Agroalimentare mugellano, “Giotto Ulivi” e “Chini” danno una mano
MUGELLO – Davvero una bella iniziativa, quella del Polo Tecnico Professionale Agribusiness Mugello, che vede coinvolti i due istituti superiori di Borgo San Lorenzo, “Giotto Ulivi” e “Chino Chini” insieme a una ventina di azienda agricole e della ristorazione di tutto il Mugello, e con la partnership dell’Unione montana dei Comuni del Mugello.
Un’iniziativa avviata un anno fa, e che ora è stata ripresa con una giornata tenutasi nell’auditorium del “Giotto Ulivi” e nella nuova sala del “Chino Chini”. Giornata riuscitissima. A cominciare dalla partecipazione, con tanti studenti, docenti, titolari di aziende agricole, genitori, che hanno gremito il pur ampio auditorium.
Poi i contenuti, davvero interessanti. Su tanti fronti. Anzitutto per l’idea di dare un impulso concreto alle filiere agroalimentari del Mugello. I ragazzi andranno nelle aziende, e non sarà il solito tirocinio, ma una vera e propria indagine sui punti di forza e di criticità. Per aumentare le possibilità di connessione con le altre realtà della filiera, che stanno crescendo di numero, aggregandosi al progetto. Lo ha sottolineato il prof. Claudio Peri, dell’Accademia dei Georgofili, ideatore del corso che, sottolineando come siano importanti le persone, ha prima raccontato come sia nato il progetto -“da un incontro con Paolo Pasquali, un imprenditore illuminato”, e dai successivi incontri con Alessandro Agostini e Rosa De Pasquale, direttore generale del Ministero e con il prof. Gelormino, “subito in grande sintonia con l’idea che stavo manifestando, ed è stato la scintilla che ha collegato il ragionamento alla scuola, a questa comunita di istituti ed educatori, e mi ha presentato Carlo Bergesio”. Poi ha aggiunto: “Quello che noi stiamo cercando di fare non è una rete, di reti è pieno il mondo. Noi cerchiamo di fare un’altra cosa, una comunità. E’ più complicato. Perché una comunità ha bisogno di un mediatore. Il leader di una comunità ha la capacità di mediare. Perché la comunità è fatta da soggetti che hanno diversi interessi, diversi culture, per cui è necessaria la capacità di mediatore, e Bergesio è il mediatore ideale di questa comunità. E ora ci stiamo allargando a macchia d’olio e coinvolgendo più realtà. Questa è la comunità: il coinvolgimento di tredici imprese lo scorso anno in questa attività di formazione sul campo è stata davvero una straordinaria sorpresa . E devo dirvi che saranno ormai dieci anni che predico le community of practice, abbiamo tentato di lanciare l’idea in Basilicata, ma ci hanno stoppato; ho lavorato per due anni per creare una community of purpose nei territori del terremoto umbro e marchigiano, ma poi tutto si è sfaldato perché non c’era spirito di comunità, non c’era mediazione. Ho tentato di fare una comunità di filiera in California e subito i Californiani l’hanno ridotta a qualcosa che era una comunità di produttori di vino, cosa che già esiste. Sto tentando di fare qualcosa a Todi, città stupenda, ma faccio una fatica terribile a mettere d’accordo le persone. Cosa posso dire? Posso dire che la comunità del Mugello, e lo dico con tutta la serietà possibile, mi ha fatto impressione perché è la comunità che più ha recepito. Il Mugello è la comunità leader tra quelle che stanno tentando questa esperienza. La comunita del Mugello ha in mano le competenze, l’entusiasmo, la dedizione che sono necessarie per fare di questa iniziativa anche un successo sul piano economico oltre che culturale”.
“Ci sono le persone -ha sottolineato poi l’allevatore Adriano Borgioli- ma ci sono anche i territori e i prodotti”. E nella successiva degustazione dei prodotti tipici del territorio, tenutasi nel grande nuovo salone del “Chino Chini” questo è stato dimostrato in pieno: i formaggi delle aziende agricole Bacciotti, Laiano e Riccianico accompagnati da confetture dell’azienda Palazzo Vecchio; il cacciucco di ceci preparato dall’Antica Osteria di Montecarelli, con pane di grano Verna dell’Antico Forno Piazzetti. Poi i tortelli del Mugello del Granaio dei Medici, prodotti dal pastificio La Fiorita, con sugo di cinghiale dell’Azienda Valdastra preparato dal Passaguai. Ancora, la zuppa di farro con i prodotti di Poggio del Farro e Lunica, il peposo con le carni della CAF, le patate venute da Valdastra e il cavolo nero dell’azienda Capaccio. Ottimi anche il castagnaccio con la farina del Consorzio Marrone del Mugello IGP preparato dalla Coop. Agri.Comes e il gelato latte e miele di Marco Ottaviano, preparato con latte biologico della Sereni e di Agriambiente e miele biologico di Pan di Sole. Non potevano mancare l’olio extravergine di oliva di Villa Campestri, i vini di Frascole e della società agricola Cafaggiolo, e l’Acqua Panna e Sanpellegrino offerti dal bar La Combriccola di Pinocchio.
Durante la serata sono intervenuti anche vari rappresentanti di aziende, come Giacomo Tatti per il Granaio dei Medici, Marta Landi per l’Emilio Sereni e numerosi studenti, sia del Chini che del Giotto Ulivi.