Incontro sui Contratti di Fiume a Firenzuola. La cronaca
FIRENZUOLA – I corsi d’acqua non seguono le nostre suddivisioni territoriali, non parlano lingue diverse, il loro svolgersi è indifferente ai confini, alla politica e agli interessi umani.
Il territorio attraversato dal Santerno sta rivelando la sua fragilità ed è sempre più vulnerabile agli eventi meteo estremi determinati dai cambiamenti climatici; il fiume e i suoi territori sono stati sottoposti a pressioni dalle attività umane da una parte e all’abbandono dall’altra, tali da far perdere, in particolari circostanze, buona parte della sua naturale capacità di risposta.
La situazione del Santerno è estremamente critica, ciò è evidente per chiunque volga lo sguardo al fiume percorrendo la strada Montanara da Firenzuola a Moraduccio, interessata da numerose piccole frane, che se la stanno portando via un pezzetto alla volta, mentre salta agli occhi l’incuria in cui versano le sue rive.
La piena del Santerno, provocata in poche ore di pioggia intensa nella notte tra il 19 e 20 settembre 2014, ha causato gravi danni o distrutto infrastrutture pubbliche e private, allagato centri abitati. Nelle misurazioni Arpae relative a quell’evento, le precipitazioni hanno superato dovunque il tempo di ritorno di 50 anni, ed in alcune stazioni del Santerno e del Lamone anche il tempo di ritorno di 200 anni. D’altra parte si verificano, ormai sistematicamente, periodi di siccità che rendono evidente che le riserve d’acqua disponibili sono insufficienti per superare senza danno i periodi di maggiore crisi idrica e la scarsità di acqua nel Santerno nelle stagioni calde si registra ormai tutti gli anni.
Che i cambiamenti climatici in atto ci mettano di fronte a eventi meteorologici eccezionali, sempre meno rari, è un fatto che ci obbliga a riflettere su come si possa mettere in sicurezza i corsi d’acqua, per prevenire ulteriori disastri e gestire una risorsa preziosa sotto tutti i punti di vista.
Nell’incontro che si è tenuto sabato 24 marzo dall’associazione di Firenzuola Cittadini per la Difesa del Santerno in collaborazione con Geol@b Onlus, si è tornati ancora su un tema caro all’associazione e di cui si era già dibattuto pubblicamente in passato.
Le possibilità di stipulare un Contratto di Fiume per il tratto che riguarda il Comune di Firenzuola sono state illustrate da Giacomo Buganè, che con Geol@b Onlus si occupa di questa tematica da anni anche a livello internazionale.
Il Contratto di Fiume è un “accordo tra soggetti, uno strumento volontario di programmazione strategica e pianificata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale”. Strumento che è già stato messo in atto in molte realtà a partire dalla Francia nei primi anni ’80 per poi diffondersi in pochi anni in molte altre nazioni e anche in Italia.
Tra le misure maggiormente utilizzate e illustrate nell’incontro troviamo la sistemazione delle rive e la piantumazione di alberi in grado di proteggerle dal dilavamento, trattenere e rallentare la corsa tumultuosa delle acque a valle. Altre misure suggerite sono l’utilizzo di sbarramenti semi-naturali con massi ciclopici, sempre allo scopo di trattenere e rallentare l’impeto del torrente o la realizzazione di briglie costruite in modo da consentire il passaggio dell’acqua e la risalita dei pesci, e allo stesso tempo, trattenere i detriti, anche di grandi dimensioni, che le fiumane portano con sé.
Tra gli aspetti più innovativi evidenziati esiste la possibilità di mettere in atto strumenti elaborati e condivisi dalle comunità stesse, le prime vere conoscitrici del proprio territorio e le prime a essere direttamente interessate alla sua tutela alla sua valorizzazione.
In quell’occasione abbiamo saputo inoltre che l’argomento è di stretta attualità anche per il Santerno. Si è tenuto infatti a Fontanelice il 1 febbraio di quest’anno un forum aperto al pubblico volto alla realizzazione di un contratto di fiume comprendente i territori da Castel del Rio a Imola ma non il Comune di Firenzuola.
Tuttavia se non si provvede a monte, i danni si riverseranno a valle, indipendentemente dal colore politico delle Amministrazioni al momento in carica.
Come la Regione Emilia Romagna anche la Regione Toscana incentiva questa pratica pubblicando annualmente bandi per la “Definizione di progetti finalizzati alla realizzazione dei Contratti di fiume in Toscana”. Beneficiari saranno “i Comuni, in maniera singola o associata, che potranno avvalersi della collaborazione e il supporto di associazioni del territorio”.
La lingua del fiume è antica, paziente, pacifica e piena di saggezza, altre volte rapidissima e violenta. Una lingua che ci parla continuamente di una storia che risale a prima della sua stessa esistenza, che ci mostra, col suo andamento a meandri, gli effetti di eventi che hanno disegnato il percorso e caratterizzato la morfologia delle sue rive. Le sue acque hanno attraversato la Storia, si sono tinte del colore del sangue dei morti causati dalla follia della guerra, si sono unite al sudore e agli sforzi della sua gente e ne hanno lavato la fatica. Egli ci parla di storie, di tradizioni e valori che meritano di essere raccolti e trasmessi, delle potenzialità anche economiche che queste ricchezze contengono, dai prodotti tipici di straordinaria qualità a tutti quei tesori di cultura che racchiude il suo ambiente. Questo vale per il fiume Santerno ma anche per i corsi d’acqua minori suoi affluenti (Riateri, Rio Barondoli, Rovigo, Diaterna, Veccione, etc.). Ma è una lingua che la sordità umana non sembra in grado di sentire, un discorso che dovrebbe spingerci a trovare soluzioni nuove che vedano l’impegno anche dei singoli cittadini, oltre che di coloro che hanno dirette responsabilità nella gestione e nelle scelte di programmazione dei territori. Se la sua voce continuerà a essere inascoltata anche gli sforzi lodevoli di chi vive in quelle aree, ripristina vecchi mulini, realizza punti di attrazione turistica, rischiano di essere nuovamente vanificati.
La forza della natura può essere ancora devastante ma può anche rappresentare una risorsa se si comincia a costruire una mentalità rivolta all’ambiente più aperta, che lo intenda nel suo senso più ampio. Ambiente quale luogo massimo di partecipazione e di espressione democratica, sia nelle scelte fatte e sia in quelle non fatte. Gli Amministratori locali non erano presenti all’incontro di sabato 17 marzo. Ma l’acqua, che ci mette tutti in comunicazione, farà sentire loro l’eco della sua lingua potente giungendo anche da altre fonti. Speriamo ne stimoli la curiosità.
Gli intervenuti si sono dichiarati interessati all’ipotesi concreta di un Contratto di Fiume, chiedendo spiegazioni su dettagli tecnici e metodologici. La Regione emetterà nuovamente bandi per progetti, con particolare riguardo per i corsi d’acqua minori. Non mancano le possibilità di sviluppare, anche in queste nostre aree, azioni coordinate e di buona volontà, ricche di opportunità di sviluppo armonico in grado di portare benefici per tutti, se sostenute da un progetto comune.
Rosanna Marcato
Associazione Cittadini per la Difesa del Santerno
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 marzo 2018