BORGO SAN LORENZO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta del sacerdote studente in servizio all’unità pastorale di Borgo San Lorenzo, Don Nidhin Kochuveetil Joseph.
La tradizione delle sorelle Marta e Maria è nota sia a Luca che a Giovanni. Il Vangelo di oggi fa parte del racconto di viaggio di Luca e lo colloca in un villaggio senza nome della Galilea. Giovanni ci fa sapere invece che Marta e Maria abitano a Betania, vicino a Gerusalemme, e hanno un fratello di nome Lazzaro che Gesù risuscita dai morti (Gv 11).
Nel Vangelo, Marta accoglie Gesù nella “sua casa”. In alcune parti del mondo mediterraneo, la ragazza più grande generalmente eredita la casa della madre. Marta qui è una donna di rango sociale e status; ha autorità nella sua casa nonostante la presenza di un maschio (se Luca conoscesse il fratello Lazzaro di cui non parla).
Marta non si preoccupa solo della casa, della preparazione in cucina. “Servire” (diakonia) è anche servire nella vita della Chiesa. Marta è quindi una donna prospera e indipendente, icona delle protettrici delle “chiese domestiche” del cristianesimo primitivo come Cloe (1 Cor 1,11) e Febe (Rm 16,1).
Marta è contrapposta a Maria che siede ai piedi di Gesù. Che Gesù (un rabbino) insegni a una donna e che Maria sieda in un posto riservato agli uomini sono disparità nella cultura del tempo. C’è qualcosa di “rivoluzionario” nella scena.
Gesù non solo viola l’esclusione socio-religiosa e fa discepola Maria; giudica anche l’azione di Maria come la “parte migliore”. Gli studiosi si concentrano sull’ansia di Marta per molte cose legate alla sua diaconia. In effetti, il servizio è importante nella Chiesa, ma l’ansia per tanti ministeri può essere un pericolo per il discepolato. Gesù incoraggia i discepoli ansiosi e distratti a concentrarsi su Dio che li valorizza e li provvede (Lc 12,24.28).
Qui Gesù dice a Marta di adottare l’atteggiamento di ascolto di Maria come mezzo per superare la sua distrazione affinché sia più contenta ed efficace nel suo ministero di servizio.
Il vangelo non vuole assolutamente frenare l’impegno delle buone opere, ma purificare l’azione nella contemplazione. Un buon progetto o una buona idea hanno bisogno sempre di un impegno efficace per realizzarlo. Senza sforzo fisico, le idee non possono prendere le forme concrete. Allo stesso modo, qualsiasi siano le opere, sono significative soltanto in relazione al concetto in cui si cerca di dare la forma. Per essere come Gesù, dobbiamo essere “contemplativi nell’ascolto della parola e anche nell’azione”.
Marta e Maria sono due personaggi che si completano a vicenda in un unico rapporto con Gesù. Si deve mantenere il giusto equilibrio tra questi due aspetti nella propria relazione con Gesù. Cioè, bisogna ascoltare la parola di Dio e poi metterla in pratica. Solo allora la propria dedizione e impegno di ogni persona diventa attiva e fruttuosa.
Don Nidhin Kochuveetil Joseph
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 Luglio 2022






