“Fuori Salvini dal Mugello” è uno sbaglio
Non si condivide in nulla la Lega di Salvini, lepenista, antieuropea, populista, che ricerca voti alimentando paure senza dare soluzioni, che propone divisioni, alza steccati e non ragiona sulle modalità di condivisione che, invece, creerebbero le premesse per una società più ricca culturalmente, più stabile, più aperta, più evoluta.
Ma l’impedire che Salvini – o chi per lui – possa dire il suo pensiero, non garantendo il diritto di esprimere il proprio punto di vista politico, è un atto violento contro quella libertà, quella democrazia e quell’integrazione che invece si vorrebbe difendere. E, nei fatti, ci si rende uguali al segretario leghista che si contesta. Per questo, con convinzione, non mi è possibile condividere “Fuori Salvini Dal Mugello-Appendi il tuo striscione” organizzata dai circoli PRC mugellani per contestare il passaggio del segretario leghista nella nostra zona.
Dopo i fatti di violenza e terrore in Francia, ovunque troneggiava la scritta “Je Suis Charlie” simbolicamente a sostegno alla lesa libertà di espressione. Ma se si volesse cercare il reale archetipo del concetto alto di integrazione e di libertà, lo descriverebbe meglio la frase scritta su Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso dai fratelli Kouachi, dal libanese Dyab Abou Jahjah: “Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura, ma io sono morto per difendere il suo diritto di farlo”.
Fabrizio Nazio
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, febbraio 2015
Ancora devo capire come appendere due striscioni impedirà Salvini di parlare..