Le 99 candeline della maestra vicchiese Enrichetta Cecchini
VICCHIO – Oggi la maestra vicchiese Enrichetta Cecchini festeggia il meraviglioso traguardo dei suoi 99 anni portati splendidamente.
In questo difficile momento, in cui c’è proprio bisogno di conoscere i segreti di una vita così lunga e intensa, Enrichetta si racconta; racconta la sua vita di instancabile studiosa, di maestra, gli ostacoli che la vita le ha presentato e che lei ha superato con l’aiuto di tanti libri, conseguendo svariati attestati e diplomi; parla degli effetti di una brutta pandemia, la spagnola, che ha segnato la vita della zia Marianna, degli incontri con Don Collini, pievano amato da tutti noi mugellani, con il quale ha collaborato in alcune ricerche sulla storia del nostro territorio ed infine della sua meravigliosa famiglia.
Enrichetta ci ospita a Malnome nella sua casa dal sapore antico e accogliente, una località alla quale ha dedicato uno dei sui libri, narrando la storia del piccolo borghetto ed intitolando il suo testo proprio “Malnome”.
La vita della vivace maestra vicchiese, che non dimostra affatto i suoi 99 anni, è stata spesso intensa e travagliata, vedendo l’alternarsi di momenti di grandi gioie familiari a momenti di grande dolore. Ma ha sempre avuto un punto di forza, lo studio, che le è servito per migliorarsi e superare le avversità della vita.
Lei era “quella strana”, quella a cui piaceva studiare, e “se allora avevi voglia di stare sui libri, voleva dire che non avevi voglia di lavorare”; ma la mamma Anna l’ha sempre sostenuta dicendole di fare quello che la sua indole la chiamava a fare. Dopo aver conseguito il diploma di maestra, fra i tanti diplomi e attestati di qualifica professionale ottenuti c’è da annoverare anche il Diploma di agraria, che fece la grande felicità del padre Pietro, detto Dedo, perchè quelle competenze potevano avvicinarla ancora di più alla natura e alla vita agricola della campagna del suo magico borgo.
Nello studio è stata molto aiutata dalla zia Marianna, donna colta e bellissima.
Per correggerle una errata pronuncia della consonante “S”, la zia, indicando quattro sassi all’interno del “canto del foco” le faceva pronunciare per 10 volte di seguito ;”sasso, sassetto, sassone, sassaccio” e così superò il difetto di pronuncia in pochissimo tempo.
Enrichetta è molto legata a questo momento della sua infanzia e ne parla con tanto affetto e commozione. Sorride. Mentre racconta gli occhi si fanno lucidi, ma felici.
La zia Marianna pur bellissima e colta è rimasta sempre distante, soprattutto fisicamente. da chiunque le si avvicinasse; questo perchè la ragazza visse ai tempi della spagnola e quell’atteggiamento che oggi chiamiamo “distanziamento sociale”, fu la causa che allora le impedì anche solo di stringere la mano a qualunque persona tentasse di avvicinarla, pretendenti compresi. Per sempre. E così non si fidanzò né pensò mai di sposarsi; il contatto fisico la spaventava davvero tanto, proprio come oggi ci spaventa questa pandemia.
Del Coronavirus Enrichetta dice che le fa rabbia, tanta rabbia perchè non può fare tante cose e perchè le impedisce di incontrare le tante persone a cui è legata.
Ci racconta anche della sua amicizia con uno dei pievani più amati e stimati del nostro Mugello, Don Remo Collini che spesso andava a farle visita perchè condividevano una stessa grande passione, la storia del nostro territorio che avevano singolarmente studiato e poi ricostruito insieme. E al territorio, in particolare a Rupecanina e al Beato Angelico, Enrichetta ha dedicato alcune pubblicazioni.
Enrichetta è l’esempio di come si può decidere di vivere la vita con forza, caparbietà e creatività per superare le avversità che si presentano nella vita. Non sono mancati eventi spiacevoli nel suo cammino ma lei non ama piangersi addosso; non lo ha mai fatto. Nemmeno quando ha perso i suoi tre figli, piccoli, a causa di gravi problemi di salute.
Ha sempre reagito inventandosi nuove passioni, nuovi studi da portare avanti e non meno importante rafforzando sempre di più il legame con il suo amato marito Battista, punto di forza e complice durante tutto il loro percorso di vita.
Della sua famiglia ha dei bellissimi ricordi. Si sofferma a raccontarci del fratello Ezio, un pittore autodidatta dallo stile un pò naif, morto prematuramente e al quale il paese ha titolato una via. Con il marito, di origine sarda, ha condiviso una lunga vita insieme, e anche dopo la sua scomparsa ha continuato a trascorrere l’inverno in Sardegna, per poi tornare nel suo amato borgo di Malnome, come ogni anno, a primavera.
Enrichetta tanti auguri di buon compleanno! Vicchio ti aspetta a braccia aperte.
Monica Benvenuti
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 gennaio 2021
Una vita meravigliosa all’insegna della Cultura e del Lavoro, spero di arrivarci anche io, che ho le stesse passioni, così!
Auguri alla grande donna!! 😃