Un anno di “Mugello Solidale”
Prestito sociale gestito da Misericordie, Caritas e Punto Famiglia
Fu avviata un anno fa l’iniziativa di erogare prestiti a persone e famiglie in difficoltà –fino a 3000 euro- promossa dalla Regione Toscana. Iniziativa che in Mugello vide presentare un progetto proposto da un pool formato da tutte le Misericordie della zona e dalle Caritas di Borgo, Vicchio, Barberino e San Piero, progetto che si classificò al terzo posto nella graduatoria della Regione, e finanziato con 122 mila euro.
E’ così tempo di un primo bilancio di un’iniziativa innovativa, che ha visto la partecipazione gestionale anche del Punto Famiglia Mugello. “Vi sono state luci ed ombre –dice subito il provveditore della Misericordia di Borgo San Lorenzo Umberto Banchi, anche se sicuramente lo strumento ha consentito di dare una mano a numerose famiglie.
Qualche numero: finora la Regione ha erogato a “Mugello solidale” 61 mila euro, tutti già impiegati. I contatti nei centri di ascolto, diffusi capillarmente su tutti i comuni –due a Borgo San Lorenzo, alla Caritas e al Punto Famiglia- sono stati oltre cento e 70 di questi sono formalizzati, attraverso due incontri con gli interessati, in vere e proprie richieste, per un complessivo di oltre 145 mila euro. Ventisei, al momento, le erogazioni effettuate ad altrettante famiglie: otto di Barberino (per un totale di 17.500 euro), otto di Borgo (21.800), due di Vicchio (3600), due di Firenzuola (4.950), due di Scarperia (5.000), due di Dicomano (4.000) e una ciascuno di Marradi (3.000) e San Piero (1.100 euro), mentre non vi sono state richieste da Palazzuolo.
“Occorre dire che la somma messa a disposizione della Regione Toscana –notano Banchi (nella foto a destra) e Gabriele Guidotti, responsabile del Progetto- si è rivelata fin troppo esigua, e abbiamo potuto coprire soltanto una parte di quanto sarebbe stato necessario. E un altro limite riguarda la questione della restituzione. Da una parte si riscontra una difficoltà a ottenere la restituzione del prestito: finora sono stati restituiti 3.326 euro, anche se siamo solo al primo anno. Dall’altra vi è stata una certa ambiguità nell’impostazione data dalla stessa Regione. All’inizio era stato prospettata la possibilità di consentire restituzioni attraverso apporti lavorativi, lavori sociali, e noi nel progetto questa possibilità l’avevamo prevista. Poi la Regione –che peraltro ha previsto procedure di rendicontazione complesse, più adatte ad aziende che ad associazioni di volontariato- ha dato disposizioni diverse esigendo una sorta di garanzia da parte dei richiedenti circa la restituzione economica del prestito ricevuto. Una pretesa che poi alla fine è difficile da sostenere, se la gente i soldi non li ha. Abbiamo avuto la presunzione di prevedere anche un tutoraggio, e in diversi casi ha funzionato bene, soprattutto nell’educare a un diverso uso dei soldi, alla spesa. Non funziona però sul fronte della restituzione, e molto è lasciata alla serietà e alla disponibilità della famiglia”.
Comunque già ventisei famiglie hanno avuto un aiuto concreto. Anche al di là dei fondi regionali: “Come Punto Famiglia –nota Gabriele Guidotti- abbiamo pensato fosse opportuno integrare il fondo del Mugello Solidale, dirigendo a questo scopo altre fonti di finanziamento, da un importante contributo della Banca del Mugello agli introiti del Mercatino dell’Usato e della Solidarietà. In questo modo abbiamo potuto rispondere a richieste che non si erano potute finanziare con i fondi regionali, ma che si presentavano ugualmente meritevoli di essere sostenute. Del resto questo è già un risultato importante del Progetto: far emergere le reali situazioni di bisogno, e da questo spingere la società nelle sue varie articolazioni a dare risposte concrete”.
Tre in particolare le problematiche emerse –aggiunge Banchi-. Molte anzitutto sono riferite alla casa: difficoltà a pagare mutui ed utenze, o il condominio, piccoli lavori, la necessità di comprare una stufa altrimenti si rimane al freddo, il rischio di rimanere indietro con gli affitti, l’incubo dello sfratto. Poi le difficoltà personali: famiglie monoparentali, madri sole con figli, che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, spese per malattie, famiglie con handicap che magari hanno aiuti, ma non sono sufficienti. E a tutto questo è legato l’aspetto del lavoro, che se c’era non c’è più, se ritorna, ritorna a dir poco precario e sottopagato. Molto volentieri abbiamo finanziato ad esempio l’acquisto di un auto, in un paio di casi, necessari per ottenere un posto di lavoro, o il corso per la patente di guida, anch’essa indispensabile per lavorare”.
Banchi fa un altro rilievo: “L’esperienza di questo primo anno ci ha fatto toccare con mano che c’è una grande carenza di informazione da parte dei servizi sociali. Manca un luogo che sappia e sappia indicare quali siano le varie opportunità presenti. I più disagiati non sanno quali sono i loro diritti, quali sono i servizi disponibili. E questo è un problema”.
Ma il Provveditore chiude con un aspetto positivo: “Mugello solidale è una grande occasione, per realtà diverse, per le varie confraternite, per le Caritas, di lavorare insieme, di confrontarsi, di crescere. Non è facile collaborare, ma in questo stiamo crescendo, la rete sta crescendo e deve consolidarsi ancora. E vi è stato un gran lavoro da parte di tanti volontari nei centri di ascolto, e anche questo è molto importante”.
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2014