Neve, strade e… proteste. Ricordi del sindaco Borchi
VAGLIA – Il primo cittadino del comune di Vaglia, Leonardo Borchi, prima di diventare sindaco del suo comune è stato tanti anni vigile nella Polizia Municipale del suo paese. E oggi, in occasione della nevicata che, con gli inevitabili disagi, ha colpito il Mugello, ricorda alcuni aspetti di quegli anni. Ricorda come si circolava allora, le soste obbligate per mettere le catene. E si chiede, perché oggi c’è tanta insofferenza? Sono entrato a fare il vigile a Vaglia, pardon la guardia, nel 1973. Di inverni con tormente di neve, di strade ostruite da cumuli di neve, del vetriore che spezzava i rami degli alberi, di silenzi irreali di paesaggi ovattati dalla neve che arrivava al ginocchio, negli anni passati, ne ho visti tanti.
Mi ricordo Graziano Dallai, che guidava la SITA, che per partire con la prima corsa da Bivigliano per Firenze, a volte doveva riscaldare la coppa dell’olio ghiacciato dell’autobus , accendendo il fuoco sotto.
Con la Campagnola prima, con il Defender dopo, ho tirato fuori dai fossi decine, centinaia, di malcapitati che erano andati fuori strada per il ghiaccio.
Una volta ho sbloccato la Bolognese, sui i Cipressini, trapelando un bilico carico di carburante che non andava né avanti, né indietro.
Coi miei colleghi, Luca, Fabiola, Leopoldo, Maurizio, Francesco, Antonella, Gianfranco…(e i tanti altri, che il ricordo sia per tutti) si stava dalle cinque del mattino fino alle otto di sera, con le ciglia ghiacciate per gli spilli della neve che il vento ti sputava in faccia, a districare il Miglio che, ai primi fiocchi, diventava un autoscontro, con SITE di traverso, carambole di auto e… code infinite.
Ho leticato tanto quando a Fontebuona sbarravo la strada a chi veniva dal Mugello senza catene e li mettevo in fila a bestemmiare mentre li costringevo, con le mani gelate, a tirare fuori quegli aggeggi già allora medievali. Ma mi sono infangato tante volte anche io aiutando signore, diversamente giovani e quanto mai imbranate, montando loro le catene per farle ripartire. Magari anche montando io alla guida delle loro auto per superare i tratti più pericolosi.
Certo gli scontri verbali c’erano anche allora. Quello che non c’era era l’aspettativa generale di vedere le strade pulite appena appena che cade il primo fiocco di neve. Non c’era quel senso di presunzione di onnipotenza di sentirsi e volersi più forte ed al di sopra della natura. Pretendere di raggiungere il posto di lavoro nello stesso tempo e modo sia in una bella giornata di primavera con la temperatura esterna di 25°, sia di gennaio con le nuvole che scaricano ghiaccio.
Riflettiamo gente. Dove stiamo andando? Perché tutta questa insofferenza, questo livore?
Siamo tutti mortali e l’unica giustizia a questo mondo è che lì finiamo tutti.
Riconosciamoci come tutti nella stessa barca e siamo più disponibili e generosi gli uni con gli altri.
Il sindaco Leonardo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 Gennaio 2023
Caro sindaco di Vaglia, perché una volta se avevi la febbre alta il medico veniva a casa a visitarti e ora devi prendere l’appuntamento una settimana prima se va bene e poi aspettare un’ora il tuo turno in sala d’attesa? Oppure curarti x telefono, se il medico risponde è riesci a prendere la linea? Perché prendi il treno che ha mezz’ora di ritardo e devi stare in piedi fino a Firenze mentre prima c’era posto per tutti? Perché per andare in treno a Firenze spendi più che andare in macchina e magari se siete più di 2 proprio non conviene, mentre una volta conveniva sempre anche se il carburante era meno caro? Sindaco, insomma, i tempi cambiano e la gente pure…è sempre più insofferente alle cose che non vanno e che gli mancano. Non è d’accordo? Pace!