Un progetto per Bivigliano
VAGLIA – Il paese di Bivigliano, da luogo di villeggiatura con le grandi ville per ricchi fiorentini, dagli anni ’30 del secolo scorso sta continuando la lenta decadenza iniziata dopo gli anni ’70. Ora ha chiuso anche l’ultimo bar, non c’è più il giornalaio e sono diminuite le corse dei bus.
Bivigliano è nel comune di Vaglia, che sembra però essersi dimenticato della sua esistenza, al punto che anche solo per veder tagliata l’erba, in piena stagione estiva, dell’unica aiuola spartitraffico esistente, occorre scrivere più volte al sindaco che ripete come un mantra: non ho soldi, non ho operai. Nessuno pulisce i giardini detti “dei giochi” o la zona dove si svolge il mercato del mercoledì e i cestini in piazza, soprattutto nei mesi estivi, vengono svuotati da volontari perché la raccolta, solo una volta alla settimana, non è sufficiente.
Manca una partecipazione attiva sia da parte dei cittadini che da parte dei soli tre bottegai rimasti, ma soprattutto manca un progetto di riqualificazione.
Un progetto unitario che comprenda la piazza con il prato sottostante e lo slargo mercato con il sovrastante giardino dei giochi.
Attualmente la piazza è solo un parcheggio su un asfalto da rifare. Un tempo aveva tanti lecci quanti i caduti in guerra, oggi ne sono rimasti solo due. Due panchine da una parte e una dall’altra. Una fontanina.
C’era stata, nel 1980, una delibera che prevedeva il suo rifacimento con un bordo di tigli. Siamo arrivati ad oggi e niente di tutto questo è stato fatto: la piazza è in stato di abbandono. Ci credo che poi i ragazzi rompano le panchine. Il degrado richiama degrado. Come disse Roy Lichtenstein a un giornalista riguardo al grave stato di degrado del ghetto di New York: “Quando si scende sotto una certa soglia, l’incuria diventa rabbia e la rabbia può diventare autodistruzione.”
Anche il prato a valle, che doveva essere acquistato già dall’amministrazione precedente, ancora è in mano alla Curia. É terreno agricolo e costa niente. Cosa aspetta il comune a presentare un progetto? Invece il sindaco, cosa ancora più grave, in piena assemblea cittadina, dichiara di averlo già comprato per 800,00 € e di meritarsi i ringraziamenti dei biviglianesi.
A monte della piazza sopra lo slargo del mercato, c’è poi il giardino pubblico o “dei giochi”, ma è così sguarnito e assolato che è impossibile frequentarlo nei mesi caldi. La sera è terra di nessuno e accoglie giovani, anche di paesi vicini, che fumano, bevono, mangiano e lasciano tutto per terra comprese le confezioni di cartone delle pizze. Una sera è partito da lì un incendio che è risalito fino ai cassonetti di via Fratelli Cervi. Nessun controllo.
Ho intervistato il sindaco su questi temi e lui si è limitato ad elencare tutte quelle difficoltà che nessuno gli nega: comune piccolo, pochi soldi, burocrazia asfissiante, personale ridotto.
Le sue lamentele le ho ritrovate, pari pari, nella pubblicazione “La voce di Vaglia”, che ho visto in biblioteca.
Lì ho letto anche che, essendo il consigliere comunale Claudio Scuriatti di Muccia, paese distrutto dal terremoto, una delegazione del Comune, composta da 20 persone, si è recata sul posto e ha donato 10.000,00 €. Gesto ammirevole, per carità, ma fatto da un comune che dice di non avere i soldi neanche per tagliare l’erba. Ho pensato che con quei soldi Bivigliano avrebbe potuto fare molti degli interventi sul verde che i cittadini sentono necessari, a cominciare dalla potatura di due enormi alberi, una quercia e un ontano presenti sulle quelle medesime aiuole spartitraffico, che si vorrebbero vedere curate o dalla piantumazione di almeno un paio di alberi ad ombrello. Uno consigliato è il Gelso platanifolia perché non ha bisogno di grandi accudimenti come i tigli, e con la sua forma ad ombrello riesce a creare ampie zone d’ombra. È considerato un albero ideale perché cresce rapidamente, ha un bel fogliame a forma di cuore, è rustico e resistente all’inquinamento.
Ho parlato anche con il parroco che mi ha inviato la seguente precisazione:
“Quanto alla questione del campo (prato), esso è di proprietà della curia e alla parrocchia è stato chiesto solo un parere; la parrocchia lo ha dato già anni fa, alla precedente amministrazione comunale, perché abbiamo pensato che, per il bene del paese, quel terreno potesse essere utilizzato in modo intelligente. Il progetto fatto allora dall’arch. Tacconi (e presentato anni fa in parrocchia al consiglio per gli affari economici e al consiglio pastorale) andava su questa linea. Quando l’attuale amministrazione comunale ha rinnovato la richiesta, la parrocchia ha rinnovato il parere positivo alla possibile vendita, da parte della Curia, di una parte del terreno. La curia lo venderebbe a un prezzo poco più che simbolico. Di nuovo per il bene del paese; la parrocchia non ci guadagna un solo euro. Adesso tocca al Comune fare la sua parte e presentare un progetto adeguato.”
. Ecco immaginiamo anche che ci sia un baracchino/bar con ombrelloni, un WC, WIFI libero e qualche fiore come sanno disporre i popoli di montagna, … non credete che ci sarebbe più animazione, con fiorentini in cerca del fresco, bambini, ciclisti, camminatori e forse anche qualche biviglianese?
Ma per far questo non ci vogliono i miliardi, è una cosa che si può costruire con uno sforzo graduale e non eccessivo. Mi sembra invece che ci sia come una paralisi, una impossibilità a cambiare le cose. Peccato, perché se ci dessimo una mossa, vivremmo tutti molto meglio.
( Rubrica Dai Lettori – Barbara G.)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 novembre 2017
Brava Barbara che non hai neanche il coraggio di firmarti.
Be’ le cose non stanno proprio così cara barbara questa è l’opinione di chi vede le cose al primo impatto!!!lascia perdere bivigliano non è così