MUGELLO (frammenti di politica locale becera) – Usare in una immagine lo sfondo con l’ingresso di un campo di sterminio per una polemica politica è un atto ignobile. Senza se e senza ma. Mai dovrebbe accadere. Invece è successo. Un consigliere della Lega, eletto nel consiglio comunale di Borgo San Lorenzo, in spregio ad una tragedia dell’umanità, con un fotoritocco abominevole, ha voluto dar sfoggio della sua statura di politico. Raccapricciante.
Forse qualche attento lettore potrà ricondurre questa nota ad un inedito capitolo del regolamento di conti, tutto dialettico ovvio, fra noi, de Il Filo, e quel consigliere leghista che mai ha persa occasione per polemizzare con questo giornale. Ma, intendiamoci subito, e sgombriamo ogni dubbio, non è così. Nessun rancore personale o vendetta. Qui in ballo c’è una notizia per una presa di posizione che quel consigliere ha voluto diffondere, pubblicamente, con l’ausilio di un’immagine artatamente rimaneggiata per una polemica politica.
Il tema è quello che ruota sulla futura riapertura delle scuole e su come debbano essere allestite le aule e garantite le condizioni di sicurezza fra alunni e studenti, insegnanti e personale tecnico. Argomento delicato che interessa milioni di persone. Giustissimo che ognuno faccia sentire in proposito la propria voce, che dia fiato alle opinioni personali, che altrettanto, specie se nel ruolo di politico, offra proposte argomentate. Ma limitarsi a pubblicare un post con sembianze di banner pubblicitario, mettendo in evidenza frasi infarcite di macabra ironia, oddio ironia si fa per dire, con l’aggravante di usare come sfondo l’immagine di una tragedia dell’umanità allora, ebbene allora, tutto ciò suscita disgusto.
Cari lettori questa non è politica, almeno nell’accezione del termine. Non lo è neppure nella legittimità del pensiero e dell’azione, nella nobiltà del confronto fra idee diverse, nell’irrinunciabile diritto della libertà di pensiero. Ma se proprio questo metodo dialettico lo si voglia comunque ricondurre alla politica, ad una sua declinazione, anzi ad una sua deriva, incontrollata e fuori tema, sarebbe meglio darle delle sembianze più calzanti. Sì, quindi diciamo che questa usata dal consigliere leghista sia la politica del pitale. Insomma quell’esercizio da consumare nel buio, senza vergogna, con la certezza di farla, giustappunto la politica, più fuori che dentro. Con l’avvertenza che non basta un pitale più mezzo pieno che meno mezzo vuoto per giustificare una becerata.
Senza ritegno, o meglio con l’orgoglio di appartenenza, per fare quel post è stato lasciato in bella vista il simbolo politico. Non è chiaro da quanti sia condiviso, questo pensiero, fra chi vota Lega e fra gli alleati sparsi nei dintorni a questa. Se la politica del centrodestra mugellano continuerà ad avvalersi di certi “maître à penser”, e mi scuso per il ricorso al francesismo, perderà quantomeno di autorevolezza. L’oblio è all’orizzonte.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 giugno 2020
2 commenti
Miserabile. Paghiamogli il viaggio noi e portiamolo ad Auschwitz, questo demente. Sono sicuro che, al ritorno, ci penserà non una ma 100 volte prima di uscire un’altra volta con queste schifezze.
Eh..caro Frilli, immagino che avrebbe preferito senz’altro un fotomontaggio di un ingresso qualsiasi di un Gulag Siberiano recante la stessa scritta sulla quale si straccia le vesti…forse sarebbe stata ancora più calzante. Ma un po’ di sarcasmo mai? Perché non è forse vero che i “maestrini” del politicamente corretto s’indignano solo in certa direzione? Ma fatela finita PREFICHE che non siete altro, tanto poi, alla prova dei fatti, quando c’è da dare una mano agli Ebrei vi girate dall’altra parte (dicesi Palestina). Ipocriti!