Il sindaco Moschetti è giunto in Ucraina
MUGELLO – Nelle poche righe che ci ha inviato, il sindaco di Palazzuolo sul Senio Moschetti, che sta partecipando alla spedizione pacifista umanitaria “Stop the War”, promossa dalla Comunità Giovanni XXIII e da un centinaio di associazioni, è riuscito a raccontarci qualche impressione di viaggio appena varcata la frontiera ucraina. Tra paura, rabbia e tensione. In un posto dove la speranza è merce rara.
Entriamo in Ucraina molto presto. La sveglia è stata inutile. Ci ha pensato l’app dell’allarme aereo. La prima persona che incontro al check point è il vescovo di Bari. Ci diamo del tu e facciamo un selfie dove vengo con gli occhi chiusi. Non farei così con Betori. Ma qui ê così.
I poliziotti di frontiera sono cortesi. Quando ci chiedono cosa portiamo e rispondiamo cibo e medicinali mi aspetto un segno di riconoscenza. Non ne fanno nessuno. Sono troppo tesi.
Incontriamo vari checkpoint. I soldati che li controllano hanno la faccia seria, quasi arrabbiata. Mi viene in mente quando alla scuola allievi ufficiali ci dicevano che dovevamo essere massicci ed incazzati. Non so se li definirei massicci. Di sicuro hanno le facce incazzate. Il fisico e l’atteggiamento non sono però marziali e tradiscono mestieri diversi dal soldato.
Alle fermate dell’autobus mamme con bambini, qualche vecchio cammina per strada…uomini non se ne vedono..penso che se fossi Ucraino anche mia moglie e mia figlia sarebbero sole alla fermata della autobus…
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 aprile 2022