Unitalsi Mugello, da Beppe Poggiali ai giorni nostri. Un libro per trasmettere il valore di questo volontariato

Circolo La Torraccia di Borgo San Lorenzo, 1988. Archivio di Aldo Giovannini
BORGO SAN LORENZO – La storia di Unitalsi Mugello nasce 65 anni fa dall’esempio e dall’impegno dell’indimenticabile Beppe Poggiali, Premio della Bontà 1962. La sottosezione mugellana ha presentato sabato 10 dicembre il libro che racconta di un volontariato “faticoso nel corpo, ma immensamente grande nello spirito di vicinanza e accoglienza dei malati”, la sua storia nei suoi 65 anni di attività, da quando il suo fondatore Beppe Poggiali portò cinque ragazzi disabili all’oratorio dei Salesiani a Borgo.
Di seguito l’intervento del pievano borghigiano don Maurizio Tagliaferri e l’intervista a Giovanni Tonola, coautore del volume insieme ad Aldo Giovannini, e dagli anni ’60 volontario dell’Unitalsi Mugello.
Don Maurizio Tagliaferri: “L’attività dell’Unitalsi Mugello non riguarda soltanto Borgo San Lorenzo, ma è distribuita su tutto il territorio mugellano, partendo da Barberino, arrivando a Dicomano e oltre, comprendendo l’Alto Mugello. Unitalsi è Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali. Già nella sua definizione abbiamo un’indicazione abbastanza precisa. E’ una realtà, a carattere prettamente ecclesiale, vissuta all’interno della Chiesa ma che ha una visione internazionale. Sul sito internet di Unitalsi, trovate tante informazioni, tra cui una parte dedicata ai santuari internazionali presso i quali fa servizio: Lourdes, Loreto, Terra Santa, San Giovanni Rotondo, Neves, Banneux, Pompei e anche altri. L’internazionalità di Unitalsi non è dovuta al fatto che i santuari sono collocati in posti diversi, ma allo spirito dell’ecclesia che è rivolto ad ampio spettro. Questa unione vuole svolgere un servizio a favore di tutta la Chiesa. Parlare dell’Unitalsi non significa dire di qualcuno che va per conto suo o fare un plauso a delle persone che si sono messe insieme e hanno messo in piedi un club privato. Parlare dell’Unitalsi significa inserirsi in un cammino ecclesiale. Se non consideriamo questo, perdiamo un aspetto rilevante del servizio che viene svolto – importantissimo – nei confronti della dimensione della sofferenza. Un servizio che non ci fa mettere un velo o ci fa guardare impropriamente questa realtà, ma che mostra quello che veramente è la malattia e la sofferenza. Che sono presenti per altro nel Vangelo. Con cui il Signore Gesù si è confrontato. E’ forse uno dei temi più importanti con cui Gesù ha interagito.
Un’altra dimensione fondamentale quando parliamo di Unitalsi è il riferimento a Maria. I santuari che ho nominato hanno tutti a che fare con realtà ‘mariane’ o in cui comunque la figura di Maria è predominante. La Madonna, nel Vangelo, di fronte alla sofferenza non si tira indietro, ma accompagna il Signore Gesù nei momenti salienti della sua passione. Non sta dietro le quinte. Una delle espressioni più importanti che abbiamo del Signore Gesù è sul tema della Pietà, che è stato preso da tanti nostri scultori e pittori. Maria è colei che orienta la nostra attenzione verso la dimensione della sofferenza e si fa portatrice comunque di quel messaggio di Speranza. Anche all’interno della sofferenza. Se dimenticassimo questo, perderemmo qualcosa di importante dell’essere ‘unitalsiani’. Con queste premesse, mi sembra rilevante ricordare alcune persone. Alcune, che non ci sono più e che sicuramente sono di fronte al Signore che le avrà accolte vicino, senza però dimenticare tutte le altre che hanno fatto servizio nell’Unitalsi. Non dobbiamo dimenticare nessuno, non possiamo dimenticare nessuno perché ‘ogni volta che avete dato un bicchiere d’acqua a qualcuno dei fratelli più deboli, lo avete dato a me’, questo è un riferimento evangelico. Quando sono arrivato a Borgo, non sapevo chi fosse Beppe Poggiali. Ho sempre però sentito parlare di questo personaggio. Il comune di Borgo nel 2003 ha dedicato a lui un largo. Evidentemente perché la memoria di questa persona era da tenere in vista per quelle che saranno le generazioni future. Un’altra persona che ho conosciuto soltanto nella parte finale della sua vita è la Liliana, che ricordo in una dimensione molto serena, quasi nascosta, contenuta. Una donna che si è data molto da fare, che ha lavorato a favore dell’Unitalsi del Mugello. La terza persona è Mauro, con il quale invece ci siamo conosciuti un po’ meglio. Con cui ci siamo frequentati. Pronto allo scherzo quando si voleva, ma silenzioso nelle cose importanti che faceva.

Roma, Vaticano. Archivio Aldo Giovannini
Intervista a Giovanni Tonola.
Come nasce questo libro? Questo libro è nato da una mia idea e dalla necessità di mettere a posto tutta una serie di foto sparse che avevamo qui in sede al Centro Giovanile a Borgo. Vorrei ringraziare l’amico Aldo Giovannini che in un anno di pazienza e dedizione ha messo insieme tutto il materiale del nostro archivio storico. Il libro l’ho curato io, ma Aldo l’ha corretto, ha aggiustato l’impaginazione, ha scartato il materiale doppio e ha fatto una cernita. Così è venuto fuori questo lavoro di 250-260 pagine, con tante foto in cui i borghigiani potranno riconoscersi. Il materiale che poi abbiamo pubblicato è solo una millesima parte di quello che abbiamo di una storia iniziata dagli anni ’50, con i primi viaggi a Lourdes con le persone del Mugello.
L’Unitalsi a Borgo da quanti soci è stata composta negli anni? Mi viene in mente che nel ’68, il primo viaggio che feci io a Lourdes, eravamo 100 persone. Oggi si viaggia con una media di 30-25 persone a pellegrinaggio, ma nella sede ci sono sempre circa 50-60 soci. Nel tempo purtroppo c’è chi va e c’è chi viene. Il ricambio generazionale langue. I giovani d’oggi forse hanno altre priorità. Certamente il motivo di questo libro è proprio anche quello di promuovere l’associazione e di lasciare a chi verrà dopo una traccia di ciò che è stato fatto.

Archivio di Aldo Giovannini
Mi racconti delle parti che costituiscono il libro? Il volume è diviso in sette capitoli. Il primo capitolo, circa venti pagine, parla dell’Unitalsi nazionale che fa oltre 110 anni. Fu fondata da Giovan Battista Tomassi. Nel 1903 fu organizzato a Roma un pellegrinaggio a Lourdes con la partecipazione di giovani disabili. Ad accompagnarli don Angelo Roncalli, che sarebbe poi ricordato come Giovanni XXIII, il Papa Buono. Il Tomassi all’epoca era affetto da una forma artritica acuta e irreversibile ed era in carrozzella da quasi dieci anni. Era molto sofferente nel corpo, ma molto di più nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Tomassi decise di partecipare al pellegrinaggio con un’intenzione ben precisa: se non avesse ottenuto la guarigione, avrebbe compiuto uno scandalo, un gesto di clamorosa sfida e di bestemmia, suicidandosi davanti alla Grotta di Maria. Ma dopo l’esperienza a Lourdes Tomassi tornò convertito e decise di fondare un’associazione che aveva lo scopo di aiutare i malati e i disabili, che sarebbe poi diventata l’Unitalsi. La parte successiva del volume parla di Beppe Poggiali che iniziò ad organizzare iniziative in Mugello dopo il pellegrinaggio da Padre Pio. C’è un aneddoto. Lui non poteva avere figli. Padre Pio gli disse: “Non ti preoccupare, ce n’è tanti degli altri”, e da lì è cominciata tutta questa storia. Dopo l’incontro con Padre Pio a San Giovanni Rotondo, Beppe si è dedicato completamente all’assistenza dei disabili. Nonostante la reticenza e la vergogna di tante famiglie, grazie alla sua tenacia, ci sono state le prime uscite dei ragazzi disabili. Nel 1953 con l’aiuto dei padri salesiani, ne accompagnò cinque all’oratorio. E l’Unitalsi in Mugello nacque proprio dalle prime iniziative organizzate da Beppe, circa 65 anni fa. La sottosezione Mugello è stata riconosciuta come tale da quella regionale nel 2007, ma il gruppo parrocchiale è uno dei più vecchi a livello toscano. Negli anni ’50 furono fatte le prime Feste della Fraternità, che all’inizio erano una volta al mese, poi, come adesso, una volta l’anno, per tradizione a Borgo l’ultimo fine settimana di settembre. All’inizio raccoglievano poche persone, ora qui al Centro Giovanile oltre 500 da tutta la Toscana. Un’altra parte del libro riguarda proprio le giornate della Fraternità. Dalla prima del 1957, fatta ancora in via del Pozzino, nel vecchio oratorio, fino al 2015. Poi un altro capitolo riguarda i pellegrinaggi, su tutti i santuari che abbiamo visitato.

Oratorio salesiano in via del Pozzino a Borgo San Lorenzo. Archivio di Aldo Giovannini
Due domande personali. La prima. Quale è stato il pellegrinaggio più importante per te, più toccante? Il mio primo pellegrinaggio. Proprio quello del ’68 a Lourdes. Avevo 11 anni. Ero un po’ giovane, ma Beppe mi disse: “Vieni anche te”, e mi ritrovai in un ambiente più grosso di me, immenso, Ma grazie a lui si riuscì a fare tutte le cose e a vivere l’esperienza in modo perfetto.
La seconda. C’è una frase di Beppe Poggiali che vuoi ricordare? La frase di Beppe per antonomasia era questa. Quando eravamo in difficoltà e c’era da aiutare qualcuno in qualche modo e non c’erano le risorse, lui diceva: “Le vie del Signore sono infinite, la Provvidenza ci aiuterà”. E in qualche modo, francamente, è sempre stato così. Era un persona che credeva veramente e la Provvidenza ha sempre risposto.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 dicembre 2016