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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Essere umili per essere liberi
SCARPERIA E SAN PIERO – Questa volta è il pievano di San Piero a Sieve, Don Daniele Centorbi, ad offrire una riflessione tratta dal Vangelo domenicale. Che oggi parla a coloro che “avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”. Che voglia parlare anche a ciascuno di noi?
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,9-14)
Quanto tempo, risorse, parole, spendiamo per costruire e proteggere un’immagine di noi. Quante volte crediamo a questa immagine, tanto da diventarne quasi dipendenti, una immagine accettabile dal mondo in cui viviamo, un’immagine che per rimanere perfetta ci spreme finora a toglierci la vita.
È come chi ritocca le foto sui social e crea un nuovo perfetto guscio di sé. Dal vivo invece c’è il brufolo, la ruga, il difetto…
È quello che fa il primo uomo, il fariseo, così pieno di sé da non avere spazio né per Dio, né per gli altri ma oserei dire nemmeno per sé stesso! Curare l’immagine di noi stessi non è curare noi!
Il secondo uomo invece con degli occhi veri su se stesso si pone così com’è davanti a Dio, davanti agli altri e davanti a sé, per questo è vuoto e pronto ad accogliere la libertà che viene dall’amore di Dio e dall’amore degli altri.
Che bello sapere che per godere dell’amore di Dio e della liberazione da ciò che mi rende schiavo, non dobbiamo “ritoccarci” ma basta essere veri nell’umiltà di porsi, così come si è, davanti al Padre.
In un mondo pieno di superbia anche noi non ne siamo esenti e possiamo scoprire nella nostra anima “quell’intima presunzione di essere giusti”.
Coraggio alziamoci e anche noi in questa domenica sulla soglia del luogo di incontro con Dio diciamo la frase liberante del pubblicano:
“O Dio abbi pietà di me peccatore”.
Don Daniele Centorbi Pievano di San Piero a Sieve
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 Ottobre 2022
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