E’ sempre più polemica all’interno della cooperativa Il Forteto
VICCHIO – E’ ancora polemica, sempre più forte, all’interno della cooperativa “Il Forteto”. L’altro ieri in una lettera aperta otto soci denunciano, nonostante la conferma dell’impianto accusatorio e delle condanne della sentenza di appello “il permanere dello stato di fatto all’interno dell’organizzazione della cooperativa”.
“Come soci – hanno scritto al presidente Palanti – che avevano dato fiducia a un progetto di reale rinnovamento dell’azienda per dimostrare che ci teniamo alla salvaguardia del lavoro per noi stessi e per gli altri lavoratori, soci e non, speravamo in un vero e proprio cambiamento di gestione e di gestori. Così non è stato”. Anzi – è l’accusa – “il presidente ha fatto dichiarazioni tanto gravi che in nessun modo tengono conto della realtà giuridica emersa in primo grado e confermata in secondo grado, dimostrando così di allinearsi totalmente alla vecchia gestione. Quindi togliamo la fiducia, espressa nell’assemblea del 22 aprile 2016, al ‘nuovo’ Cda e a tutte le figure che da esso dipendono”.
E gli otto soci denunciano che “la cooperativa è stata riconsegnata nelle mani della comunità; ai soci della comunità e ai soci a loro sodali sono stati riconosciuti incarichi e responsabilità che vedono i soci denuncianti o parti offese, di nuovo e in ogni reparto, loro subordinati”.
Così, a stretto giro, la cooperativa ha diffuso una nota, dove si risponde alle critiche e alle accuse, che pubblichiamo.
A seguito delle polemiche interne alla cooperativa, seguite alla sentenza della Corte di Appello di Firenze, che hanno avuto eco anche su alcuni organi stampa, il consiglio di amministrazione della cooperativa Il Forteto tiene a precisare che ha sempre operato e continuerà ad operare sulla linea tracciata fin da giugno 2015, momento dell’insediamento del Presidente Palanti, che vede come capisaldi una nuova organizzazione societaria e produttiva della Cooperativa e la separazione tra questa e l’Associazione.
Il programma, allora presentato e riconfermato con il rinnovo del Cda dell’aprile scorso, è stato nella sostanza rispettato.
Di seguito gli interventi realizzati:
- superamento del comodato d’uso degli immobili in uso all’associazione ed attivazione di contratti di affitto direttamente con i soci per le abitazioni di proprietà della cooperativa;
- scelta di un temporary manager di provata capacità e competenza, a cui è stata affidata la direzione dell’azienda con il compito di riorganizzare in chiave moderna ed efficiente l’attività della cooperativa;
- adozione di un organigramma gerarchico funzionale per rendere chiari e trasparenti ruolo e mansioni di ogni addetto;
- elezione di un nuovo consiglio di amministrazione con l’ingresso di due componenti esterni alla cooperativa (l’elezione è, tra l’altro, senza la partecipazione al voto dei soci condannati in primo grado);
- trasferimento degli uffici della presidenza;
- trasferimento degli uffici amministrativi (i lavori inizieranno nei primi giorni di agosto).
“Questi sono i fatti – fanno sapere dal Cda della cooperativa – relativamente alle opinioni ci permettiamo di rimarcare che è dovere di ogni amministratore operare in favore della società amministrata. Non comprendiamo quindi la censura alla dichiarazione che valuta positivamente l’assoluzione dell’ex presidente Pezzati come un ulteriore elemento a sostegno della completa estraneità della cooperativa ai fatti ascritti ad alcuni soci ed ex soci”.
“Per quanto riguarda, invece, la asserita subordinazione di soci lavoratori vittime ed oppositori, la cui equiparazione di due categorie assolutamente non paragonabili non è nostra, – sottolinea il Cda della cooperativa – a soggetti condannati, confortati dalla comunicazione ricevuta in proposito dal direttore Aiazzi, affermiamo che nel nuovo organigramma non ci sono soci lavoratori con condanna confermata in appello che rivestono un ruolo direttamente sovraordinato alle vittime che ancora lavorano all’interno della cooperativa. L’organigramma in questione, come illustra la nota del direttore Aiazzi, fotografa una situazione in progress, in cui tutte le posizioni sono sottoposte a verifica nei prossimi 6 mesi e quindi unilateralmente modificabili da ambo le parti”.
Gli amministratori della cooperativa fanno sapere che hanno sempre seguito con molta attenzione l’aspetto dell’ambiente lavorativo e dato indicazioni alla direzione aziendale di curare con particolare attenzione questa questione: “Ci confortano sotto questo aspetto i risultati emersi dall’indagine sullo stress da lavoro correlato a suo tempo commissionata ad una società specializzata e dalla cui relazione finale, illustrata recentemente a tutti i lavoratori, risulta una situazione complessivamente positiva”, affermano gli amministratori.
Inoltre, il Cda nell’ultima seduta ha preso in esame il rapporto associativo dei soci che hanno vista confermata la condanna in appello. Pur nella consapevolezza che la condanna è tale solo se passata in giudicato, gli amministratori hanno deciso di chiedere ad uno studio legale un parere circa la possibilità di assumere comunque provvedimenti sanzionatori nei confronti dei suddetti soci, sulla base di quanto previsto dallo statuto e dal codice etico della cooperativa, oltre che dalla legislazione corrente.
Infine il consiglio di amministrazione assicura tutti i 100 soci della cooperativa, anche gli 8 che gli hanno tolto la fiducia, che continuerà ad operare unicamente nell’interesse della Cooperativa e di tutti loro.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 luglio 2016