Il sindaco Paolo Omoboni vuol cambiare partito ed entrare nel PD. Accompagnato da Borgo Migliore
BORGO SAN LORENZO – Si prepara un terremoto politico a Borgo San Lorenzo, con una modifica degli assetti all’interno della maggioranza. Cambierebbe casacca il sindaco Paolo Omoboni, pronto a passare al Pd; e non sarebbe una mossa solitaria, ma con lui transiterebbe nel Partito Democratico borghigiano anche una buona fetta di “Borgo Migliore”, il gruppo nato a sostegno della candidatura di Omoboni e che alle elezioni comunali ottenne un ottimo 17% con la conquista di tre consiglieri.
Il condizionale è più legato ai tempi in cui l’operazione avverrà che alla decisione, ormai presa. Non senza frizioni e possibili spaccature in Borgo Migliore, al cui interno da tempo si discute la cosa, e presto potrebbe anche essere reso pubblico un documento politico per spiegare il senso della scelta.
Non è un passo lieve, quello del sindaco socialista Paolo Omoboni passare al Pd. Vinse le primarie che gli valsero la candidatura a sindaco ponendosi come figura “diversa” e alternativa al partito che da sempre ha amministrato Borgo San Lorenzo. E lo sostennero convintamente anche tante persone che solitamente votavano centro e centro-destra. E tanti delusi dalla politica del Pd borghigiano, oltre che i suoi compagni di partito del Psi. Ora invece decide di prendere la tessera del partito di Renzi, Bersani e D’Alema. Un bel salto.
Motivato, molto probabilmente –né Borgo Migliore né lo stesso Omoboni al momento vogliono rilasciare dichiarazioni – dal desiderio di uscire dall’isolamento, dal contare di più nell’ambito della politica mugellana – tutta appannaggio del Pd -, nell’avere riferimenti politici a livello di area metropolitana e regionale che possano assicurare udienza ed anche sostegno. Ed anche, perché no, per favorire una propria riconferma quando si tratterà di tornare alle elezioni per il sindaco.
Il disegno del gruppo di Borgo Migliore che vuol trasferirsi in via Sacco e Vanzetti, nella sede del Pd è quello di prendere in mano il controllo del partito. Che, almeno in una sua parte, non ha affatto digerito lo schiaffo della perdita delle primarie. E che condiziona, anche in comune, determinate scelte. E talvolta agisce da freno.
Per controllare la segreteria del partito vi sarebbe una saldatura con la componente “renziana” – o per parlare in termini più locali, con quella che fa riferimento a Bonanni, Becchi e Miniati – che già aveva vinto il precedente congresso, sia pure sul filo di lana, salvo poi inciampare nell’errore di candidare segretario Becchi che come assessore era incompatibile per la carica della segreteria-. Unire le forze, e le tessere, di questo gruppo, con quelle che verranno da Borgo Migliore potrebbe spostare in modo decisivo gli equilibri facendo prendere il controllo del partito alla componente “omoboniana”. E il progetto ha avuto un’accelerazione in quanto si pensa al prossimo congresso del Pd, che secondo i fautori della confluenza dovrebbe tenersi all’inizio del 2017, e si vuol essere pronti, anche numericamente, per la battaglia interna.
La mossa rischia comunque di accrescere, almeno in una prima fase, la turbolenza all’interno della maggioranza. E’ molto probabile che in casa Pd l’area che fa riferimento a Bettarini e Spacchini – e che comprende anche la maggior parte del vecchio partito – senta la manovra come un’OPA ostile, un tentativo di scalata. E si reagisca con virulenza, anche in consiglio comunale.
Pure in casa Borgo Migliore non tutto filerà liscio, peraltro. Sembra certo che i tre consiglieri comunali della lista non siano affatto d’accordo con la scelta del loro sindaco. E quindi non acconsentirebbero a fare un gruppo unico col Pd in consiglio comunale e potrebbero cambiare anche denominazione. Sarebbe una forte spaccatura interna. E anche tra gli iscritti di Borgo Migliore non tutti sono convinti dell’opportunità dell’operazione, anche per come la lista si era presentata, due anni fa, all’elettorato, distinta e diversa dal Pd. Sicuramente poi non la prenderà bene la componente socialista, abbandonata dal proprio leader. E in generale coloro che non vedono di buon occhio la conversione di Omoboni e Borgo Migliore sulla via del Pd avrebbero preferito che il sindaco e il suo gruppo, senza dividersi avessero proseguito, per consolidare le proprie posizioni, in un’opera di buona amministrazione – che generalmente gli viene riconosciuta – e di rapporto diretto con i cittadini, senza giochi e trasformismi politici.
Comunque vada a finire, si prefigurano scenari politici molto vivaci e molto diversi, a Borgo San Lorenzo nei prossimi mesi.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 aprile 2016