SCARPERIA E SAN PIERO – Converrebbe ai Comuni mugellani seguire l’esempio di Scarperia e San Piero ed operare altre fusioni? Il sindaco del Comune nato dalla fusione, Federico Ignesti, non ha dubbi, ed elenca i vantaggi ottenuti: “Grazie alla fusione è un comune più efficiente, una struttura più completa, con professionalità più elevate, squadre di cantiere più efficienti. Abbiamo la possibilità di abbattere i mutui e ridurre l’indebitamento, cofinanziando progetti che permettono di partecipare a bandi, che poi sono risorse che entrano in bilancio e non devi chiederle ai cittadini, senza cioè dover aumentare le tasse. Ancora, si riesce a tenere in piedi i servizi, calmierando i costi. E questo è importante, anche per mantenere una qualità della vita e una giustizia sociale all’interno del territorio”.
E, se questi sono i vantaggi di tipo strutturale, c’è da considerare anche che dall’epoca della fusione, dieci anni fa, al suo Comune arriva un sostanzioso contributo annuo statale, che per il 2024 è stato di un milione e 450 mila euro. “Per un terzo – spiega Ignesti – li utilizzeremo per le spese correnti; inoltre copriremo la rata dei mutui contratti, con 250 mila euro, e con le restanti somme ci pagheremo la quota per la ‘Società della salute’, i lavori per la riqualificazione stradale, interventi sui campi sporti, e l’adeguamento degli impianti elettrici per le scuole”.
Un contributo che negli anni, invece di ridursi, è addirittura aumentato: “Quando facemmo la fusione – ricorda il sindaco Federico Ignesti – il contributo iniziale, decennale, era il 20% dei trasferimenti statali ai due comuni: una cifra un po’ sotto ai 500 mila euro. Poi il finanziamento è stato mantenuto, e grazie alle giuste interlocuzioni con i parlamentari di entrambi gli schieramenti, siamo passati dal 20 al 60%. La cifra si è dunque triplicata. E sono fondi liberi, che possiamo cioè scegliere di impiegare sia per la spesa corrente”.
Ignesti aggiunge che ai parlamentari è stato fatto presente che, con l’aumentare dei comuni che vanno a fusione, il fondo doveva essere adeguato, in modo che quelli più “anziani” godessero di maggiori premialità. “Siamo riusciti – afferma – a fare approvare un documento dal Parlamento, che ha rimpinguato il fondo di 5 milioni”. E aggiunge, ricordando l’incarico che fino ad ora ha ricoperto come delegato alle fusioni dell’Anci, per i Comuni toscani si è riusciti ad ottenere oltre 200 mila euro.
Se però gli si chiede perché i colleghi mugellani non abbiano dato vita ad altre fusioni, ammette: “Non ne conosco il motivo – risponde -. In Toscana forse si vive troppo di campanili e magari non ci si rende conto che i costi più bassi e le efficienze di spesa si ottengono solo facendo le fusioni. Qualsiasi tipo di gestione associata non sarà mai finanziariamente efficace come una fusione. Non credo sia possibile fare del Mugello un unico comune, ma più fusioni all’interno del Mugello sarebbero opportune e questo aiuterebbe a svolgere meglio anche l’attività all’interno dell’Unione dei Comuni”. E conclude:”Se non viene fatta una riforma degli enti locali bisogna cominciare a farcela in proprio, e la fusione è una delle poche opportunità che abbiamo e in certi casi dovrebbe essere obbligatoria”
Ma dalla fusione di Scarperia e San Piero non è sorto nessun difetto? Bisogna imparare, ammette Ignesti, a non fare le cose doppie, anche dal punto di vista dei cittadini che a volte, sia a Scarperia sia a San Piero, si lamentano del fatto che l’altra parte di territorio sarebbe privilegiata. Questo però, riflette, significa che qualcosa in entrambe le parti si fa davvero.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 Ottobre 2024






1 commento
Federico , tutto bene bravo , per le previsioni del futuro , non ti dimenticare di programmare la strada vicinale di Fagna che potrebbe essere passata a comunale e ampliata per consentire una valida alternativa alla viabilità di Pian Vallico e una scorciatoia per la strada Prov. 551 .