La “Metal Plus” di Scarperia, dove lavorano quaranta Senegalesi…
SCARPERIA E SAN PIERO – E’ una delle aziende leader a livello mondiale nella produzione degli accessori metallici per l’alta moda. Prima Top Finish, ora Metal Plus, ma al timone sempre Roberto Crolli, amministratore delegato, insieme a Giovanni Spallina, responsabile dell’area meccanica. E oggi Crolli ci racconta una straordinaria storia di integrazione.
Pochi sanno che tra i dipendenti della “Metalplus” di Scarperia e San Piero c’è anche un folto gruppo di giovani Senegalesi. Ben quaranta. Che lavorano molto bene nella fabbrica di Scarperia, nella quale si producono finiture in metallo per le firme più importanti della moda.
Top Finish faceva prodotti di galvanica per conto terzi, mentre “Metal Plus” dal 2000 produce l’accessorio finito, partendo dal disegno o dal campione dello stilista: spesso su borse, fibbie, cinture le parti di metallo vengono da Scarperia. L’elenco delle firme è lungo, da Gucci a Vuitton, da Chanel a Prada, a tanti altri: case di alta moda che pretendono l’eccellenza, con prodotti di altissima qualità. Ed è proprio l’eccellenza la carta vincente dell’azienda mugellana. “Sì –dice Crolli- potendo garantire altissima qualità e tempi strettissimi di consegna riusciamo a competere con la concorrenza che viene dai Paesi dell’Est e ancor più dalla Cina, dall’India e dal lontano Oriente. Queste garanzie, su tempi e qualità in Cina non riescono a darle come noi facciamo. E tra l’altro là vi sono stati anche aumenti di prezzo, e pertanto è pure diminuito il divario anche sul fronte del prezzo”.
Così il lavoro non manca, ed è l’area fiorentina il polo italiano più importante per questo genere di prodotto. “E’ un’attività nata intorno a Gucci –ricorda Crolli-. Poi negli anni ’90 e 2000 sono arrivati i marchi francesi che qui trovavano un prodotto di qualità a prezzi più competitivi rispetto a quelli che si facevano in Francia. La Cina ha fatto fuori, completamente, le nostre aziende che producevano pezzi di bassa e media qualità. Ma l’alta qualità è rimasta”.
Così la “Metal Plus” è diventata una delle aziende più grandi di tutto il Mugello, con 230 dipendenti, ai quali vanno aggiunti i collaboratori esterni, le ditte artigiane che lavorano esclusivamente per la Metal Plus, per un totale di ben 400 posti di lavoro.
E tra i 230 dipendenti, quaranta sono arrivati dal Senegal. L’amministratore delegato spiega com’è accaduto. “Avevamo bisogno di manodopera, ma per certe mansioni, quelle legate alla galvanica, con i bagni chimici, non riuscivamo più a trovare persone disponibili. E’ un lavoro che fino a 15 anni fa era considerato disagiato, magari perché allora non c’erano le attenzioni e la cura ambientale di oggi. Ora queste operazioni sono strutturate in modo diverso, sono sicure, pulite, c’è la giusta aspirazione dell’aria, tutte le certificazioni e i controlli del caso, ma gli operai italiani certi tipi di lavori li disdegnano, li considerano di livello inferiore”.
“Il mio socio, che aveva una piccola azienda artigianale –continua Crolli- ne conosceva alcuni, aveva avuto rapporti di lavoro, e mi disse che erano bravi. Così ne abbiamo chiamati alcuni, è iniziato il passa parola e si è formato un buon gruppo, una quarantina, quasi tutti degli stessi villaggi, quasi tutti parenti, di età tra i 25 e i 40 anni”.
Si sono inseriti bene e sono contenti: “Alcuni hanno portato su la famiglia. E sono soddisfatti: con lo stipendio che prendono qui, riescono a mandare i soldi laggiù e a farsi la casa nel loro Paese. Da parte nostra cerchiamo di agevolarli, tenendo conto della loro situazione, della lontananza dalle loro famiglie, visto che molti di loro hanno laggiù moglie e figli: così diamo loro un mese e mezzo di ferie, in modo che possano tornare in Senegal, e questo li aiuta a sopportare meglio la distanza”.
Anche Crolli è contento: “Il rapporto è ottimo. Ci sono nel gruppo due o tre capi tribù, e abbiamo instaurato rapporti con i loro paesi, andiamo a trovarli spesso in Senegal, abbiamo aiutato qualche loro parente a fare attività, abbiamo sponsorizzato la loro squadra di calcio, impiantato un ambulatorio medico e acquistato un’ambulanza. Da parte loro ci aiutano a tenere, come dire, sotto controllo il rischio di contagi delle abitudini italiche. Ad esempio in certi periodi di punta c’è bisogno che lavorino anche oltre l’ordinario orario lavorativo. La risposta è stata sempre pronta e collaborativa anche se in certi casi ci sono state delle incomprensioni sempre poi chiarite. Il buon rapporto con i loro capigruppo è servito a spianare ogni tipo di difficoltà”. E sono davvero dei bravi lavoratori. Poi c’è quello bravo bravo e quello meno capace ma la volontà è costante da parte di tutti”.
Quindi non ha ragione chi dice che gli Africani non siano buoni lavoratori… “Gli Africani –risponde Crolli- hanno i loro ritmi, non sono delle saette, questo fa parte della loro costituzione. Ma hanno il pregio di una grande continuità e voglia di lavorare, per tutte le otto ore, e questo compensa ampiamente il loro diverso ritmo. Probabilmente in Africa hanno ritmi diversi, non sono abituati ai ritmi nostri. Sono luoghi dove non c’è frenesia e stress”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 aprile 2017
Questa è veramente una bella notizia . Insieme a tante notizie negative che certamente non vanno taciute e talvolta anche a polemiche che magari fanno lettori , ma abituano tutti noi a lamentarci e di cui io faccio volentieri a meno .
Io credo che se ci abituiamo a pensare, a scrivere e a leggere spesso notizie negative , la nostra vita sarà triste e scontenta . SE ci abituiamo a guardare al positivo anche la nostra vita sarà più serena .
Io credo che non è tutto come ci mostrano i mass media ( e talvolta ,negli ultimi tempi , anche il Filo). Ci sono interi continenti che hanno situazioni molto peggiori della nostra eppure la popolazione è più felice . Forse non tutto si misura con il PIL ..
Se potete , fate arrivare i miei ringraziamenti a questi imprenditori per quello che fanno e per aver superato tanti pregiudizi . E sono contento che questo abbia dato anche soddisfazioni economiche oltre che certamente umane . Sono orgoglioso di essere loro conterraneo .
Alessandro Bettarini