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Se il bosco avanza… I rischi che corre il paesaggio mugellano
Secondo la contemporanea credenza popolare, l’aumento incontrollato della superficie coperta da alberi ed arbusti nelle aree di montagna, costituisce un processo positivo, che contribuisce a contrastare la deforestazione che viene perpetrata in altre parti del globo. Al contrario, lo sviluppo incontrollato di nuove aree boscate costituisce esso stesso un problema, essendo causa di numerosi impatti sociali, ambientali ed economici, tra cui perdita di paesaggi culturali e di varietà di habitat, diminuzione di bio ed eco-diversità, omogeneizzazione e chiusura dei quadri paesaggistici, spreco di risorse economiche e naturali, perdita di terreni produttivi, diminuzione di servizi ambientali e aumento del rischio di dissesti e altri disastri naturali quali inondazioni, frane, smottamenti ed incendi. Se consideriamo le tendenze all’abbandono dei terreni marginali attuali, arriveremo entro il secolo ad avere anche in Mugello solo aree urbane circondate da seminativi facilmente raggiungibili e boschi senza più aree coltivate.
In questa maniera, nessuno di noi avrà contribuito significativamente a ridurre il riscaldamento del clima, dato che con lo 0,5% in rapporto alle foreste mondiali le foreste italiane saranno ininfluenti, mentre invece avremo disperso una ricchezza paesaggistica e di produzioni agricole altamente qualitative che i nostri avi avevano migliorato per anni.
La maggior parte dei politici ha timore nel sostenere pubblicamente che la tutela assoluta verso il bosco sia deleteria, eppure è palese che alcune direttive vadano modificate, non solo per i problemi legati al carico eccessivo di fauna animale, ma perché in realtà non conserva il paesaggio italiano, ma una idea di paesaggio partorita in nord Europa e in nord America, purtroppo condivisa da gran parte della opinione pubblica che riceve informazioni in modalità generica.
Il Mugello, così come il resto del paesaggio toscano, non sono natura incontaminata, ma un paesaggio culturale e garbatamente antropizzato, quello per cui la Toscana è conosciuta nel mondo.
Palazzuolo ieri – anni ’50
Palazzuolo oggi
Vediamo un caso. Nelle due fotografie si osserva il paese di Palazzuolo sul Senio, a metà del ‘900 e lo stesso luogo pochi anni fa. Nel 1950 vi erano terrazzamenti arborati, pascoli, orti e castagneti da frutto coltivati. Un agricoltura caratterizzata da una ricchissima diversità, usi del suolo diversi, un vero puzzle, con coltivazioni che andavano dal fondo valle fino ai crinali più elevati. Oggi purtroppo si è arrivati ad una banalizzazione del territorio, composto quasi esclusivamente da boschi. Questo fenomeno non è però solo un prodotto dell’esodo della popolazione verso le città, ma è stato sostenuto dagli indirizzi di gestione politica del territorio montano, che indicava come preferibile imboschire tutto il territorio trascurando l’origine culturale del nostro paesaggio, tutelandolo come un area di origine naturale, favorendone così l’abbandono. Peraltro la riforestazione non ha ridotto il rischio idrogeologico, visto le frane e le altre devastazioni che hanno interessato negli ultimi anni il Mugello; ma questo è una costante, come si è visto nei disastri delle Cinque Terre e in Lunigiana.
Qualcosa però ultimamente si è mosso in Regione Toscana, finalmente dopo anni di conservatorismo “boschivo”, una importante modifica alla Legge Forestale consente oggi di recuperare i terreni che nel 1950 erano coltivati, riconoscendo di fatto un valore paesaggistico storicamente documentato. Questa volontà politica, assieme ad un ritrovato stimolo verso la zootecnica organizzata e di qualità, oltre ad una buona dose di intraprendenza dei nuovi imprenditori agricoli, sta avviando numerosi recuperi di terreni abbandonati da anni. Auguriamoci quindi che si tratti di un rinascimento del nostro paesaggio rurale, altrimenti se continueremo a non occuparci della montagna, ci penserà la montagna ad occuparsi di noi e lo farà in maniera incontrollata.
Cristian Menghetti
sindaco di Palazzuolo sul Senio
Dottore Agronomo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 ottobre 2015
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