Niente metano da Putin, a Pietramala si usa quello di casa
FIRENZUOLA – Niente metano russo al distributore di Pietramala. Anzi, gas a chilometro zero. E a un prezzo dimezzato rispetto ai normali listini.
La frazione di Firenzuola tra il passo della Futa e quello della Raticosa è famosa per il metano. Non solo per la storia dei suoi misteriosi fuochi, misteriosi finché venne Alessandro Volta a rivelare in modo scientifico di cosa davvero si trattasse, e cos’era quell’”aria infiammabile” (articolo sui fuochi di Pietramala).
Poi, dagli anni Trenta, l’estrazione del metano dal sottosuolo di Pietramala è divenuto attività economica importante. “Prima della guerra – racconta Tiziano Zini, che all’impianto di metano ha lavorato per decenni – si dice che vi fossero anche 750 lavoratori. Era una grossa azienda, che faceva tutto da sola. Con tantissimi compiti, dai meccanici alla realizzazione delle strade, i torni, le trivelle, i sondatori.” L’azienda che gestisce l’impianto, dal 1972, è la SIM srl, con sede a Massarosa (Lucca). Ha ottenuto la concessione mineraria dallo Stato per l’estrazione del metano.
E quello di Pietramala fu il primo metanodotto in Italia. Portava il gas a Firenze. C’era il regime fascista, che propugnava l’autarchia, e quindi usare il gas immagazzinato nelle profondità del suolo firenzuolino era il top. La tubazione arrivò fino a piazza Vespucci, dove ancora esiste, utilizzata prima da Fiorentinagas e poi da Toscana Energia: cinquanta chilometri di condotta, attraverso l’Appennino, verso sud. Ed anche verso Nord, successivamente, perché si costruì un altro ramo di metanodotto diretto a Bologna. “Era il 1979 -ricorda Zini-, e quello lo costruii anch’io. Allora le quantità di gas estratto erano maggiori fino a 100 mila metri cubi al giorno”.
Ora la produzione è scesa di molto, 1500 metri cubi al giorno, e all’impianto lavorano in quattro, tre operai e il dirigente, e ogni tanto c’è anche un geologo: “Abbiamo ventisei pozzi qui a Pietramala – dice Nicola Biancotti, responsabile dell’impianto – e la nostra è una produzione costante, non è in esaurimento, è una produzione limitata ma costante, e la utilizziamo per il distributore per le auto, e in parte messa nella rete del metanodotto di Hera”.
Il metano “casalingo”, estratto a Pietramala prende infatti due direzioni: una parte viene venduta direttamente alla pompa del distributore agli automobilisti. Ieri il costo era di 1,297 euro, quando altrove il prezzo supera ampiamente i 2 euro. Così il pomeriggio a Pietramala c’è la coda fissa, e vengono da Bologna, da Imola e dagli altri comuni del bolognese a fare il pieno. Il pomeriggio, perché la mattina si immagazzina il gas prelevato dal sottosuolo e il pomeriggio è disponibile per le auto. Un’altra parte invece finisce nella rete del metano di Hera ed è distribuita a Firenzuola e nei comuni limitrofi.
Nel sottosuolo, racconta Zini, c’è anche petrolio, “ma è in quantità insufficiente e non sarebbe conveniente estrarlo”.
Intanto, gli antichi “fuochi” non si vedono più, e sarebbero stati una suggestiva attrazione turistica, ma il metano si continua ad estrarre. Rendendo felici gli automobilisti che oggi possono fare il pieno a metà prezzo.
E anche il Comune di Firenzuola beneficia direttamente dell’attività estrattiva. Per le concessioni minerarie i comuni ottengono delle royalties. Nel caso del metano, stante le quantità limitate, si tratta di 8- mila euro l’anno. Che, dice il sindaco Giampaolo Buti, “reinvestiamo in opere per la frazione di Pietramala”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Marzo 2022