BORGO SAN LORENZO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta del sacerdote studente in servizio all’unità pastorale di Borgo San Lorenzo, Don Nidhin Kochuveetil Joseph.
I discepoli sono appena tornati dalla loro missione e riferirono a Gesù tutto quello che avevano fatto e insegnato. Il risultato della loro missione è lì sotto gli occhi di tutti, in quella gente che va e viene e non lascia più loro neppure il tempo per mangiare. Quella gente li fa sentire veramente “pescatori di uomini” realizzati.
Però, Gesù non si fida dell’entusiasmo, lui sa benissimo che questo entusiasmo può svanire di fronte alle prime difficoltà e che non è segno di fede. L’insegnamento di Gesù è chiaro: se vogliamo evitare i pericoli della popolarità, non dobbiamo lasciarci travolgere dall’entusiasmo viscerale. Perciò, Gesù cerca a dare loro un po’ si solitudine, un po’ di momento insieme al maestro per pregare, discutere e approfondire di più sulla loro missione. Per fare tutto questo ci vuole sempre un luogo solitario, in disparte. Dove cè la presenza di Dio, dove cè un po’ di silenzio per riflettere.
Delle volte questo solitudine davanti al Signore o davanti al tabernacolo ci dà una forza magnetica e diventa cibo per chi cerca la verità e della speranza. E dalla solitudine può ripartire un nuovo stile di missione, una nuova forma di identità spirituale. Non solo perché in essa ci si riposa ma soprattutto perché in essa si riposano e riprendono il viaggio nuovo con nuovo entusiasmo. Ci aiuta anche superare dalla confusione e dalla dispersione ecco che il luogo della solitudine diventa il luogo della formazione, della risistemazione e della comunione ricreata.
Non dobbiamo aver paura della solitudine che Dio ci dà. Invece bisogna fare attenzione di quella solitudine che cerchiamo noi senza di Lui. Quella che Dio ci dà permette a noi di essere meglio con Lui.
Forse anche noi, come nel caso del Vangelo, non riusciremo a trovare riposo concretamente, ma otterremo qualcosa di più: che altri trovino in noi riferimento per il loro riposo, ridonando così anche a noi stessi una rinnovata identità e valore come amici di Gesù.
La solitudine alla presenza del Signore fa bene comunque, sia per chi la cerca, sia per chi la offre.
Don Nidhin Kochuveetil Joseph
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 luglio 2024





