270 mila euro per ripristare l’area di Paterno, dopo la bonifica
VAGLIA – Il Comune di Vaglia è riuscito ad ottenere dalla Calce Paterno la fideiussione che era stata posta a garanzia del ripristino ambientale della cava. “Una volta tanto godiamo”, è il commento del sindaco Borchi. Ed è lui stesso a dar notizia della positiva conclusione della vicenda, per la quale, racconta Borchi, vennero indagati anche il precedente sindaco e il responsabile dei lavori pubblici.
Ex cava di Paterno. L’Amministrazione comunale è riuscita ad escutere la fideiussione della Calce Paterno, ora Industriale Vaglia Srl in liquidazione, posta a garanzia del ripristino ambientale della cava.
I fatti. Nel 1992 l’allora Calce Paterno srl firmò una convenzione con il Comune di Vaglia per l’ulteriore coltivazione della cava. Fu stipulata una fideiussione, da parte della proprietà con le Assicurazioni Generali, a garanzia del ripristino ambientale dei luoghi, al momento della cessazione dell’attività di escavazione. Il ripristino doveva consistere nella gradonatura del fronte di escavazione, il riporto di terra vegetale e la piantumazione di specie arboree.
Niente di tutto questo è stato mai fatto dalla proprietà. Ad onor del vero, dopo che nel 2000 la cava aveva cessato la sua attività, si profilò il progetto di riempire l’area con lo smarino (detriti lapidei) della galleria della TAV. Il progetto sfumò definitivamente nel 2008, quando, cambiando la normativa nazionale, lo smarino veniva equiparato ad un rifiuto, per cui poteva essere conferito solo in discarica (ed all’epoca a Paterno ”ufficialmente” c’era solo una ex cava!).
Ebbene, la precedente amministrazione comunale si era “dimenticata” che, a fronte dell’inadempienza della proprietà, il comune doveva intervenire d’ufficio fruendo dei soldi messi a garanzia nella fideiussione.
Per questo motivo l’allora sindaco ed il responsabile dei lavori pubblici furono indagati dalla procura penale di Firenze, per omissione di atti di ufficio e quindi successivamente fu archiviato per loro il procedimento.
La mia Amministrazione , insediatasi nel giugno del 2014, ha subito sollevato la questione della mancata escussione della polizza fideiussoria, inviando molteplici richieste in tal senso alle Assicurazioni Generali, che si sono in tutti modi negate. Prima asserendo che non ci fossero i presupposti per il pagamento, poi con richieste interlocutorie che menavano il can per l’aia. Un anno fa circa, abbiamo infine dato mandato ad un legale per iniziare una causa nei confronti dell’assicurazione.
E’ notizia di oggi che le Generali ci hanno versato in tesoreria 271.139, 87 €.
Soldi che serviranno per ripristinare l’area e darle una nuova destinazione, allorquando saranno state effettuate le operazioni di bonifica.
Una volta tanto godiamo!
Augh.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 febbraio 2019