SS.Annunziata, situazione difficilissima alla casa di riposo
FIRENZUOLA – E’ drammatica, e paradossale, la situazione della RSA Santissima Annunziata di Firenzuola. Una struttura seria e ben gestita, ma sconvolta da una decina di giorni dall’ingresso del Covid, che ha contagiato nell’arco di 48 ore tutti gli ospiti e oltre due terzi dei dipendenti nei reparti. Per adesso non ci sono vittime dirette – l’unico decesso recente non è legato al contagio del virus -, ma le preoccupazioni sono forti, visto l’alto numero di ultranovantenni presenti.
In particolare ci si chiede in che modo continuare a dare assistenza ai 65 anziani lì ospitati. Risulta infatti difficilissimo organizzare il servizio contando su meno di un terzo degli operatori previsti, col rischio peraltro di ulteriori assottigliamenti.
I responsabili della SS. Annunziata e i dipendenti però ci stanno provando in tutti i modi a trovare una soluzione: e non pochi tra gli operatori, pur positivi (asintomatici o paucisintomatici), hanno deciso volontariamente di fare la quarantena all’interno della RSA per continuare a dare mano al residuo terzo del personale finora negativo al Covid. Peraltro i dipendenti positivi che fanno quarantena in struttura – vi rimangono in pratica per tutte le 24 ore – evitano il rischio di contagio ai familiari con loro conviventi e nel contempo non espongono ad alcun rischio i colleghi negativi, perché questi per lavorare a contatto con gli ospiti contagiati devono necessariamente operare indossando tute, guanti, mascherine, occhiali per restare impermeabili al contagio Covid.
Dal 5 novembre, la SS. Annunziata è stata presa in carico (secondo i protocolli) dal GIROT dell’Azienda Sanitaria che coordina e gestisce tutto il personale della RSA, avvalendosi saltuariamente anche dell’USCA, diventando in pratica una sorta di presidio ospedaliero distaccato, per evitare ricoveri negli ospedali, a cominciare da quello di Borgo San Lorenzo.
Poiché gli operatori, e soprattutto quelli assistenziali (pari all’80% del numero totale dei dipendenti) rischiavano comunque di non bastare se tutti i contagiati se ne fossero andati a casa, il sindaco di Firenzuola Giampaolo Buti ha emesso due ordinanze straordinarie e urgenti come Autorità Sanitaria Locale: la prima per consentire lo svolgimento della quarantena dei positivi (asintomatici) all’interno della struttura, la seconda per permettere anche a coloro che svolgevano la quarantena nella propria abitazione di poter uscire per recarsi al lavoro. “In una situazione di straordinaria e assoluta emergenza – si legge nelle ordinanze di Buti – queste deroghe hanno la finalità esclusiva di assicurare un servizio essenziale ad anziani non autosufficienti ultraottantenni e con patologie plurime non altrimenti perseguibile con mezzi ordinari per la dichiarata indisponibilità dell’Azienda Sanitaria a fornire il necessario personale sostitutivo di immediato utilizzo”.
Si trattava in tutto, tra i destinatari della prima e della seconda ordinanza, di una quindicina di operatori, fondamentali per dare assistenza agli anziani ricoverati e malati in aiuto alla quindicina di residui operatori rimasti negativi e quindi al lavoro.
Ma il Prefetto di Firenze Laura Lega ha eccepito sulla seconda ordinanza – quella che consentiva lo spostamento dei dipendenti positivi da casa al lavoro e viceversa – , e così il sindaco l’ha revocata. Col prefetto che ha prospettato di potersi avvalere della Protezione Civile. “Ma a parte cucinare che possono fare gli operatori della protezione civile? – dice Angelo Di Meo, consigliere delegato alla sanità di Firenzuola, e che lavora anch’egli come responsabile alla SS.Annunziata – Qui siamo in una situazione straordinaria, c’è da assistere decine di persone anziane, ne va della loro vita. A questo punto la minaccia più grande non è il virus ma la burocrazia con il suo rispetto cieco ed acritico delle leggi e soprattutto la generale ipocrisia che la sostanzia. Infatti, quanti sono i positivi Covid asintomatici che non risultano perché non sottoposti a tampone e che circolano insieme ai non contagiati: secondo gli epidemiologi vanno dal doppio al quintuplo di quelli certificati. Ma non si affronta questo che sarebbe il vero problema con dosi massicce di tamponi, perché dietro l’alibi della carenza di risorse finanziarie in realtà si cerca di non far emergere la vera entità del problema che ci attanaglia e della esiguità e della risibilità della risposta. Si preferisce obbligare a stare a casa 5 o 6 persone che a discapito dei propri diritti e interessi preferirebbero dare una mano invece di rimanere inattivi di fronte alla perdita di alcune vite umane.”
Si può comprendere allora anche la demoralizzazione dei dipendenti che vedono frustrati gli sforzi e l’impegno al di là anche del dovuto di fronte alla miopia di coloro cui spetterebbe fare le scelte più oculate e razionali, facendosi carico delle vere priorità e degli interessi in gioco.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 Novembre 2020