Via degli Dei, tanti arrivi. Ma qualcosa in più andrebbe fatto
MUGELLO – Nata più di venti anni fa con l’idea di collegare la toponomastica riferita ai nomi di antichi dei, per creare un percorso escursionistico sul crinale appenninico, fra Bologna e Firenze, oggi è una ineluttabile realtà: turistica, economica e sociale. Il camminare, ripercorrendo tratti di viabilità antica, su sentieri, mulattiere e strade bianche (qualcuna asfaltata), a contatto con la natura e paesaggi unici. Adesso però è il momento di consolidare quanto finora fatto, occorre investire, dare sostegno a questa realtà. Il Mugello, quello della politica sul e per il territorio, deve crederci. Cinque suggerimenti per migliorare il percorso (e la sicurezza) nella nostra zona.
Intendiamoci subito, senza cioè addentrarci in premesse e perdersi in subdoli giri di parole, “La Via degli Dei” è una risorsa di grande rilevanza per il turismo di questo nostro territorio. Lo dicono i numeri e le presenze delle attività ricettive. Lo riscontra chi percorre le strade di ogni ordine, e ente pubblico di gestione, fra il Passo della Futa e Monte di Fo’, fra Panna e Galliano, fra Sant’Agata e San Piero a Sieve, da Gabbiano o per Bosco ai Frati, da Trebbio a Montesenario, passando per Tagliaferro. Eccoli! Sì, loro, i viandanti con gli zaini affardellati e le maglie colorate, da quelle d’antan, o vintage che dir si voglia, alle più innovative hi-tech. Il popolo dei camminatori. Tanti se ne incrociano, nel periodo da primavera alle prime settimane d’autunno con una notevole frequenza, nella campagna, qui da queste parti.
Già lo scorso anno, il 2019, era stato segnalato come quello del record di frequentazione, con un numero approssimato di oltre 12000 camminatori che ne avevano percorso il tracciato. Ed è sempre bene ricordarlo, una cifra stimata, sicuramente cautelativa al ribasso, in mancanza di rilevazioni certificate. Quest’anno, poi, probabilmente per le limitazioni dell’emergenza sanitaria che, forse, non hanno consentito escursioni equipollenti all’estero, pur in assenza, al momento, di dati ufficiali, è diffusa l’impressione che venga migliorato il primato dello scorso anno. Insomma un boom. Nelle settimane di fine Luglio e in quelle di Agosto, a detta di qualche camminatore che abbiamo intervistato, non era facile trovare un posto libero, un letto, dalla Traversa a Bivigliano, da Gabbiano a Galliano, da San Piero a Tagliaferro, a Bivigliano. Tutto esaurito.
Così, mentre nel versante bolognese ormai si è consolidata questa attenzione per tutto ciò che ruota attorno a questo percorso escursionistico, consigliato in cinque tappe con quattro pernottamenti, nel versante fiorentino, invece, ci sono ancora delle ritrosie da superare. Infatti di là delle “Alpes Ubaldinorum”, poi “Alpes Fiorentinae”, le amministrazioni locali emiliane ne promuovono l’esistenza, con pubblicità e siti internet dedicati, anche con interventi sul tracciato. Nel versante fiorentino, per noi nel percorso mugellano, oltre la manutenzione di qualche tratto curata dal Club Alpino Italiano, coordinato dagli uffici della Unione Montana dei Comuni del Mugello, occorrerebbe migliorare la cartellonistica e creare almeno quattro passaggi pedonali sulla viabilità provinciale (della Città Metropolitana) e regionale/statale.
Abbiamo raccolto cinque segnalazioni che riportiamo di seguito, senza alcuna velleità di insegnare niente a nessuno, tantomeno di pretenderne la soluzione. Ecco dove occorrerebbero i quattro passaggi pedonali ad alta visibilità, per la sicurezza dei viandanti. La prima segnalazione riguarda l’attraversamento della strada provinciale SP 37 all’incrocio della strada di Lumena con quella per Gabbiano. La seconda, per quello sulla strada provinciale SP 129 (di Massorondinaio) all’incrocio fra Via di Gabbiano e Via della Mozzete. La terza per l’attraversamento della SR 65 (della Futa) in località Ischieti, all’incrocio fra Via della Fortezza e Via di Trebbio. La quarta per quello in prossimità di Tagliaferro, all’incrocio con Via di Spugnole. Infine, per i camminatori che percorrono la cosiddetta “variante di Bosco ai Frati”, sarebbe opportuno dare evidenza con apposita cartellonistica, in località Scaffaia, dell’esistenza del sottopasso pedonale di Ponte ai Noci, evitando di far attraversare proprio la SP 129 in quel punto.
Cinque suggerimenti. Certo sono interventi che interferiscono con la gestione di enti sovracomunali. Ma, come ci insegna anche la storia locale recente, tutto si può, e certi “presunti” vincoli o impedimenti, non per magia ma per determinazione politica, spesso vengono superati. Guardiamo.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 ottobre 2020
Molto bene l’articolo, bisogna anche dire che tutti i suggerimenti del filo espressi e tanti altri, è almeno 5 anni che le strutture ricettive di San Piero a Sieve le hanno presentate alle amministrazioni comunali del Mugello, compreso l’ufficio turistico dell’Unione dei comuni, Ma ancora senza tanto successo…