Il soldato e il fiore al Parco della Rimembranza a Ronta
La bandiera italiana sventola nel parco della Rimembranza. Simbolo dell’ unità nazionale. Segno di speranza per la comunità di Ronta. Il rinnovato giardino, ha suscitato interesse per la vicenda e la storia dei trenta militari morti nel corso della Grande Guerra. Soldati, come si diceva una volta, del “Popolo“ di Ronta.
Della inaugurazione avvenuta il 22 Febbraio scorso, si è riferito con dovizia di particolari nei giornali locali. Ora voglio raccontare un accadimento, che mi ha sorpreso. Alcuni giorni dopo, un pomeriggio camminando vicino al parco, ho visto un piccolo fiore giallo accomodato nel terreno davanti alla pietra che ricorda il nome di Pietro Piovanelli.
Sorpreso di questa piccolo gesto di carità, ho provato gioia. E’ tornato il ricordo. Mi rivedo bambino, passare davanti al parco per andare alla scuola elementare. Provavo curiosità senza comprenderne il significato. Talvolta al ritorno mi capitava di soffermarmi nei piccoli vialetti interni. Leggevo con interesse i nomi dei soldati scritti nelle belle targhette bianche posizionate davanti ad ogni cipresso. Un nome e un albero per ogni soldato! Provavo un’altra curiosità, non comprendendo il motivo per il quale, gli stessi nomi, erano (e sono), scritti sul fronte della chiesa di Badia. Il parco mi appariva triste e cupo. Qualcosa mi sfuggiva. Passando il tempo, e avanzando nell’età, ho capito le motivazioni dei nomi scritti nel parco e il ripetersi presso la chiesa parrocchiale. L’abbandono del luogo e la sua decadenza non interessava a nessuno. Inserendomi nella vita del paese, ho conosciuto persone che avevano il nome e il cognome di alcuni soldati del parco. Soddisfacendo, la mia curiosità, ho saputo che erano nipoti o parenti dei militari deceduti. I padri in onore di un congiunto, dichiarandoli all’anagrafe imponevano ai figli il nome di un fratello o di un congiunto. Questi ultimi, nati negli ultimi anni del primo decennio e nei primi anni venti del novecento, oramai sono deceduti. Essi, hanno vissuto! Si sono sposati. Hanno visto crescere i figli e i nipoti. Questa è la differenza! Il confronto, mi appare ingiusto e ingiusta mi appare la sorte dei giovani morti, chiamati d’obbligo ad esser soldati nella Grande Guerra. Quanti ricordi hanno lasciato e quanti rimpianti per la loro sorte da parte dei familiari.
La perdita di un figlio ti cambia la vita. Ho provato questa condizione difficile. Cos,i passati quasi cent’anni penso ai soldati morti del mio paese, e mi par di poter tornare indietro, di sentire e misurare il dolore e la rabbia dei genitori. Dolore che con il passar del tempo si attenua, si addolcisce e si trasforma in nostalgia e rimpianto. Condizione questa, che ti permette di vedere e sentire gli avvenimenti della vita con una dimensiona nuova. Se hai la grazia dall’Alto, puoi sperare e esser d’aiuto al prossimo.
Leggendo un articolo di Aldo Giovannini, ho capito che il parco della Rimembranza, negli anni successivi alla realizzazione, era mantenuto e curato amorevolmente dai familiari. La selezione naturale del tempo ha prodotto la scomparsa dei familiari. Cosi, arrivò l’abbandono e la decadenza per tantissimi anni.
Nei primi anni del duemila, un uomo del paese, brava persona e bravo artigiano, costruttore di relazioni, ha sollecitato e richiesto la ricostruzione del parco. Si è provveduto, se pur in ritardo, tanto che lo stesso, non ha visto quanto desiderava. Me ne dispiace. Egli ha gettato il seme del piccolo fiore. Passati alcuni giorni sono spuntati altri trenta piccoli fiori. Un fiore per ogni soldato! Ho compreso quello che mi sfuggiva da ragazzo. Mi sfuggiva la Speranza. Ora ho capito che è giusto, il ricordo collettivo di una comunità. Il primo fiore e i successivi trenta fiori del parco, rendono giustizia, e come un canto collettivo, annunciano, il paese tutto, si prende carico del ricordo e del dolore subito dai familiari.
Patrizio Baggiani
PS. Quanto è accaduto alla bandiera mi costringe ad alcune precisazioni. Questo scritto l’ho iniziato dopo aver accertato il piccolo fiore. L’ho visto, un mercoledì pomeriggio dopo la inaugurazione del parco. Ero in attesa dell’amico Piertommaso Messeri. Lo stesso, ha convenuto con me che il fiore era una bella sorpresa e una speranza. Ha commentato positivamente, la messa in opera della bandiera nazionale. Rendo pubblico merito all’assessore comunale Giacomo PIERI. Ha accolto un mio suggerimento di posizionare l’asta della bandiera. La foto a corredo di questo scritto, l’ho scattata il 13 Aprile. Avevo già concordato la pubblicazione sul giornale il Filo. La mia pigrizia, ha prodotto un notevole ritardo. Aggiungo, che è bello esporre la bandiera e ne provo soddisfazione nel vederla sventolare, per quanto rappresenta. Ma non può essere alla presa di sconsiderati. La sua esposizione è prevista a norma di Legge. Chi l’ha sottratta è certamente da commiserare. Ma non dobbiamo avere una reazione sconsiderata. Dobbiamo investire sui giovani mediante azioni positive e prospettare agli stessi manifestazioni culturali. Se si semina vento si raccoglie tempesta. Per quanto mi riguarda, e per quello che mi è possibile, perseguo questa linea.
In questa ottica, alla fine di Febbraio, una mattina di Sabato, ho portato i bambini del catechismo, che mi sono stati affidati al parco. Unitamente a mia moglie, ho rappresentato la necessità del ricordo e della memoria, e cosa vuol significare la bandiera.
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, aprile 2015
Leggendo l’articolo dell’amico Patrizio, mi tornano alla mente le volte, tantissime, che abbiamo preso posizione nel corso degli anni quando c’era da evidenziare e condannare atti vandalici contro le memorie sia civili che religiose le risposte erano offese ed irrisioni. Ero rimasto, come scrisse un erudito con l’Unità in tasca, l’ultimo dei moicani. Ed invece, guarda caso, dopo molti anni ecco le prese di posizione, le difese verso certi valori, i ricordi,la memoria. Hai scritto una gran bella cosa caro Patrizio e mi complimento. così come mi sono complimentato con il comune amico Pier Tommaso Messeri. Avanti così senza paure ne timori reverenziali per nessuno.A testa alta. Sempre così.
un bellissimo articolo scritto da Patrizio Baggiani riguardo al monumento ai caditi di Ronta, articolo molto toccante, e bravissiomo per aver portato i bambini del catechismo ” che mi sono stati affidati” frase con tanto valore. E’ atato fatto un bel gesto per quanto riguarda aver piantato un fiore ad ogni nominativo da una signora di Ronta. Prendiamolo come esempio.