Quale futuro per l’ospedale?
BORGO SAN LORENZO – Sembrano tutti felici e soddisfatti del Piano di adeguamento antisismico e di riqualificazione della struttura del presidio ospedaliero del Mugello.
Io però non riesco ad unirmi al coro dei soddisfatti e resto molto scettica.
Sarà perché non ero presente alla conferenza stampa che, leggo, si è svolta nella sede della Giunta regionale, e mi posso basare solo su quanto riportato dalla stampa che, ovviamente, era presente.
Sarà perché troppe volte sono state avanzate promesse seguite poi da immancabili smentite o presentati progetti alcuni in parte, altri in toto, disattesi; sarà perché, scusate quello che può sembrare cinismo, in tutto questo io leggo solo una“verace” volontà di risparmio, col contentino di un centro di medicina sportiva, unadeguamento antisismico sconosciuto fino a un anno fa,un po’ di belletto all’edificio, un’aggiunta qua, un’altra là, tutto questo al posto di una nuova struttura.
Per carità niente in contrario al centro di medicina dello sport, ma penso che solo con una struttura nuova si possa rispondere in pieno alle attuali leggi antisismiche, e si possano progettare spazi adeguati, con la possibilità di puntare sull’efficienza energetica con tecniche ed interventi ecosostenibili, finalizzati al risparmio delle risorse idriche (cap.1, art.6 del Decreto Balduzzi)
Questo meriterebbe,un Ospedale che, anche in tempi di evidenti criticità, è riuscito comunque a prestare degnamente e con efficienza, talvolta addirittura con eccellenza, le sue prestazioni sanitarie; questo sarebbe quanto dovuto ad un territorio che è classificato ad alto rischio sismico e che quasi con ricorrenza secolare ha subito terremoti disastrosi.
Penso e spero che consapevolmente e dichiaratamente i proponenti si assumano la responsabilità della scelta. Perché lascia davvero perplessi che solo pochi anni fa, una commissione, ultima ma non unica, di autorevoli esperti del rischio sismico abbia stimato in soli ulteriori 10 anni il residuo di vita dell’ospedale tanto che nel 2014 il Consiglio regionale deliberò di stanziare la cifra necessaria alla costruzione di un nuovo edificio. E ora, un adeguamento allunga di quanto la vita dell’Ospedale?
Quanto un edificio nuovo?
Ci sorgono così spontanee le domande: “ erano così poco esperti quegli autorevoli esperti da non conoscere o valutare il tipo di adeguamento che viene ora proposto?” e “Quali saranno i più autorevoli , gli esperti di prima o quelli di adesso?”
Leggo che la costruzione ex-novo comporterebbe un tempo di 8 anni circa. Come è possibile con i mezzi odierni? Ho una casa in Versilia e, in estate, per andare sul mare passo ogni giorno a fianco dell’Ospedale della Versilia, costruito poco più di dieci di anni fa, un gigante rispetto all’Ospedale del Mugello , e per costruirlo non occorsero più di tre anni.
Altro elemento di poca soddisfazione è l’assenza di riferimento alla permanenza di senologia che è sempre stata un fiore all’occhiello del nostro ospedale, sia per le competenze degli operatori, che per l’accoglienza, l’assistenza, e i tempi brevi del percorso, elemento quest’ultimo che costituisce la vera eccellenza di un servizio, per una donna malata di cancro al seno, che sa come la crescita del carcinoma che porta in seno (concedetemi il gioco di parole) sia una crescita esponenziale.
Conoscete la storia del brahamino che insegnò al re il gioco degli scacchi?
Il re, affascinato dal gioco, volendo ricompensare il brahamino gli suggerì di chiedere quello che voleva e si stupì della richiesta dell’uomo: 1 chicco di riso sulla prima casella, 2 sulla seconda e a raddoppiare via via fino all’ultima casella.. Al re sembrò una richiesta da poco e rimase meravigliato dalla quantità di chicchi di riso che invece dovette dare. Ecco, il cancro alla mammella è quel chiccolino di riso che raddoppia, raddoppia, raddoppia. I tempi quindi sono fondamentali. E qui, nel Mugello sono più brevi che a Careggi e S.Maria Annunziata.
Scusate queste mie riflessioni o provocazioni, interpretatele come preferite ma,nel leggere i giornali, mi è venuto immediato il bisogno di manifestare il mio scetticismo.
Comunque resto in attesa di avere informazioni più dettagliate e precise con possibili chiarimenti perché il Sindaco di Borgo, nonché Presidente dell’Unione ha assicurato, a suo tempo, che avrebbe informato il Consiglio quando fosse venuto in possesso del Progetto dell’Ospedale.
Spero tanto di dovere riconoscere che mi sto sbagliando e di dovermi ricredere ma, e me ne scuso, devo aggiungere un’ultima preoccupazione: mi stupisce anche il modo troppo facile con cui si parla di acquisizione del Tannino, senza averne la certezza in quanto la prima offerta fatta al proprietario è stata considerata inadeguata (l’ho saputo direttamente da lui), perciò se è valutata nel conteggio dei circa 30 mln previsti per il progetto, credo ci sia ancora da aggiungere qualche cifra, oppure nel caso non si trovi l’accordo, si dovrebbe ricorrere all’esproprio con i tempi italiani che conosciamo.
Non solo; so per certo che un gruppo di persone si è tempo fa rivolto al FAI perché si interessi all’edificio della fabbrica per sensibilizzare la Sovrintendenza delle Belle Arti verso un momumento che risale al 1936 e che gli esperti d’arte considerano il “paesaggio urbano” più sironiano che abbiamo, ciminiera e organica struttura concomitante compresa.
Sandra Cerbai – Consigliere comunale di “Borgo Migliore”
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 dicembre 2017
Avrei avuto piacere di veder pubblicata l’immagine del quadro “Paesaggio urbano” di Sironi, esponente del movimento “Novecento”.
Sembra di vedere il Tannino.