Faentina, arriveranno nuovi treni? Se ne è parlato con l’assessore regionale ai trasporti
MUGELLO – Stavolta non è stato un incontro di facciata, ma un confronto vero. Senza scontri, ma anche senza sconti. Da settimane la pentola della ferrovia Faentina era in ebollizione, tante polemiche, e tanti interventi, e c’era bisogno di fare il punto. Il Pd di Borgo San Lorenzo se ne è fatto carico, organizzando un incontro con l’assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli. Al tavolo, coordinati dalla consigliera Irene Pieroni, c’erano il sindaco borghigiano Paolo Omoboni, il consigliere delegato della Metrocittà Tommaso Triberti, sindaco di Marradi e il consigliere regionale Massimiliano Pescini.
Omoboni ha iniziato sottolineando la crescente importanze della linea mugellana: “La Faentina compie 22 anni: da quel 9 gennaio del 1999 quando eravamo poche decine di pendolari a prenderla, grazie al Memorario del 2007, grazie all’attestazione a Santa Maria Novella e all’arrivo dei Minuetto, oggi questa linea è utilizzata da migliaia di pendolari tutti i giorni”.
Ma i problemi, da anni non mancano: disservizi, ritardi, soppressioni di treni. Li hanno ricordati i sindaci mugellani presenti, e Triberti lo ha evidenziato: “Il rischio di questa situazione è duplice: spinge a non prendere più il treno e a usare la propria auto, oppure, specialmente nelle nostre zone, ad andare a vivere altrove. Per questo non vogliamo aspettare i treni a idrogeno ma occorre intervenire subito. Altrimenti tra otto anni si rischia di avere la ferrovia ganza e green, ma senza più passeggeri”.
Omoboni guarda al domani prossimo. E sia lui che i membri del Comitato Pendolari ricordano all’assessore regionale gli impegni di Trenitalia: “Un anno fa l’ex direttore Scarpellini disse che dal 2022 sarebbero iniziate le sostituzioni dei treni anche sulla Faentina con i nuovi Hitachi ibridi e questo impegno deve essere confermato da Trenitalia”.
Ma c’è anche la partita, tuttora bloccata, dei 47 milioni di euro messi a disposizione dal “protocollo d’intesa Nencini”, investimenti che RFI avrebbe deciso di aumenare a 80 milioni di euro. Massimo Rossi, del Comitato pendolari non fa sconti: ricorda che i fondi –per 31 milioni derivanti dalle contropartite per i danni dell’Alta Velocità sono stati destinati- anche e soprattutto a interventi che non riguardano propriamente la Faentina ma la tratta Borgo-Firenze via Pontassieve e comunque per opere “discutibili”, come la soppressione dei passaggi a livello: “Niente raddoppi dei binari, niente treni nuovi. Come convincerci –dice Rossi- che non ci avete fregato un’altra volta?”. E sull’argomento anche Federico Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero è molto esplicito: “Con RFI non ci si riesce a parlare. E in quattro anni, con quei 47 milioni, non si è riverniciato neppure una stazione”.
Durante l’incontro – nel quale sono intervenuti anche Giacomo Tagliaferri e l’ing. Giuseppe Moschi-, Ignesti ha messo in evidenza un altro tema spinoso, quello delle troppe stazioni: “Con la Faentina, prima della guerra, si arrivava da Borgo a Firenze in 25 minuti, ora ce ne vogliono 40. Ha senso la fermata in tutte quelle stazioncine?” E così è stato introdotto – ne ha parlato anche la vicesindaco di Barberino Sara Di Maio – l’argomento dell’intermodalità: “La Faentina – ha detto Di Maio – deve essere la dorsale, ben collegata con tutto il Mugello da una rete di bus. Ed è necessario pensare anche all’utilizzo delle bici”. Anche su questo l’assessore regionale ha convenuto: “Quello delle troppe stazioni può essere un tema impopolare, ma importante, e occorre fare scelte per migliorare il servizio. Del resto l’intermodalità è una delle partite strategiche, e va pensato anche il tema della valorizzazione del patrimonio immobiliare delle stazioni ferroviario, nell’ottica della logistica, di hub, di rigenerazione urbana”.
Infine il capitolo idrogeno. Durante la serata si sono ascoltate anche voci molto critiche, come quella dell’ingegner Mazzinghi che ha ribadito i limiti e anche la pericolosità di un utilizzo di questo combustibile sui treni. Limiti anche di tipo ambientale, visto che al momento per produrre l’idrogeno si usano in gran parte fonti non rinnovabili ma fossili. “Noi – ha detto il sindaco Omoboni- come Unione dei Comuni abbiamo fatto uno studio di fattibilità che ci ha confermato come migliore opzione l’utilizzo dell’idrogeno, mentre l’elettrificazione è superata come soluzione anche perché andrebbe chiusa la linea per un anno e mezzo o due”. E l’assessore regionale Baccelli lo ha confermato: “La ferrovia Faentina – lo si è chiarito in un incontro con RFI e Trenitalia – è uno dei 6-7 progetti sperimentali pilota a livello nazionale. Ovviamente il progetto sarà sottoposto ai necessari esami tecnici”.
Ma il tema più rilevante, al momento, è senz’altro il possibile rinnovamento dei convogli che viaggiano sulla Faentina. “Nel 2022 – si è impegnato Baccelli- occorre metterci i bimodali, non solo più ecologici ma anche più efficienti. Sono i Blues, modulari, con spazi per le bici, 300 posti per i passeggeri”. E sollecitato, ha ribadito questo obiettivo prioritario, del rinnovamento del materiale rotabile: “Dobbiamo trovare i modi per avere da Trenitalia una tempistica. E dobbiamo stare col fiato sul collo.” Non senza un’ammissione: “Siamo qui a raccontare anche la nostra impotenza. E’ un problema di sistema, ci sono investimenti importanti con tempi troppo lunghi”.
Il Comitato dei Pendolari mugellani ha espresso apprezzamento per la presenza e la disponibilità dell’assessore regionale: “Negli ultimi otto anni non eravamo mai riusciti a confrontarci faccia a faccia con l’assessore regionale ai trasporti”, gli ha detto il portavoce del Comitato Maurizio Izzo. Che non ha perso l’occasione per mettere sul tavolo le varie questioni. Compreso il contestare all’assessore le sue affermazioni fatte in risposta ai sindaci mugellani. “Dire che la Faentina è la miglior linea diesel della Toscana – gli ha detto Izzo- non fa dispiacere a noi, fa dispiacere alla Toscana”. E qui, a sorpresa, l’assessore ha sconfessato il comunicato regionale che riportava le sue dichiarazioni, dicendo di non pensare assolutamente quelle cose che lì erano scritte.
Izzo ha evidenziato i disservizi sulla Faentina, ha ricordato le tante battaglie perse – biglietterie chiuse, corse non concesse -, e le promesse, “fatte tante e mantenute poche”, con una notazione finale: “su un binario solo, e senza la necessaria manutenzione, come si ferma il treno diesel si ferma anche il treno a idrogeno”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 Novembre 2021