Nuova vita per l’ex-monastero di Santa Caterina? Un mega progetto di trasformazione, con ristorante e negozi
BORGO SAN LORENZO – Rischiava, e rischia, di far la fine dell’ex-ospedale di Luco di Mugello: abbandonato, inutilizzato. Parliamo del monastero di Santa Caterina, nel cuore di Borgo San Lorenzo, accanto alla Pieve. L’ultima suora domenicana che vi abitava, suor Imelda, lo lasciò, destinazione Terrasanta, qualche anno fa. E da allora sulla grande struttura religiosa è calato il silenzio: qualche ipotesi di passaggio di proprietà, progetti ventilati e non attuati, l’idea di trasferirvi altri ordini religiosi. Unica cosa certa il degrado, con i primi cedimenti alle antiche coperture.
Ma è un complesso ampio e bellissimo, con un chiostro stupendo, e architetture che risalgono al Cinquecento. E sta per essere presentato un progetto destinato, pur modificandone completamente la destinazione d’uso, a riutilizzarlo e recuperarlo. E’ un progetto che da anni è in ponte, seguito da Co&So e da Maria Grazia Giuffrida, oggi presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze.
Adesso il progetto è in avvio, e il primo passo dovrebbe essere la nascita di un’apposita Fondazione, con tre soggetti paritetici, Co&So, Gal-Start, e proprietà del complesso: occorreranno 6-7 milioni di euro, ancora in buona parte da reperire, per ristrutturare tutto l’ex-monastero.
Cosa prevede il progetto?
Intanto il piano terra sarà completamente aperto, e fruibile 24 ore su 24, con accessi sia da via San Francesco (la via di fronte alla Pieve) che da via San Martino (la parallela di via Mazzini). Lo spazio verde, un tempo l’orto delle suore, diverrà un giardino, verrà riqualificato il chiostro, e negli ambienti attigui apriranno un ristorante e varie attività commerciali e turistiche, per rendere sostenibile il progetto. Si punterà sui prodotti locali, a chilometro zero, sia agricoli che artigianali, col coinvolgimento della Confesercenti e delle scuole locali, l’alberghiero del Chino Chini e l’agricolo forestale del “Giotto Ulivi”. Previsto anche un percorso museale, per esporre i tesori rimasti (rimasti, perché qualche sparizione nell’ingente patrimonio artistico del monastero potrebbe esservi stata…). Al primo piano sono previste sale per attività culturali, laboratori, sala conferenze. Mentre al secondo piano si cambia settore, con tutta l’ala destinata ad attività sanitaria, con servizi di cure intermedie.
Il consiglio comunale se ne è occupato di recente, dando il via libera al cambio di destinazione d’uso dell’immobile, inserendovi anche l’uso commerciale, che finora, ovviamente, non era previsto, e il comune ha sostenuto e seguito l’intero progetto, la cui regia è comunque del Co&So -attore principale sia per la parte sanitaria che per quella commerciale, con l’utilizzo delle produzioni agricole biologiche avviate in Mugello da una sua cooperativa, la Coltibio-.
Un progetto ambizioso, anche se -pare- non ancora definito in tutti i suoi aspetti fondamentali, prima di tutto nel reperimento dei fondi necessari.
Foto Marta Magherini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 marzo 2019