Le associazioni venatorie contestano il blocco della caccia: “Il bosco non contagia”.
MUGELLO – Delusione da parte dei cacciatori dopo l’ultimo Dpcm. Infatti, seppur non nominando mai l’attività venatoria, ne impedisce la pratica nelle regioni “rosse”, limitandola solo al territorio del proprio Comune di residenza nelle zone “arancioni”. Così il mugellano Carlo Bambi, condivide e diffonde la presa di posizione di Arcicaccia e delle altre associazioni venatorie. Che evidenziano anche la preoccupazione per un’altra conseguenza: “Stando così le cose, fra poco tempo assisteremo ad un’esplosione di specie invasive e predatrici tali da arrecare gravi danni ai prodotti agricoli e alle altre specie stanziali”.
“Riteniamo – scrivono le associazioni – profondamente ingiusto impedire una pratica in cui le possibilità di contagio potrebbero essere sporadiche e ridottissime, certamente minori che in tante altre attività, alcune anche sportive, per le quali il DPCM mantiene, naturalmente con le dovute cautele, la possibilità di un normale svolgimento”.
Per questo Liberacaccia, Italcaccia, Enalcaccia e Arcicaccia hanno richiesto alla Regione Toscana, di permettere, quando i contagi caleranno e torneremo in zona “arancione”, la pratica venatoria in tutto il territorio dell’ATC e nel distretto al quale sono iscritti per tutte le tipologie di caccia: Migratoria, Stanziale, Ungulati.
“In questa ottica – spiegano – vista l’inconsistenza della decisione, a nostro avviso assurda, di fermare la caccia, e al contempo di usufruire comunque dell’aiuto di chi viene ogni volta “calpestato” nei propri sacrosanti diritti, derivanti dal pagamento di ben “profumate” tasse di concessione, le associazioni sopra riportate, vista l’incertezza normativa riguardo alla possibilità di esercitare l’attività venatoria, sconsigliano alle proprie GGVV e a tutti i soci abilitati al controllo in art. 51 e 37, di partecipare a operazioni di controllo e contenimento di alcun genere o tipologia. Si intervenga da parte della Regione in maniera decisa ed efficace presso i Ministeri competenti, rimediando alla disastrosa ingiustizia perpetrata verso la nostra categoria e tutto l’indotto economico, come le aziende agrituristiche, gli allevamenti, ecc…, che le ruota attorno. Il bosco non contagia!”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 Novembre 2020
Poverini !!!!
il bosco non contagia, i cacciatori si. Infatti è notizia di questi giorni di un focolaio Covid sorto in ambito venatorio.
Inoltre, visto come usate male le vostre armi e che spesso siete ubriachi, in caso di “incidente” andreste anche a ingolfare gli ospedali già oberati in questi giorni di pandemia.
Per favore, abbiate rispetto. Per un po’ potreste anche starvene buoni a casa. Grazie!