Petrona. Tommaso Fattori (Sì): “Più che biomasse, una massa di bugie e violazioni di legge”
SCARPERIA E SAN PIERO – Anche il consigliere regionale Tommaso Fattori di Sì-Toscana a Sinistra, membro della commissione ambiente che ha presentato proprio sull’argomento due interrogazioni in Regione che ad oggi non hanno avuto risposta, prende posizione sul progetto della centrale a biomasse di Petrona e lo fa in maniera molto dura: “Centrale di Petrona: più che biomasse, una massa di bugie e violazioni di legge. La Toscana deve prevedere per simili impianti la Valutazione di Impatto Ambientale obbligatoria, rispettando le normative europee“.
Dice Fattori: “Purtroppo non è un gioco di parole, è un fatto: qui non ci troviamo davanti a biomasse ma ad una massa di bugie e violazioni di legge. Ci dicono che si tratterà di una centrale a biomasse ma poi, leggendo studi scientifici come quello di iBionet, il più autorevole osservatorio interuniversitario in materia, si scopre che nel Mugello non vi è la disponibilità di biomasse sufficienti per alimentare un simile impianto, ad un prezzo che sia economicamente sostenibile. Nè l’impresa Renovo ha presentato, come avrebbe dovuto, gli accordi di reperimento della biomassa locale e cioè un piano di coltivazione che mostri da dove proverrebbe la legna da bruciare nel suo impianto”. Aggiunge Fattori: “dato che la normativa potrebbe consentire all’ impianto di bruciare in un prossimo futuro anche parte dei rifiuti urbani, ossia l’organico essiccato, spesso impuro perchè può contenere parti di plastiche a altri materiali fortemente inquinanti. Insomma, la centrale potrebbe trasformarsi ben presto in un inceneritore, collocato in una zona che, per le sue caratteristiche geomorfologiche e per il fenomeno dell’inversione termica, farebbe stagnare le polveri sottili a fondo valle. In altri termini, stiamo parlando di insostenibilità economica e ambientale ma anche di cattivo uso di soldi pubblici”. E prosegue: “Qui si apre infatti un ulteriore capitolo che si affianca al tema degli incentivi per le false energie rinnovabili. In questo caso sono stati usati circa 850 mila euro della regione per la riqualificazione delle aree degradate, dato che questa è una zona piena di cappannoni vuoti e abbandonati, salvo poi aver collocato la futura centrale in un’area vergine”.
“Quel che indigna – conclude Fattori – è che l’autorità pubblica invece di ritirare immediatamente l’autorizzazione a costruire per il non rispetto del termine previsto di un anno da parte della Renovo, ha avviato un procedimento di revoca debolissimo (articolo qui), basato solo sul ritardo della notifica di inizio lavori. Il che significa che la Città metropolitana di Firenze fa veramente di tutto pur di consentire alla Renovo di costruire l’impianto e per questo è disponibile a chiudere, non un occhio, ma tutti e due”.
Fabrizio Nazio
Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 gennaio 2016