Non basta fare e inaugurare, occorre mantenere
MUGELLO – Ci è capitato, di recente di trascorrere qualche ora sui sentieri dell’area demaniale Giogo – Casaglia. E ne è scaturita una sensazione agro-dolce. Più agra che dolce, in verità.
L’aspetto positivo è constatare la bellezza dell’ambiente naturale del Mugello. Una risorsa incredibile, sia da un punto di vista ambientale che turistico. Sentieri nei boschi, meravigliosi, suggestivi, luoghi ideali per chi ama la natura, il verde, il silenzio.
Il problema è però la valorizzazione e la gestione di tutto questo “ben di Dio”.
Se si investono risorse nel fare rifugi e bivacchi, strutture preziose per una fruizione turistica dell’area, e una fitta rete di sentieri, poi tutto questo va mantenuto e promosso.
Invece a “Le Piane” quasi non si accede per il disastro provocato intorno dalle ruspe. A Capanna Marcone, che offre sei posti letto, all’interno è uno schifo, e all’esterno il punto griglia è mezzo crollato.
I cartelli esplicativi, lungo il percorso – quando non sono spaccati o rimossi – riportano notizie ultravecchie, che risalgono a più di dieci anni fa, con un sacco di numeri di telefono non più validi. E i sentieri tematici sono ormai quasi impercorribili o scomparsi. Niente cartelli, niente sentiero.
Le strade bianche di collegamento non sono mantenute assolutamente (articolo qui).
Ieri, prima domenica di luglio, a Prato all’Albero e a Capanna Marcone – ci segnalano – c’era tanta gente, ma tra un’erba altissima. Che doveva già essere tagliata.
A Cannova staccionate che crollano. I tavoli di legno spesso sono vecchi e malandati.
Certamente una quota di “colpa” ce l’hanno anche gli “utenti”: la gran parte di escursionisti sono persone che amano l’ambiente, ma evidentemente qualche cretino non manca. Anno scorso l’Unione di Comuni aveva ripreso a installare dei “leggii” di legno – in verità un po’ leggerini – su qualche sentiero: dopo una settimana erano spaccati. E chi frequenta i bivacchi in autogestione, dovrebbe lasciar pulito e in ordine per coloro che arriveranno. Che invece trovano coperte sporche, pezzi di pane di data indefinita, bottiglie di vino ammezzate, macchinette da caffè carbonizzate, sporcizia ovunque.
Ma l’ente promotore e responsabile – in questo caso l’Unione montana dei Comuni del Mugello – dovrebbe farsi carico di più della gestione, del mantenimento, del controllo. Magari convenzionandosi con qualche associazione. Il cosiddetto “turismo di crinale” e più in generale il turismo “verde” non può cadere nel dimenticatoio da parte dell’ente pubblico. Quei luoghi simbolo della natura mugellana sono gioielli, sono il nostro fiore all’occhiello. Ma vanno salvaguardati, valorizzati, difesi e promossi. E non è chiedere troppo.
IL FILO
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 luglio 2023
Bellissimo commento. Condivido pienamente. E il discorso si può tranquillamente generalizzare a mille altre situazioni che condizionano la convivenza sociale.
Ma soprattutto è giusto denunciare la totale assenza dell’intervento pubblico quale regolatore e controllore dei principi su cui si dovrebbe basare questa convivenza.
I comuni del mugello lamentano continuamente la mancanza di soldi poi, come il comune di firenzuola, si viene a scoprire che co sono milioni di euro in cassa non spesi per incopetenza nel portate avanti progetti. È un peccato,l’escursionismo sarebbe per le amministrazioni mugellane un buon viatico per fare vivere il territorio e a bassa spesa.
Non so quali siano gli Enti preposti alla cura dei sentieri, rifugi, aree per pic-nic e altro, se la Forestale, gruppi locali del CAI o i Comuni nel cui territorio si trovano, ma se considero come sia poco curato il verde pubblico del Comune in cui risiedo sono alquanto pessimista per quello che riguarda la manutenzione delle aree descritte nell’articolo.
I vari comuni dovrebbero assumere persone (e ce ne sono disponibili) per mantenere questi rifugi e queste aree
Bravi ottimo articolo, però purtroppo devo dire che viviamo un periodo molto decadente, le strade e tutto l’ambiente in cui viviamo non hanno la manutenzione che occorre figuriamoci negli ambienti montani ed isolati! Bisognerebbe che la Comunità montana si rivolgersi presso le varie associazioni di volontariato le quali a loro volta potrebbero inviare i loro volontari sui luoghi che devono avere costantemente una manutenzione.
Tanto questo paese senza i volontari non va avanti!
Per mantenere questi luoghi ci vogliono persone competenti che con una pala, vanga, zappa, pennato, sappiano cosa è come fare. E credetemi non c’è ne sono. Forse ne rimane qualcuno di circa 80 anni, che non considerato sa nessuno, staziona a san Carlo, oppure su una panchina nei giardini.
Il Corpo Forestale non esiste più.
Basta con le ciclabili il vero cambiamento parte dalla montagna.
Pingback: Il Filo – notizie dal Mugello » Sentieri del Mugello: più “fruibili” nel web, ma meno nella realtà
Pingback: Il Filo – notizie dal Mugello » L’Unione dei Comuni del Mugello chiude il rifugio I Diacci. E qualcosa non torna