BORGO SAN LORENZO – Catcalling, molestie, violenza verbale e non solo. Sono parole con le quali ci riempiamo la bocca quasi quotidianamente, le utilizziamo senza ormai dar loro valore. Eppure un valore ce l’hanno e ce ne rendiamo conto quando capitano situazioni che “non succedono qui in Mugello”. E invece…
Nella giornata di giovedì 27 febbraio, una giovane donna si ritrovava a passare davanti alla scuola media di Borgo San Lorenzo. Indosso, (ma non dovrebbe essere necessario specificarlo) una gonna sopra al ginocchio, calze nere e scarpe basse. Troppo sensuale, forse, per un gruppo di ragazzini di circa 12 anni che hanno urlato alla ragazza: “Mettiti i pantaloni, p*****a!”. Un gesto che ha shoccato la donna che però ha deciso di tornare indietro e parlare ai ragazzi: “Non vi potete permettere di parlare così a nessuno. Ognuno è libero di vestirsi come preferisce”. Di rimando i ragazzi si sono tappati le orecchie come a dire “non ti ascolto, non m’interessa” e si sono allontanati.
“Mi tremavano le gambe – racconta la ragazza – era un bel gruppone e se ne sentono molte, troppe, al telegiornale. Ma ho pensato che non avrei dovuto legittimare, con il mio silenzio, il loro insulto. Anche perché tra loro ho notato anche una ragazza e, spero, di averle fatto suonare un campanello d’allarme”.
Un fatto che può sembrare una “ragazzata”, ma che invece è sintomo di una società che giudica le donne sempre più per il loro aspetto fisico e per gli indumenti che indossano.
“I messaggi che vorrei far passare – conclude la giovane donna – sono diversi: primo fra tutti è che le parole hanno un peso, quello che tu vedi come un commento divertente può avere effetti molto importanti su un’altra persona; in secondo luogo vorrei parlare agli uomini: la violenza di genere è la più diffusa e subdola, i commenti che tanto vi fanno divertire a noi feriscono, i commenti ad alta voce non sono complimenti, state facendo in modo che girare da sole (sì, anche a Borgo San Lorenzo) sia fonte di preoccupazione. Infine, vorrei rivolgermi ai genitori ed anche agli insegnanti: parlatene insieme, magari la sera a cena. È importante che questa forma di sensibilizzazione passi in primis dalle famiglie e poi dagli insegnanti”.
Ieri ero con una collega ad un corso di formazione a Confcommercio. La mia amica trentenne mi ha raccontato questo episodio: all’uscita delle medie un gruppetto di ragazzi ha visto com’era vestita gli hanno iniziato ad urlare queste parole. Al che lei, essendo una donna che ha una sensibilità e in azienda si occupa della parità di genere. Ha avuto la forza di rispondergli: “Mi vesto come voglio, non siete autorizzati a pallare in questo modo alle donne”. I ragazzi si tappavano le orecchie. Lei shokkata pensando al fatto che ragazzi così giovani possano dire cose del genere a persone che magari non hanno la forza magari su una coetanea avrebbe effetti ancora più devastanti.
Mi tremavano le gambe. In mezzo a loro c’era anche una ragazza, spero di averle fatto suonare un campanello d’allarme. Non voglio sentire giustificazioni. Vorrei parlare con gli uomini, la violenza di genere è quella più diffusa e subdola, questo è un piccolo esempio di quello che tutti i giorni dobbiamo subire. Non tollerabili e giudicabili. Ai genitori ed alle scuole sensibilizzare ed educare al tema. Non ci fate sentire sicure, neanche a Borgo San Lorenzo.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 Febbraio 2025