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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Dallo smarrimento alla fiducia, dalla tristezza alla gioia.
BARBERINO DI MUGELLO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi, Terza Domenica di Pasqua, il commento è di Don Stefano Ulivi, pievano di Barberino di Mugello.
In questa terza domenica di Pasqua la liturgia, per celebrare la gioia post pasquale, ci invita rivivere con il nostro cuore, la vicenda dei discepoli di Emmaus nel loro percorso così intenso: dallo smarrimento alla fiducia e dalla tristezza alla gioia.
Vogliamo ripercorrere questo evento soffermandoci brevemente sui vari stati d’animo con i quali i discepoli vivono questo momento della loro vita.
L’amicizia fra di loro e l’essere discepoli di Gesù li sostiene dopo il momento di dolore che hanno vissuto a Gerusalemme. Essi camminando insieme si mettono, diremmo oggi, in atteggiamento “sinodale”. Se con “sinodo” intendiamo il “camminare insieme convergendo verso un punto unico”, e questo è lo stile che Papa Francesco sta invitando ad avere nella chiesa, ebbene, essi hanno già questo stile: camminano insieme, conversano e discutono.
Il loro conversare, come dice il verbo originale greco, fa pensare ad una specie di “omelia dialogata” che essi stanno facendo insieme.
Mentre il loro discutere rimanda all’idea di cercare insieme il senso di tutto quello che hanno vissuto nei giorni precedenti.
Essi hanno il volto triste per tutto quello che è accaduto. Forse non ci sentiamo in comunione con loro per tutte le volte nelle quali anche il nostro “volto è triste” per ciò che accade nella nostra vita? E quante volte il nostro camminare è pesante e faticoso.
I discepoli di Emmaus sono stati delusi nei confronti delle loro aspettative su Gesù (“Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele…”); quello che essi si aspettavano da Gesù non aveva coinciso con la Sua vicenda ed era terminato con la Sua sconfitta sulla croce! Speravano in un intervento potente di Dio alla maniera di potenti umani ed invece ecco una sconfitta: la morte in croce!
Ma… c’è un ma!
Qualcuno, e in particolare le donne, parla di Risurrezione anche se sembrano solo parole perché “… lui non l’hanno visto”
Ed ecco l’amorevole rimprovero di Gesù che si è fatto “pellegrino” con loro: essi sono incapaci di comprendere quello che è accaduto per errata conoscenza delle Scritture e si sono rivelati “bradipi” (lenti) nel cuore; non avevano compreso il senso delle Scritture e allora Gesù glielo spiega e li invita a partecipare con il cuore, con la volontà, con la decisione alla storia della Salvezza come narrata nella Bibbia e non secondo le loro idee.
È l’ “omelia” di Gesu che li fa esclamare “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” Come sarebbe bello che noi presbiteri potessimo sempre far ardere il cuore dei nostri fedeli nella spiegazione delle Scritture!
Dalla comprensione del senso della Parola di Dio, si accende nella nostra anima il desiderio di essere discepoli di Gesù. I discepoli di Emmaus, già mentre Gesû era in vita, lo avevano scelto come maestro e adesso dovevano vivere la loro vita con Lui “proclamando la Sua Risurrezione nell’attesa della Sua venuta” come noi oggi acclamiamo nel canto al “Mistero della Fede”
La preghiera dei discepoli diventa la nostra preghiera: “Resta con noi, perché si fa sera ed il giorno è ormai al tramonto”. La preghiera al tramonto della vita è, talvolta, la preghiera al tramonto delle attese e delle speranze che ci hanno sostenuto e tuttavia sembrano essersi attenuate se non addirittura spente del tutto!
Il Signore mette alla prova i discepoli di Emmaus “facendo come se dovesse andare più lontano”. Mette alla prova il loro desiderio di averlo accanto e alla fine si manifesta nel segno dello “spezzare il pane” a tavola. Quel segno che per noi oggi è il segno liturgico della forza della Sua presenza nella Messa, nella Celebrazione Eucaristica. In Essa, il Signore ci corregge per la nostra debolezza e lentezza, ci scalda il cuore ascoltando la Sua Parola e si manifesta presente nello “spezzare il pane” per poi sparire dalla nostra vista essendo ormai entrato nell’anima per “restare sempre con noi” come preghiamo insieme ai discepoli di Emmaus.
Ognuno di noi è un “discepolo di Emmaus”: o meglio, ognuno di noi è un “discepolo del Mugello”, invitato ad “andare senza indugio” ad annunciare con la sua vita la forza della certezza della vittoria di Gesù Cristo sulla morte e la Sua Risurrezione. E questo è vero anche per noi che “crediamo che vivremo con Lui” (Lettera ai Romani 6,8)
Don Stefano Ulivi – Pievano di Barberino di Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 Aprile 2023
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