Giotto, grande convegno a Vicchio organizzato da “Mugello Mediceo”
VICCHIO – Si continua a parlare di Giotto e del suo luogo di nascita, dibattito riacceso dal recente libro di Riccardo Nencini.
E ne ha parlato di recente anche l’inserto domenicale del Sole 24 ore, con un articolo in prima pagina di Angelo Tartuferi, storico dell’arte ed ex-direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze.
A Tartuferi peraltro, l’Associazione “Mugello Mediceo” promossa dallo stesso viceministro Nencini, ha affidato l’organizzazione di un convegno internazionale “Intorno a Giotto nel suo Mugello, a 750 anni dalla nascita. Approfondimenti critici e nuove ipotesi”, che si terrà nel teatro comunale di Vicchio, con la presenza di molti studiosi e storici dell’arte, convegno di studio che si terrà il prossimo 16 settembre.
Interverranno infatti: Alessandro Tomei, ”Le architetture dipinte nella Leggenda francescana di Giotto ad Assisi”; Victor M. Schmidt, ”La navicella di Giotto: una rilettura”; Giovanna Ragionieri, “Il dialogo tra scultura e pittura nell’età di Giotto”; Giorgio Bonsanti, “Ciò che non sappiamo di Giotto”; Angelo Tartuferi, “Le Botteghe ‘locali’ di Giotto: alcune considerazioni”; Enrica Neri Lusanna, “Magister Ioctus tra scultori e architetti”; Cecilia Frosini e Roberto Bellucci ”‘E ora ha Giotto il grido’: leggere la tecnica, capire lo stile”.
Tartuferi non esclude affatto che Giotto abbia i suoi natali in Mugello. Prima ricorda le argomentazioni di Nencini che sposterebbero a Firenze il luogo di nascita di Giotto, poi aggiunge: “Ma persino la nascita mugellana è del tutto ammissibile, non foss’altro perché asserita da una delle fonti più autorevoli e soprattutto attendibili sull’arte e gli artisti del Trecento, i Commentari di Lorenzo Ghiberti – il grande scultore e orafo fiorentino – che indica come luogo di nascita di Giotto il piccolo borgo di Vespignano. La patria mugellana dell’artista era peraltro confermata, è giusto ricordarlo, da Ugo Procacci, al contempo storico dell’arte d’indubbio valore e acuto conoscitore delle carte d’archivio, in un volume di autori vari dal titolo assai eloquente, Giotto e il Mugello, pubblicato a Firenze nel 1978. Numerosi e incontrovertibili sono gli indizi che legano Giotto e, fatto non meno rilevante, i suoi familiari, al Mugello: in quella terra egli acquista case e terreni; lì vivevano i suoi figli e tre delle quattro figlie si maritarono con abitanti del luogo; il figlio Francesco è menzionato nel 1329 come priore della chiesa di San Martino a Vespignano; nel luglio del 1337, a pochi mesi dalla morte del pittore, la vedova Ciuta di Lapo si trasferisce in Mugello. Una possibile soluzione potrebbe risiedere nel trasferimento della madre del gran patriarca della pittura italiana del tempo dalla città alla campagna, appositamente per partorire… una circostanza molto aderente alla realtà perfino in epoca moderna”.
L’ex-direttore dell’Accademia aggiunge e scherza: “In un passo dell’intrigante volume [Nencini] sembrerebbe propendere per una più plausibile nascita fiorentina di Giotto. E così facendo, dispiace di doverlo rimarcare, il senatore finisce per giocarsi una facile elezione a segretario del «P.O.M.», il nient’affatto improbabile Partito dell’Orgoglio Mugellano… ma forse -conclude Tartuferi- due segreterie politiche sarebbero davvero troppe!”
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 luglio 2017