“Indaco”, il teatro che dà un colore diverso alla vita
VICCHIO – “Questo non è teatro per ragazzi disabili; è teatro. E con i ragazzi, ci sono anche figure professionali, educatori laureati”: lo dice, decisa, Tiziana Lorini, anima della compagnia teatrale “Indaco, teatro con l’altro” di Vicchio, che racconta questa straordinaria avventura nata oltre vent’anni fa.
Ora sul palco salgono in sessantacinque, e tra questi 24 sono ragazzi diversamente abili. Che su quel palco, si esprimono, si emozionano, sono felici. Entrando in sintonia con il pubblico, e trasmettendo loro questa felicità.
Tutto nacque nei primi anni ’90: Lorini era già impegnata col teatro, in “Il Ciuco Affaticato”, una compagnia che faceva commedie in vernacolo. “L’allora presidente dell’associazione dei genitori Mugello Alto Mugello contro l’emarginazione Fosco Guidotti – racconta Tiziana – mi propose di inserire qualche ragazzo disabile. Mi sentii morire… Salii a Barbiana, e mi capitò di parlarne con un ex-allievo di don Milani. Ci chiedemmo cosa mi avrebbe detto don Lorenzo, e la risposta dell’ex-allievo fu: ‘Ti avrebbe risposto: ‘Intanto accoglili, e poi penserai a tutto il resto”. Lo feci, ed nel ’92 ecco il primo spettacolo. I ragazzi erano sei, e sono ancora con noi, ora sono diventati adulti. E in scena adesso vanno in 65”.
Poi la compagnia cambia nome. “Seguivo un corso di pittura a Borgo – continua Lorini -, e il professore ci spiegò i colori dell’arcobaleno, e parlò di un colore che l’occhio non percepisce, ma c’è e dà senso agli altri colori. Mi venne un’illuminazione. La compagnia si sarebbe chiamata così. Indaco. Perché questo colore è come la disabilità: c’è, ma magari non si vede o viene rimossa. Invece c’è e dà senso. Per questo vogliamo rendere questo colore invisibile ancora più visibile. E se lo si scopre cambia la prospettiva del mondo. E dovrebbero scoprirlo soprattutto le famiglie con figli sani”.
Lorini parla anche del coinvolgimento dei genitori, in questa straordinaria compagnia. Perché sul palco salgono anche alcuni di loro, insieme ai volontari dell’associazione e agli educatori. “Non è sempre stato facile il rapporto con i genitori, che hanno le loro ricchezze, i loro drammi personali e anche le chiusure verso il mondo della non disabilità. All’inizio erano chiusi, per proteggerli, magari per vergogna. Io invece chiedevo loro di metterli sotto i riflettori, di farli salire sul palcoscenico”. Alla fine si sono convinti, e il risultato è stato molto positivo. “Non c’interessa – precisa Lorini – la perfezione, e del resto la perfezione, nel teatro è barba. Imperfezioni e conflitti sono la vita. L’imperfezione ci rende diversi, e le differenze sono arricchimento. Intendiamo, il risultato è comunque uno spettacolo godibile. Non vogliamo spettacoli pietistici, ma qualcosa di piacevole e abbiamo sempre cercato la qualità”.
E le rappresentazioni messe in scena da “Indaco” piacevoli sono: i ragazzi hanno hanno recitato al Puccini a Firenze, al Floridia, a Scandicci, Fucecchio. E naturalmente in Mugello, a Barberino, a Borgo, a Scarperia, a Vicchio.
Vicchio è il cuore della compagnia. Di recente il comune ha trovato casa al gruppo, in piazza della Vittoria, una sede concessa in comodato gratuito, coloratissima, al piano terra, nel cuore del paese. “E’ quello che ci voleva: per fare formazione una sede ci vuole”, dice Lorini, che nel 2011 ricevette dal Comune di Vicchio l’onorificenza del “Giotto d’Oro”, “per il suo indefesso impegno nell’ambito sociale contro l’emarginazione; per aver ideato, costruito, perseguito, insieme ai ragazzi del laboratorio Indaco, il teatro dell’integrazione; per aver incoraggiato nuovo forme di dialogo e comunicazione, contribuendo a diffondere sul nostro territorio, i valori della solidarietà e dell’uguaglianza; un riconoscimento per una vita vocata all’altro”.
E sempre il comune ha messo a completa disposizione il teatro Giotto per le prove. “La nostra – aggiunge Tiziana Lorini – è una compagnia diversa: lavoriamo 365 giorni l’anno, facciamo anche laboratori estivi di pittura e ceramica, e i ragazzi hanno un entusiasmo incredibile, non mancano mai alle prove, vengono da tutto il Mugello, anche se c’è la neve”. E tutto è volontariato: “La scuola di teatro è gratuita, i ragazzi non pagano: abbiamo iniziato così e così abbiamo continuato. Un contributo viene dalla Società della Salute, e poi noi cerchiamo fondi con attività collaterali, banchini, la mostra del libro”. Massimo Principe, ex-direttore dell’ASL e della Società della Salute Mugello da tempo collabora con l’associazione: “Questi ragazzi comunicano gioia. Spesso abbiamo paura di avvicinarci al mondo della disabilità, temiamo di impattare altro dolore. Invece questi ragazzi ti insegnano tanto, anche che il passo più lungo della gamba si può fare”.
E Indaco, con i suoi 18 spettacoli da oltre vent’anni porta questo messaggio di speranza e di gioia, che dà un colore diverso alla vita di tante persone che vi partecipano, e interpella tutti coloro che con questa speciale compagnia vengono in contatto.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 settembre 2017
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