La fregatura del compost di Alia. Tra le “vittime” aziende di Borgo e di Scarperia e San Piero
MUGELLO- Nella giornata di lunedì 18 dicembre la Polizia Giudiziaria Carabinieri – Nucleo Polizia Provinciale della Procura di Firenze e Stazione Carabinieri Forestale di Borgo San Lorenzo, ha eseguito il sequestro preventivo dell’impianto denominato T.M.B. – Trattamento Meccanico Biologico della società ALIA Servizi Ambientali Spa in località Case Passerini a Sesto Fiorentino e di 570 ca. tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da “compost fuori specifica”, attualmente depositati presso tre aziende agricole poste nei Comuni di Borgo San Lorenzo, Scarperia e San Piero e Lastra a Signa.
All’impianto T.M.B. viene effettuata la selezione ed il compostaggio dei rifiuti solidi urbani, rifiuti organici da raccolta differenziata e rifiuti vegetali provenienti dal territorio di competenza della società ALIA SpA. Tra le linee di produzione presenti all’interno dell’impianto ce ne è una dedicata alla produzione di compost.
Il Giudice ha disposto questo provvedimento, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, individuando, a carico dell’amministratore delegato-Direttore Generale, del responsabile della Direzione Gestione Impianti nonché di altri tre dirigenti/funzionari della società ALIA SpA, le ipotesi di concorso nei reati di traffico di rifiuti, frode in commercio ed emissione di maleodoranze atte a molestare le persone.
Questo decreto è stato emesso sulla base di accertamenti condotti dal personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze Aliquota Carabinieri, Nucleo Polizia Provinciale, Stazione Carabinieri Forestale di Borgo San Lorenzo e Dipartimento ARPAT di Firenze nell’ambito di un’indagine che nel maggio scorso aveva già comportato la perquisizione della sede della società ALIA SpA nonché l’ispezione di vari suoi impianti di gestione dei rifiuti .
Le indagini hanno consentito di accertare l’illecito a 9 aziende agricole, in varie località della provincia di Firenze, di 1.241.740 kg, di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da “compost fuori specifica” prodotti all’impianto T.M.B. – Trattamento Meccanico Biologico della società ALIA Spa.
In particolare la società ALIA Spa, anziché conferire in discariche autorizzate aveva consegnato detti rifiuti alle aziende agricole attestando falsamente, attraverso la produzione di documentazione accompagnatoria DdT, che il materiale conferito fosse compost anziché rifiuto speciale non pericoloso, e viceversa, accertato grazie alle indagini esperite.
Grazie anche alla collaborazione con il Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari – I.C.Q.R.F. del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è stato possibile accertare che nel materiale consegnato alle aziende agricole vi era la presenza di una quantità di materiali plastici, vetro e metalli superiore a quella consentita dalla normativa vigente determinando pertanto la classificazione dello stesso materiale come rifiuto speciale non pericoloso “compost fuori specifica” anziché compost.
Alle aziende agricole quindi avrebbe consentito in quanto fertilizzante di conservare o migliorare le caratteristiche fisiche, chimiche o l’attività biologica dei terreni, venivano recapitati dei rifiuti; da qui l’accusa di frode in commercio ai danni delle suddette aziende agricole.
Il mancato conferimento in discarica dei citati rifiuti ha consentito alla società ALIA SpA di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel risparmio di spesa al momento quantificato in oltre 66.000 €.
Tra gli attori di quest’attività pare vi sia anche un autotrasportatore mugellano, di Scarperia, che proponeva, in accordo con Alia, compost in “regalo” alle aziende.
Le indagini hanno infine consentito di accertare come l’impianto T.M.B., diversamente da quanto stabilito dall’autorizzazione all’esercizio posseduta dalla società ALIA SpA, non fosse mantenuto “in depressione” in quanto varie parti strutturali dello stesso non erano idonee a contenere le maleodoranze generate al suo interno dalla fermentazione dei rifiuti organici impiegati per la produzione del compost. Tale situazione ha consentito di diffondere in atmosfera degli odori molesti prodotti all’interno dell’impianto con ricaduta degli stessi sui recettori presenti nelle aree circostanti procurando nocumento alla popolazione residente in prossimità. Fatto quest’ultimo confermato dai numerosi esposti presentati da cittadini nel corso della scorsa estate.
Il GIP, avendo considerato che l’intera chiusura dell’impianto avrebbe potuto compromettere l’intera gestione dei rifiuti urbani per l’area geografica di competenza della società ALIA SpA , ha consentito di mantenere l’attività nell’impianto demandando al Dipartimento ARPAT di Firenze ed all’I.C.Q.R.F. il controllo sulla gestione dei rifiuti in entrata ed uscita e sulla conseguente produzione e commercializzazione di compost.