Ronta, via il vecchio capannone: tredici villette al posto dell’ex-Artilet
BORGO SAN LORENZO – Presto l’ingresso di Ronta cambierà fisionomia: via la vecchia fabbrica ex-Artilet – tra viale Fratelli Rosselli e via Faentina -, e al suo posto villette monofamiliari o bifamiliari, a un unico piano. E l’edificio utilizzato come mostra dei letti degli oggetti in ferro battuto realizzati nella fabbrica degli Azzerboni sarà completamente ristrutturato sia esternamente che internamente.
Lo prevede un progetto di recente approvato dal Comune di Borgo San Lorenzo, destinato a recuperare e rendere esteticamente migliore l’area. Lo sottolinea il sindaco Paolo Omoboni: “Per chi viene dal capoluogo, quel punto è un po’ la porta di accesso a Ronta. Ed era importante migliorarlo da un punto di vista estetico, con una modifica dei volumi esistenti e un’edilizia di qualità. Peraltro il piano che abbiamo adottato prevede anche una notevole riduzione del consumo di suolo. Si passerà infatti dagli attuali 3122 metri quadrati di superficie coperta, a 2400 mq, che saranno restituiti al verde”.
In effetti la sua disposizione secondo l’andamento del leggero declivo collinare, la rende totalmente visibile dall’ingresso al paese, costituendosi per collocazione e vocazione come una sorta di vera e propria “porta” all’abitato.
Così il piano di recupero destina 2000 mq ad abitazioni: saranno realizzate tredici nuove villette in gran parte monofamiliari, alcune bifamiliari, tutte al piano terra. Inoltre è previsto di realizzare cinque appartamenti nella struttura a vetri che era la mostra dei prodotti Artilet. E al piano terra si saranno 400 mq di superficie ad uso commerciale. Infine il progetto prevede 50 posti auto.
Sarà quindi demolita la fabbrica, dismessa da decenni, con una superficie di oltre 4.500 mq (per buona parte con altezza di circa 7 metri), mentre verrà riqualificato esternamente ed internamente il volume della struttura a vetri che ospitava la mostra.
“E’ stato deciso -spiega uno dei progettisti, l’architetto Arrigo Borselli- di evitare di innescare un intervento di tipo intensivo e dal forte impatto visivo, estendendo l’intervento alla quasi totalità dell’area a disposizione, cercando di conseguire una maggiore rarefazione della volumetria nel territorio, depotenziando notevolmente l’impatto visivo dell’insieme e cercando di applicare soluzioni architettoniche maggiormente integrate con la pregevole situazione paesaggistica circostante. In una generale ottica di maggiore sostenibilità, si prevede con la soluzione progettuale di non demolire l’intera volumetria esistente ma di limitare la sostituzione dei volumi alla sola parte produttiva: il volume della mostra, riqualificato esternamente ed internamente, costituisce una sorta di “testa” verso monte dell’intero sistema progettuale. mentre gli spazi verdi a carattere privato saranno il più possibile resi parte integrante del disegno generale del verde”.
Se la tipologia degli edifici, bassi di altezza, con un’architettura di pregio, immersi nel verde, è fissata dal progetto, piuttosto innovativo risulta il metodo di realizzazione. Non sarà infatti un’unica impresa edile ad eseguire tutto il comparto, vendendo poi le villette. “Si è volutamente scelto -spiega infatti Borselli- di prevedere la realizzazione delle nuove edificazioni in lotti indipendenti ed autonomi, in modo da consentirne la realizzazione anche da parte di singoli cittadini, senza pertanto rendere necessaria per l’attuazione l’intervento di un soggetto imprenditoriale unico; tale scelta certamente concorrerà ad un abbattimento dei costi per il soggetto privato che vorrà realizzare in proprio la costruzione della sua abitazione”.
Una volta realizzata l’urbanizzazione dell’area, ciascun acquirente acquisirà così il proprio lotto, pagando il terreno e il progetto, ma scegliendo egli stesso il muratore di fiducia, l’elettricista e l’idraulico. Risparmierà così la quota di guadagno del costruttore, che si aggira intorno a un minimo del 20%.
Ci si potrà costruir casa in proprio, ma con un progetto ben definito e tipologie costruttive e architettoniche omogenee, per garantire il corretto inserimento paesaggistico del nuovo intervento, che prevede anche tanto verde pertinenziale.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 Gennaio 2021
Incredibile!
Fino a quando è stato in vita, Giovanni Azzerboni ha ricevuto soltanto pesci in faccia dall’Amministrazione Comunale, quando, a più riprese, ha cercato di farsi accettare, consentire ed infine approvare, questo progetto che aveva concepito per valorizzare il proprio paese e quella collina di Pulicciano di cui era innamorato e che soprastava la sua casa e la sua fabbrica.
Cioè tutta la sua vita.
In seguito alle sue richieste, riceveva sempre la solita risposta: DEMOLIRE. Senza se e senza ma.
Ora, dopo il decesso, quello stesso progetto ricompare e viene sbandierato da quella stessa Amministrazione che lo aveva sempre osteggiato (per antiche dissonanze tra colori della politica) come un proprio “fiore all’occhiello” da esibire e magnificare.
Chissà, se Giovanni potesse tornare ora in vita, forse l’Amministrazione gli concederebbe di realizzare anche l’altro suo desiderio, naturalmente sempre bloccato: quello di provvedere alla risistemazione del cimitero di Pulicciano e alla realizzazione di una cappella di famiglia; a suo carico.
E poi suol dirsi che la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
Perchè? Quella degli st…i la dorme?