L’Outlet ha riaperto, ma i dipendenti sono preoccupati: “Mancano i controlli”
BARBERINO DI MUGELLO – Ormai da oltre una settimana l’Outlet di Barberino ha riaperto i battenti, con orario ridotto ed ingressi contingentati nei negozi, come previsto dal Decreto Ministeriale. Una bella notizia, l’economia riprende ed i dipendenti possono nuovamente tornare al loro lavoro, con una conseguente nota positiva anche per i loro portafogli. Ma non tutti ne sono contenti. Alcuni dipendenti, infatti, lamentano una mancanza di attenzione “sanitaria” da parte della direzione, sia per i dipendenti che per i clienti.
“I negozi – spiegano alcuni lavoratori – non ce la fanno a tenere aperto fino alle 20.00 perché al momento sono bloccate le assunzioni e molte sono in carenza di personale. Denunciamo una forte incoerenza, siamo in un periodo di grave rischio, fino ad ieri eravamo chiusi in casa ed ora, da un giorno all’altro, possiamo tornare a lavorare ed a fare shopping come se non fosse successo nulla? Inoltre, nei primi giorni di riapertura gli ingressi erano contingentati, ora l’ingresso è libero e non viene controllata neanche la temperatura, né ai dipendenti né ai clienti. Nel fine settimana, poi, è il far west. Ci avevano riservato, per motivi di sicurezza, dei parcheggi che sono stati utilizzati tranquillamente anche dai clienti visto che non c’è nessuno che controlla”.
I dipendenti che hanno deciso di rompere il silenzio e di farsi sentire, continuano nella loro denuncia: “Il fatto che gli ingressi non siano conteggiati crea problemi di assembramento sia all’interno dell’outlet sia davanti ai negozi, dove si formano anche lunghe file. Troviamo assurdo dover far rispettare certe regole all’interno del negozio se subito fuori vige l’anarchia con le guardie più impegnate a guardare i propri cellulari che a controllare che le regole vengano rispettate. Inutile anche parlare con la direzione, con la quale non c’è alcuna comunicazione”.
Alcuni negozi, per questo motivo, hanno deciso di non riaprire.
“Avremmo capito – continuano i dipendenti – la scelta di riaprire a tempo pieno durante il fine settimana, per ‘spalmare’ gli ingressi il più possibile, ma durante la settimana non ha senso visto che gli ingressi sono molto ridotti è solo un costo in più per i negozi, come se non bastassero gli affitti. Siamo in una situazione precaria dove dobbiamo bilanciare straordinari e cassa integrazione, sembra un’assurdità. Sarà l’ennesima occasione per ‘sfruttare’ i dipendenti con straordinari non pagati – la famosa Banca ore -. In tutto questo ci sentiamo veramente l’ultima ruota del carro, questioniamo su un argomento che dovrebbe riguardare in primis le varie aziende, non vogliamo neanche immaginare cosa potrebbe succedere se uno di noi si ammalasse. Il negozio – se non peggio – dovrebbe chiudere, ci sembra che il gioco non valga la candela, no?”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 Giugno 2020