BORGO SAN LORENZO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta del sacerdote studente in servizio all’unità pastorale di Borgo San Lorenzo, Don Nidhin Kochuveetil Joseph.
Oggi è la domenica della gioia [LAETARE]. la Chiesa esprime la speranza e la gioia in mezzo ai nostri digiuni e penitenze quaresimali. È per affermare che non siamo tristi per le nostre penitenze quaresimali come il digiuno. Siamo ancora felici in attesa della risurrezione del nostro
signore.
I pochi versetti del vangelo esprimono molto bene il carattere universale della salvezza operata dal Cristo, che trova la sua origine nell’iniziativa misteriosa dell’amore di Dio per gli uomini. Il fatto che il Padre ha mandato a noi il suo Figlio per salvarci è la più alta manifestazione di Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8-16).
La missione di Gesù è quella di portare agli uomini la salvezza: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (v.16). La scelta fondamentale dell’uomo è questa: accettare o rifiutare l’amore del Padre che si è rivelato in Cristo. Questo amore non giudica e non condanna il mondo, ma lo salva: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (v. 17).
Il giudizio è un fatto attuale: avviene nel momento in cui l’uomo si incontra con Gesù. Chi crede, aderendo esistenzialmente alla persona del Figlio di Dio, non è giudicato; chi lo rigetta è già giudicato e condannato al presente, perché ha rifiutato Dio. Chi accetta Gesù evita la perdizione e ottiene la vita, chi invece lo rifiuta è già condannato perché si autoesclude dalla salvezza eterna.
Chi rifiuta il Salvatore, rifiuta la salvezza.
Le opere del mondo sono malvagie perché ispirate dal maligno. Il mondo è completamente in balia del maligno se non va verso Gesù. La radice di queste opere maligne è la mancanza di fede in Gesù. Chi è sotto l’influsso del maligno odia Gesù, luce del mondo, e non vuole aderire alla sua persona perché aderisce al demonio. “Chi fa la verità” è l’opposto di “chi fa il male”. Fare la verità è assimilare la rivelazione di Gesù. La fede in Gesù è dono del Padre e ha come scopo la vita di comunione con Dio. Le opere del discepolo sono fatte in Dio (v. 21) perché hanno la loro origine nel Padre. Dio è l’origine e il fine della vita di fede.
Dio ha talmente amato il mondo da mandare suo figlio a salvare il mondo. Il nostro Dio ama e salva, desidera la nostra felicità più di quanto noi stessi la sappiamo desiderare. Dobbiamo abbandonare la nostra piccina idea di un Dio severo pronto a coglierci in fallo. Gesù ha dimostrato con la sua predicazione e con la sua vita che il suo Dio è un padre pieno di ogni tenerezza e compassione. La vita che Dio dona ad ognuno di noi è una cosa seria e la felicità un percorso che richiede fatica e costanza. Prendiamo molto sul serio il messaggio del Vangelo, siamo stati amati a caro prezzo: accogliamo la proposta di conversione del Signore, lasciamo che sia la sua Parola a guidare i nostri passi, ad orientare le nostre scelte.
Don Nidhin Kochuveetil Joseph
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 marzo 2024






