo “sciame” in corso per renderla consapevole di ciò che stava accadendo e consentirgli di predisporsi ad affrontare l’evento? Come si affronta un terremoto? Intanto predisponendosi mentalmente all’evento, in modo da adottare le decisioni più opportune su come e dove passare le ore successive. Qualcuno può decidere di trascorrere la notte che verrà, in macchina, oppure di recarsi da parenti o amici in altri territori; di fare, insomma, tutto ciò che è possibile valutando sia il grado di sicurezza della propria abitazione che le reazioni che un evento sismico procura in ciascuno di noi a
seconda dell’età, delle eventuali fragilità e del supporto di cui può disporre.
La popolazione invece non è stata in nessun modo avvertita, se non chi, di propria iniziativa, usa frequentare giornalmente, o per puro caso, il sito INGV. Come non vennero avvertiti gli abitanti di Campi Bisenzio, e gli altri della Piana, che il Bisenzio il 2 Novembre dello scorso anno aveva superato il livello di guardia e la Marina aveva travolto il muro di contenimento alla villa Montalvo. Un tempo i campigiani quando i fiumi erano in piena venivano avvertiti con gli altoparlanti installati sulle macchine in giro per il paese.
Oggi abbiamo le “App”, i sistemi IT-Alert regionali (operativi soltanto per una limitata tipologia di rischi di protezione civile), i vari Enti pagati per monitorare il territorio, l’intelligenza artificiale, ma non sembra che siano stati fatti grandi passi avanti in termini di attenzione per la popolazione.
Giuseppe Benassi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 Aprile 2024