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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Noi e le tentazioni
“Nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”. Aggiungiamo però subito, e non dimentichiamolo mai: “Pieno di Spirito Santo…Gesù era guidato dallo Spirito”. Ecco le coordinate della nostra Quaresima. E la prima Domenica, puntualmente, ce le regala sempre. Quest’anno col Vangelo di Luca.
Entriamo, o meglio, siamo condotti, nel combattimento spirituale. E di battaglia si tratta, che lo si voglia o no, una vera e propria guerra, anche se la parola ci fa repulsione, oggi più che mai! Ma dobbiamo confidare e non aver paura. Ed essere molto realisti e concreti. E’ lo Spirito che guida, sa Lui come fare, e ci dona pure le armi giuste. La mondanità le ridicolizza ma sono efficaci, molto efficaci. Le sole efficaci per questa battaglia!
Gesù ce lo insegna e lo vive. Come? Il Vangelo di Luca lo racconta molto bene entrando dentro ogni singola tentazione, così che, a questo giro, anche noi ci si possa addentrare e riflettere. Ed è importante che ci venga ricordato, ogni anno. In questo spazio mugellano che, ancora una volta, mi è dato, a me piacerebbe fermarmi su due punti.
1 – La tentazione, l’essere tentato.
Se si guarda bene la parola, la tentazione non è una punizione, un castigo o una cattiveria. Guardarla in quest’ottica la banalizza, rischia di rendercela solo antipatica. Ma così facciamo il gioco della mondanità spirituale così dilagante, e non si prende sul serio qualcosa di fondamentale per la nostra vita. Forse inquadrarla nella sua vera luce può farci bene.
La tentazione è semplicemente necessaria. Necessaria per lo scopo che si vuole raggiungere. Tentare = fare la prova. Esempi (sciocchi, abbiate pazienza…): ho un cellulare nuovo: come faccio a sapere se funziona? Lo provo! Ho cambiato la lampadina al lume della cucina: funziona? Prova! Cioè: pigia l’interruttore, oppure: digita il numero ed invia la chiamata; in generale: usalo, secondo ciò per cui è stato progettato, secondo la sua natura.
Il Diavolo, astuto e menzognero, vuole provare Gesù, vedere se funziona, diciamo, nella sua identità di Figlio di Dio: “Se tu sei il Figlio di Dio”. Il diavolo, nemico dell’uomo per eccellenza, ci metterà alla prova sempre sulla verità, lo ha fatto sin dall’inizio. E lo fa, ovviamente, non con buone intenzioni, ma per confonderci. E’ menzognero, per cui bisognerà essere accorti!
Gesù stesso ce lo fa vedere, il Papa ce lo ricorda sempre: “Col male non si dialoga, mai. Non si chiacchiera”. Si prega. Punto. Perché questo “mettere alla prova, tentare, fare la prova”, non è una passeggiatina svagata. Non siamo con gli amici la sera a vedere se funziona l’ultimo modello di smartphone, né in cucina con la mamma che ci chiede di accendere la luce mentre già il ragù manda il suo profumo. No.
La prova, la tentazione, per la nostra vita, è una prova necessaria (ed è lo Spirito che ci guiderà, sempre!) ma è anche avvelenata, come per il Signore, dal veleno peggiore, che può farci immediatamente perdere la testa, se non facciamo esattamente come ha fatto Gesù. E’ una lotta.
“Tre strade per ingannarci (uso ancora le parole del Papa, le scrivo in corsivo; le altre sono mie):
Avidità di possesso: avere, avere, avere.
La gloria umana.
La strumentalizzazione di Dio.
Sono tre strade che ci portano alla rovina!”.
Interessante che il diavolo dica: “Il potere dei regni della terra e la loro gloria è stata data a me, io la do a chi voglio”…Occhio, dunque.
Non assolutizziamo però; se il potere terreno diventa servizio fraterno è fonte di incontro, di crescita reciproca, ed è vissuto come custodia di ciò che mi è affidato ma non è mio e lo vivo nell’ottica del dono e della gratuità. Ma se lo faccio diventare mio, come possesso che esclude e travolge il fratello, “Tutto sarà tuo”, allora, nel cuore, mi sono già prostrato in adorazione del diavolo, non certo di Dio. “Se ti prostrerai dinanzi a me”…).
Come rispondere dunque?
Eccoci qua con l’altro punto.
2 – Le risposte di Gesù.
Essa rivelano la sua profonda umanità, imitabilissima; il suo, e, in Lui, il nostro, rapporto d’amore col Padre. Gesù non risponde mai dicendo: “Non ho fame” (mentirebbe; Luca ce lo dice chiaramente: “Ebbe fame”!). E neppure dicendo: “Ma, io SONO!, il Figlio di Dio. Come ti permetti?”… Della serie: “Lei non sa chi sono io!”. Oppure: “Non mi interessa la gloria, o il potere. Le tue lusinghe mi lasciano indifferente.”
No. Non c’è indifferenza, ma sofferenza. Posso solo lontanamente immaginare, ogni anno, quel dardo avvelenato che il diavolo lancia a Gesù, nel cuore, tutte le volte: “Se tu sei il Figlio di Dio…”.
Ritornerà sulla croce: “Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce, e ti crederemo!”… ”Fai di testa tua”….Ipocritamente, secondo lo spirito mondano, oggi potremmo forse dire, ingannando noi stessi: “Cresci, emancipati! Imponiti!…Disubbidisci…Lìberati di Dio!”.
No. Gesù non risponde nulla di tutto questo, ma guarda sempre al Padre: “Sta scritto…”. Obbedisce, cioè ascolta profondamente, e guarda al Padre, non al diavolo, non a quello che gli mette davanti.. Non resisterebbe nemmeno lui, forse…Perché è vero uomo. Ma guarda a Dio, al Padre.
Questo mi colpisce. E così possiamo fare anche noi. “L’ha detto il Papà, mi fido di lui”. “Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore….Gesù è il Signore!”.
Camminiamo uniti in questo tempo santo e favorevole alla nostra conversione. Lo Spirito ci guida e il Signore ci tiene per mano.
Buona Quaresima a tutti!
Don Nicola Materi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 marzo 2022
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