La Marcia di Barbiana ha chiuso l’anno del Centenario della nascita di don Milani
VICCHIO – “Don Milani per i giovani. La sua testimonianza ispirata al Vangelo e alla Costituzione”. Era questo il titolo della giornata che ieri, domenica 26 Maggio, ha visto prima la tradizionale marcia dal Lago Viola fino a Barbiana, poi gli interventi per la chiusura del Centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Introdotti dal presidente della Fondazione, Agostino Burberi, hanno parlato il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, il Cardinale Giuseppe Betori e la presidente del Comitato per il Centenenario Rosy Bindi. A loro si sono aggiunti tanti altri contributi e testimonianze, in primo luogo del mondo cattolico giovanile: dagli scout all’Azione Cattolica a molte altre realtà che lavorano per l’inserimento dei giovani migranti. Ed era presente alla giornata anche il Procuratore Generale Beniamino Deidda”.
Molto belle le parole dei giovani impegnati nel mondo scout, del volontariato e dell’educazione, che hanno messo in luce come oggi sia ancora possibile e attuale mettere in pratica il motto milaniano “I Care”. Una di loro, in particolare, ha affermato “Se si pensa che il motto delle nuove generazioni sia il ‘me ne frego’, significa che non abbiamo capito i giovani, in realtà quella è spesso una richiesta di aiuto, di essere ascoltati e tutti dobbiamo invece mettere in pratica I Care”.
Il Cardinale Betori è poi entrato nel merito dei rapporti tra don Milani, un uomo assetato di Assoluto. “Don Milani – ha affermato – voleva sempre un riconoscimento da parte del Vescovo alla sua azione. Gli mancava che il Vescovo riconoscesse che lui era un bravo cattolico. Il senso della mia presenza qui – ha aggiunto – è dire che quello che ha fatto don Milani era nel giusto”.
Nel suo intervento il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, commentando i testi milaniani, ha parlato dei concetti di patria, di obbedienza e di disobbedienza, spiegando: “Ci sono dei casi in cui la non obbedienza ad una legge è un onere di fedeltà alla Costituzione”. E ancora: “Vivere la Costituzione vuol dire impegnarsi in concreto, assumersi delle responsabilità e correre dei rischi”.
Infine Rosy Bindi ha citato Padre Turoldo, altro gigante, ha detto, della Chiesa Fiorentina: “Siamo stati contemporanei di La Pira, di Papa Giovanni, di don Lorenzo, siamo stati loro amici e non abbiamo capito niente e non ci siamo convertiti”. E ha aggiunto: “Don Milani è stato definito un prete inquieto e inquietante perché trovava una Chiesa che non applicava il Vangelo e un paese che non applicava la Costituzione, questo era don Lorenzo Milani”. Esortando: ”In questo anno abbiamo fatto un percorso, abbiamo voluto rileggere don Lorenzo Milani, ed è quello che chiediamo a voi oggi: facciamo la fatica di leggerlo integralmente, di andare oltre quelle frasi importanti e celebri che ci hanno sempre guidato. Adesso – ha aggiunto – è tutto pubblicato. Sperò che sarà pubblicato ancora di più quando saranno chiarite tutte le vicende degli archivi. È un frutto che spero verrà anche da questo centenario”
“Durante l’anno del centenario – ha commentato ancora Rosy Bindi a margine dell’iniziativa – abbiamo avuto tanta partecipazione, abbiamo suscitato la determinazione a rileggere don Lorenzo, a capirlo ed a capire il grande messaggio per i nostri giorni, con grande partecipazione delle scuole. Abbiamo iniziato con il presidente della Repubblica, che lo ha indicato come un cittadino esemplare, ci ha ricevuto Papa Francesco, che lo ha definito un prete inquieto e inquietante e ha parlato di I Care come di un messaggio universale. Oggi siamo qui e consegneremo ai giovani la Costituzione, che don Milani definiva il suo vangelo laico, perché la conoscano e la difendano”.
In merito alle recenti polemiche sulla collocazione dell’archivio di don Lorenzo ha aggiunto: “Devo ringraziare chi ha custodito la memoria in tutti questi anni, e sicuramente il primo custode è stato Michele Gesualdi, se non ci fosse stata la sua opera non saremmo qui oggi, e anche la Fondazione che oggi ha ricevuto il testimone da Michele non avrebbe avuto la possibilità di svolgere tutto il lavoro svolto. Credo che ci siamo tutti impegnati a ripettare don Lorenzo, e se c’è stata qualche interpretazione diversa da un’altra dico sempre rileggiamo lui, e rileggendolo troveremo la nostra strada, e poi le strade in suo nome non possono che convergere”.
Sandra Gesualdi, che non era presente all’iniziativa, ha commentato: “Spenti i grandi fari delle celebrazioni, spero che si accendano gli animi etici, le azioni, e si concretizzi il vero pensiero di don Milani. Cercate – aggiunge rivolta ai giovani – le Barbiane vicine a voi”.