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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Vivere, vigilanti nell’amore
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Il Vangelo di questa domenica ci parla di un rischio grande: quello di non vedere la nostra vita maturare e sbocciare in pienezza perché “addormentati” in degli stili di vita indotti da una società che ci vuole tenere eternamente figli viziati.
Il nostro tempo ci presenta come modelli di vita “figlia” ragazzini ricchi e viziati, guadagni facili, mercanteggio del proprio corpo, giornate tropo piene, riempite fino all’orlo per non lasciare spazio a nessuno… rischiamo di dimenticarci che il primo “Figlio” è proprio Gesù, che ci presenta un modello di vita opposto, in cui è il figlio ad abbracciare il sacrificio.
Il Vangelo di oggi ci parla di questo, di cosa succede alle vergini che si sentono “figlie” nell’accezione che ci propone la nostra società, quelle vergini che non prendono l’olio perché loro hanno già pensato alla lampada e all’olio qualcuno poi ci penserà. Cercheranno il guadagno facile, nel chiedere alle altre, a quelle responsabili, che hanno pensato anche all’olio, e poi cercheranno di rimediare con la soluzione Last-minute, “che tanto vabbè”… Il Vangelo ci dice che rimarranno fuori, e non per la cattiveria dello sposo, ma semplicemente perché, prese da se stesse, dalla propria vita troppo piena, avranno perso il momento giusto, quello in cui si assapora la propria vita portando a compimento la propria missione. E quale fosse la missione, ce lo spiega in fondo la prima lettura: è saper amare, cercare e desiderare con amore: così La Sapienza che non sfiorisce si lascerà trovare. In questo amore non c’è spazio per l’inedia, o per le scorciatoie, ma solo per la ricerca.
Ecco, in questa settimana, i giovani sono stati “la meglio gioventù”, che si riempie di fango e gratuitamente aiuta, senza conoscere chi ne trarrà un qualche beneficio. I figli di questa società non sono allora quelli che il modello ci propone, non sono andati nel fango per fare storie su Instagram, i nostri figli sono stati capaci di “vuotare” la propria agenda fitta e semplicemente andare… sanno ancora amare, e sanno donarsi, sperimentando così l’amore vero.
Certo, quello di questa settimana è un evento straordinario, e menomale, ma ha tirato fuori il meglio dei giovani di cui spesso ci lamentiamo, ha fatto emergere la loro capacità di amare e li ha messi davanti alla possibilità di sperimentare la gratuità del dono che, da figli, sono tanto abituati a ricevere.
Questo Vangelo, allora, cerchiamo di leggerlo non come monito a non essere “stolti” ma come esempio di ciò che accade a chi Sa amare: a chi sarà stato capace di amare, rispettando il tempo dell’attesa, tenendosi pronto, verrà aperta la porta, e quello Sposo, Figlio e Fratello ci riconoscerà, ci terrà con sé, nella gioia, per sempre.
Prendiamo, sì, esempio dai nostri giovani, e dal loro dono gratuito di questa settimana, ma siamo anche pronti a ricordargli ciò che sono stati, ciò che hanno fatto e vissuto, quando la loro quotidianità prenderà di nuovo il sopravvento. Teniamoci pronti, con le lampade in mano, a dirgli: “ricordati quanto è stato bello essere saggio, essere dono, tornare a casa infreddolito e dolorante con la consapevolezza di aver AMATO, anche solo per qualche ora, come ama Gesù”.
Don Daniele Centorbi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 novembre 2023
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